martedì 20 settembre 2005

Nuova legge elettorale? Vince l'Unione. Vantaggio di 9 punti

Nel sondaggio Demos-Eurisko si aggrava il senso della crisi
Per il 53% il bilancio familiare non "tiene" più
di ROBERTO BIORCIO
FABIO BORDIGNON


Si inizia a percepire il clima della campagna elettorale. Diminuiscono gli incerti e si profilano con maggiore chiarezza gli orientamenti di voto. Emerge ancora un vantaggio significativo a favore dell'Unione: oltre 9 punti al maggioritario, 7 e mezzo al proporzionale. E, d'altra parte, la proposta avanzata dalla Casa delle libertà di un ritorno al sistema proporzionale trova un consenso molto ridotto nell'elettorato. Sono i principali risultati proposti dal 4° Atlante Politico, realizzato da Demos-Eurisko per la Repubblica.

Si confermano ancora oggi, e in parte si accentuano, una serie di tendenze già rilevate nell'ultimo anno. Le valutazioni dei cittadini descrivono un quadro fortemente negativo, che si ripercuote, i nevitabilmente, sul consenso verso l'esecutivo. Quasi 9 persone su 10 si dicono insoddisfatte di come vanno le cose in Italia (86%). E l'economia rappresenta, indubbiamente, uno dei principali tasti dolenti: il bilancio familiare "tiene" ancora per una maggioranza, ormai risicata, della popolazione (53%, contro il 61% di gennaio); ma sempre meno persone intravvedono segnali di ripresa per quanto concerne l'economia nazionale (20%).

L'indice di gradimento per l'operato del governo, di conseguenza, è ulteriormente sceso negli ultimi 12 mesi: da oltre il 40% di inizio anno, all'indomani delle regionali era scivolato sotto il 30%, per toccare, oggi, il valore più basso: 27%. Appena il 32% degli intervistati, inoltre, dà la sufficienza al presidente del Consiglio: un dato che colloca Berlusconi in fondo alla lista di gradimento dei politici, assieme a Bossi e Follini. Grande, tuttavia, è la distanza da altre due figure del centro-destra: Casini e, in particolar modo, Fini (55%). I consensi verso il ministro degli Esteri, che si estendono ben oltre i confini del suo partito, sembrano insidiare la leadership di Berlusconi. L'elettorato della Cdl, infatti, appare diviso nella scelta del candidato "ideale" per le politiche 2006: se il 34% confermerebbe l'attuale premier, il 32% chiede che la guida passi al presidente di An.

La situazione, sull'altro versante dello spazio politico, appare assai diversa. Gli italiani, pur mantenendo un atteggiamento critico nei confronti dell'opposizione, formulano un giudizio più benevolo (33%) rispetto a quello assegnato al governo. Inoltre, il leader della coalizione ottiene un livello di apprezzamento che lo colloca in posizione mediana, nella graduatoria dei politici. Il suo ruolo in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, peraltro, non viene messo in discussione dall'elettorato di centro-sinistra: con il 35% delle preferenze, Prodi distanzia nettamente gli altri esponenti della coalizione.

L'avvicinarsi delle consultazioni politiche, oggetto di attenzione crescente da parte dei media e nel dibattito pubblico, modifica, in parte, i riferimenti per le scelte di voto. Si comincia a percepire il clima della futura campagna elettorale. Cresce, quindi, la disponibilità a dichiarare il voto (i rispondenti passano dal 73 al 79% per il maggioritario, dal 55 al 61% per il proporzionale). Sembra un po' dissolta la fase di disorientamento e di sbandamento dell'elettorato di centro-destra, registrata dopo le elezioni regionali. Le aspettative di vittoria del centro-sinistra alle prossime elezioni politiche si sono ridotte rispetto al mese di maggio, anche se restano più del doppio rispetto a quelle della Cdl. Fino all'estate scorsa gli orientamenti elettorali apparivano influenzati soprattutto dalla delusione (ancora in aumento) verso il governo Berlusconi. In prossimità delle elezioni nazionali (caricate di aspettative e di significati di più ampio respiro), le scelte tendono a legarsi maggiormente alle identità politiche e culturali, che possono mettere tra parentesi il giudizio sulle performance del governo. La diminuzione del numero degli incerti, quindi, ha ridotto lievemente il distacco fra l'Unione e la Casa delle libertà. Si possono rilevare, poi, alcuni interessanti mutamenti interni alle coalizioni.

Crescono, in particolare, i consensi per i Ds, nel centro-sinistra, e quelli per Alleanza nazionale e la Lega, nel centro-destra. La proposta di abbandono dell'attuale sistema maggioritario, per passare a un sistema proporzionale, sembra trovare scarso sostegno nell'opinione pubblica (19%) e risulta poco condivisa anche tra gli elettori di centro-destra e della stessa Udc. Gli attuali orientamenti di voto, inoltre, darebbero all'Unione la possibilità di vincere (per un soffio) anche in presenza di una nuova legge elettorale di tipo proporzionale (con premio di maggioranza). La partita sarebbe, però, molto incerta, e l'esito dipenderebbe anche dal successo delle possibili aggregazioni tra i piccoli partiti.





http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/versoelezioni/unionetesta/unionetesta.html

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