lunedì 22 agosto 2005

Meeting CL. Pera a tutto campo: attacca l'islam, Prodi e i gay

"In Europa si approvano leggi che disgregano la famiglia e si mettono con arroganza e protervia al voto popolare i valori della persona e della vita"

Di Ettore Colombo (e.colombo@vita.it)

Altro che lectio magistralis, un vero e proprio annuncio di ingresso in politica

Rimini - dal nostro inviato. Un presidente del Senato - presunta autorità super partes e seconda carica dello Stato - che ha chiaramente deciso di buttarsi in politica, dalla parte del centrodestra, naturalmente. Un filosofo ex popperiano ed ex liberale doc che ha deciso di diventare, più che cattolico, lefebrvriano. Un professore laico che si sente un "ateo devoto" così devoto da far impallidire i chierici. Tutto questo è, oggi, Marcello Pera, che ha deciso di fare la sua grande entreé in politica, anche se dal lato dell'identità culturale da costruire, dal palco del Meeting di Rimini dove, di fronte al popolo di Cl, ha lanciato quello che è un vero e proprio manifesto politico-culturale, altro che lectio magistralis... Prima del partito unitario, la Cdl deve ''definire la propria identità'', fissare ''prima i contenuti e poi i contenitori dove essi dovranno trovare posto. Marcello Pera sceglie il palco del Meeting di Rimini per lanciare un messaggio chiaro agli alleati: ''partito unico, premiership, primarie, neocentrismo e simili - dice ai quattromila che gremiscono il grande auditorium della Fiera di Rimini - sono importanti e dovranno essere affrontate. Ma dopo, non prima. Prima dobbiamo definire la nostra identità. Fissare in quale luogo vogliamo vivere, con chi e come''. Dunque - sembra voler dire Pera - per la realizzazione del partito unico non si deve aver fretta. Prima si ''deve affermare una cornice intellettuale e morale entro cui agire. Capire in che cosa siamo diversi dai nostri avversari politici. Insomma prima dobbiamo aver chiari i contenuti e dopo i contenitori che dovrebbero contenere''. E questo perché ''chi antepone il dopo al prima non avverte la richiesta di identità, il bisogno di senso, la voglia di basi morali e di fede che milioni di uomini e donne stanno sollevando in Italia, in Europa, nel mondo. Il partito politico, specie se nuovo o unico o unitario, deve ascoltare questo bisogno di identità, deve rappresentarlo e tradurlo in programma e azione politica''. Ma il tema della Cdl finisce con l'essere solo la chiusa del corposo intervento del presidente del Senato, che parla di crisi morale dell'occidente, contro cui è in corso una "guerra santa", dell'Europa in particolare dove, fra l'altro, ''la popolazione diminuisce, si apre la porta all'immigrazione incontrollata e si diventa 'meticci' ''. Un intervento piaciuto molto ai ciellini, che più volte hanno con scroscianti applausi Pera, il quale ci ha tenuto a citare le parole di papa Benedetto XVI. Secondo Pera ''l'Occidente attraversa una crisi morale. Oggi la cultura diffusa in Occidente e' un pericolo per l'Occidente stesso''. E gli elementi piu' preoccupanti sono per il presidente del Senato il ''relativismo'' ed il ''laicismo''. ''In Europa - è l'analisi di Pera - si evita di menzionare nella Costituzione le radici giudaico-cristiane, si condanna un politico; mi riferisco al caso Buttiglione perché in fatto di omosessualità afferma i suoi convincimenti morali cristiani, anche se si dichiara rispettoso della legge pubblica. In Europa si perde il senso religioso dei nostri costumi e della nostra tradizione e si impedisce l'esibizione pubblica di simboli di identità religiosa: mi riferisco - precisa senza allusioni - alla legge francese sul velo e alla sentenza della nostra Corte costituzionale sul crocifisso''. ''In Europa - prosegue Pera - rinasce l'antisemitismo e sono piu' le critiche allo Stato di Israele che gli atteggiamenti di comprensione; in Europa si approvano leggi che disgregano la famiglia e si mettono con arroganza e protervia al voto popolare i valori della persona e della vita: il riferimento - sono le sue parole - chiaramente è alla legge spagnola sulle coppie omosessuali e al referendum italiano sulla fecondazione assistita''. Un referendum per il quale i ''laicisti, liberali, socialisti, azionisti, comunisti e anche qualche cattolico cosiddetto 'adulto' - dice, alludendo a Romano Prodi - che hanno provato a dare un violento colpo di forbice ai valori sono ancora li' che si accarezzano la guancia per lo schiaffo ricevuto''. Ma il presidente del Senato ne ha anche per chi ''in Europa alza le bandiere arcobaleno anche quando si e' massacrati e si ritirano le truppe dal fronte della guerra contro il terrorismo anche quando il terrorismo fa vittime in casa nostra'', e ribadisce che non si può separare la religione dalla politica'', tornando all'appello del Papa a mantenere i crocifissi nelle scuole. Il discorso di Pera viene definito ''molto importante'' da Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, che lo ha ascoltato in platea, ma scatena la reazione nel centrosinistra. A cominciare dal diessino Angius: ''E' evidente che in questo passaggio dal laicismo al neo confessionalismo di Pera c'e' tutto il fallimento del patrimonio culturale di Forza Italia e della destra italiana''. Il leader dei Verdi Pecoraro Scanio definisce ''indegne e deliranti'' le affermazioni di Pera, ''ormai un clone della Fallaci'' e lo invita a dimettersi. Un tono analogo a quello di Marco Rizzo (Pdci), che biasima Pera sottolineando la necessità che ''la religione resti nella sfera privata''. ''Al suo magistero - commenta il prodiano Franco Monaco - preferisco quello del Papa che ama richiamare la vocazione universale del Cristianesimo, che non può essere confinato entro la civiltà occidentale, e il messaggio di Ciampi al meeting di Rimini che piu' utilmente incoraggia i giovani, laici e cattolici, all'impegno per un patrimonio etico universale''.

(Vita non profit online del 22/08/2005)

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