sabato 27 agosto 2005

Una donna a capo della Chiesa Valdese

di red

 Non chiamatela “papessa”, perché è tutto il contrario. Ma Maria Bonafede è la prima donna a rappresentare le comunità metodiste e valdesi italiane. È stata eletta dal Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste come moderatore della Tavola valdese. Maria Bonafede, sposata con figli, di “mestiere” fa la pastora. Da più di dieci anni è lei a dirigere il culto nel tempio valdese di piazza Cavour a Roma. Era già una dei due vice del “moderatore”, cioè il coordinatore e portavoce della Tavola valdese, l’organo direttivo dei protestanti italiani. Ma non si tratta della prima donna ad assumere la guida di una comunità protestante italiana. Anna Maffei da più di un anno è infatti alla testa dell'Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia.

Ad eleggerla sono stati i 180 membri con diritto di voto del Sinodo – il “parlamento” protestante -, metà dei quali sono pastori e metà “laici”.

Durante il Sinodo, a Torre Pellice in Piemonte, sono stati anche consacrati quattro nuovi pastori: Mirella Manocchio, Jannique Perrin, Davide Rostan e Francesco Sciotto.

Il Sinodo ha confermato la scelta fondante verso l’ecumenismo e infatti ospiti dell’assise sono stati monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo, e di una delegazione della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia. Ma su questo tema duro è stato l’intervento verso le posizioni dalla Cei sull’invito a non votare al referendum sulla fecondazione assistita e sulla difesa del crocifisso nelle aule scolastiche pronunciato da Fulvio Ferrario, docente presso la Facoltà valdese di teologia di Roma e coordinatore della Commissione per le relazioni ecumeniche della Tavola Valdese. Ferrario ha parlato dell’intervento di monsignor Ruini a favore dell’astensione sul referendum come di un «problema grave» perché «è legittimo che la chiesa cattolica si sia inserita nel dibattito, ma il problema è come ha condizionato la partecipazione al voto. Peccato - ha aggiunto Ferrario - perché veniamo da una stagione tutto sommato di intenso dialogo ecumenico».

Tra gli invitati anche dal pastore Joseph Mfochive, presidente della Chiesa evangelica del Camerun, per la prima volta al Sinodo. Oltre al vescovo di Pinerolo, monsignor Pier Giorgio Debernardi.

Il Sinodo, nel documento finale, ha ribadito come la povertà e l'ingiustizia economica che oppongono il Nord al Sud del mondo siano ritenuti «incompatibili con la fede cristiana come lo furono a loro tempo nazismo e apartheid».

«Prima di parlare di povertà vorrei parlare di fraternità - è intervenuto il presidente della Chiesa Evangelica del Camerun, il pastore Joseph Mfochive - perché le ingiustizie del mondo nascono dalla mancanza di fraternità tra gli esseri umani. Ciò che può cambiare la realtà sono gli atti concreti, anche piccoli, di ognuno». È per questo che il 30% dell'8 per mille di valdesi e metodisti, pari a oltre 1,5 milioni euro, viene utilizzato per progetti di solidarietà nel mondo. «Una cifra certamente piccolissima per rispetto alle esigenze - ha commentato il pastore Gianni Genre - ma comunque significativa, tanto più mentre apprendiamo che una quota dell'8 per mille destinato invece allo stato italiano è stato utilizzato per finanziare l'intervento militare in Iraq».

Nella tre giorni di Torre Pellice un altro tema che ha caratterizzato molti interventi è stato quello della povertà in Italia e «la progressiva demolizione dello stato sociale, e la crescente “proletarizzazione” delle fasce medio basse», per usare le parole di Genre da moderatore della Tavola valdese, che è l’organo direttivo delle chiese protestanti italiane.

Il pastore Giorgio Tourn ha anche ricordato come «a un anno dalla cessione degli ospedali valdesi – Torre Pellice, Torino e Pomaretto - alla Regione Piemonte ci pare che la ferita non abbia lasciato tracce profonde». I valdesi, gli anabattisti, i metodisti e l'Esercito della Salvezza - che si riuniscono nella Tavola valdese - hanno infatti da anni progressivamente abbandonato le attività di assistenza gestite in prima persona, per collaborare con le istituzioni pubbliche nell'ambito del Terzo settore o dell'insegnamento.

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