giovedì 15 settembre 2005

Il vescovo di Civitavecchia: "Le unioni di fatto sono già una realtà, quindi non ci sarà nessuna crociata sui patti di solidarietà"

"Milioni di persone vivono questa condizione ed è impensabile che si continui a fare come se non esistessero"

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CITTA' DEL VATICANO "Le unioni di fatto sono già una realtà, quindi non ci sarà nessuna crociata sui patti di solidarietà: sul riconoscimento dei diritti civili si possono facilmente trovare in Parlamento gli strumenti normativi più appropriati con un accordo tra maggioranza e opposizione". Il vescovo di Civitavecchia e Tarquinia Girolamo Grillo, diplomatico di lungo corso della Segreteria di Stato vaticana e da sempre vicino ai centristi del Polo (anche da editorialista del quotidiano dell'Udc "La Discussione"), invita ad abbassare i toni e a "imboccare la strada del dialogo", mettendo in guardia chi invoca un "bis" della battaglia condotta dalla Chiesa sulla procreazione assistita. Cosa c'è di diverso rispetto all'infuocata campagna referendaria condotta dalla Conferenza episcopale italiana a giugno? "Qui non è in gioco un valore irrinunciabile come la difesa della vita. Milioni di persone vivono questa condizione ed è impensabile che si continui a fare come se non esistessero". Ma l'apertura del leader dell'Unione Romano Prodi sui Pacs non "lacera la famiglia per ottenere voti" come denuncia "L'Osservatore Romano"? "La questione va riportata nei suoi giusti contorni, che sono giuridici ed economici più che etici. Chi vive con un'altra persona ha diritti e doveri che lo Stato non può ignorare". La Chiesa si mobiliterà contro i patti di solidarietà? "No. Nulla da obiettare se si regolamenta un dato di fatto come le convivenze. Una soluzione va comunque trovata". Come si sarebbe comportata sui Pacs la Democrazia cristiana? "Con pragmatismo e buon senso, senza fare guerre di religione su un tema da risolvere per via negoziale". E la bufera sui matrimoni gay? "E' un modo errato di porre la questione. La convivenza è una galassia estremamente vasta, di cui le coppie omosessuali sono una piccola minoranza. Sotto la regolamentazione introdotta dai Pacs, per esempio, ricadrebbero anche gli anziani che vanno a vivere sotto lo stesso tetto per riuscire a ridurre le spese e arrivare a fine mese. Per non parlare, poi, delle unioni di religiosi e laici". Cioè? "Mi riferisco a tante persone, di entrambi i sessi. In numerose associazioni e movimenti ecclesiali come Comunione e Liberazione spesso prendono in affitto un appartamento e decidono di mettersi insieme per vivere la loro missione di fede". Lei come si regola nella sua diocesi? Le famiglie "irregolari" possono partecipare alla vita delle parrocchie? "Non chiuderò mai le porte delle mie chiese, sono fedeli che fanno parte a tutti gli effetti della nostra comunità. Nelle attività parrocchiali e nei gruppi religiosi accogliamo e valorizziamo al massimo l'impegno dei divorziati risposati e dei conviventi".

(Stampa, La del 14/09/2005)

http://www.gaynews.it/view.php?ID=34088

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