sabato 24 settembre 2005

Omosessualià come malattia: pubblichiamo l'allucinante intervista all'ex 68ino Sorbi

«I gay? Sono malati, noi li curiamo»Viaggio nella struttura cattolica di Milano che vuol "combattere" la diffusione dell'omosessualità
Sorbi, sociologo ed ex-Lotta continua: nel nostro centro li riconquistiamo alla morale.
di Patrizia Albanese


Alla rovescia, beninteso. Se Michael Douglas era finito in terapia per guarire dalla smania di far sesso di continuo, le "Living waters" garantiscono a gay e lesbiche un appassionato ritorno all'eterosessualità. Un cammino indispensabile, poiché Sorbi non ha dubbi: «I gay sono malati e viziosi ». Amen. Le parole di questo sociologo che rimpiange Enrico Berlinguer, ha «votato a favore dell'aborto», ha «fondato i proletari in divisa nell'esercito» e ha «passato una notte in un cesso del Distretto militare di Napoli a discutere di omosessualità con Pier Paolo Pasolini » risuonano come una frustata nel pacifico chiostro del "Rosarium" dei frati francescani di via Pisanello. Nella sala convegni, ieri è partito il primo dei quattro incontri - dedicato a insegnanti e genitori - sulla "Prevenzione e modificazione dei comportamenti a rischio". Sorbi è andato a portare al pubblico - quasi tutti signore, un po' agèe - il saluto del Movimento per la vita ambrosiano, ricordando: «Abbiamo vinto ai referendum sulla procreazione assistita con il 75%, possiamo farcela di nuovo. Dobbiamo diffondere la Verità». Tra i progetti primari di questo ex sessantottino docente all'università europea di Roma - tirato per la giacchetta da Margherita e Forza Italia per una candidatura nel 2006 - non poteva mancare, appunto, «la redenzione degli omosessuali». E mica solo in Italia: «Il progetto "Living waters" è mirato al recupero degli omosessuali su scala internazionale. Aperto anche ad ebrei e ortodossi, perché l'ecumenismo è importante. Non è certo la religione, il discrimine ».

Posto che Paolo Sorbi non scherza come sembra, quando snocciola: «Non esiste una terza razza: essere omosessuali è una malattia», se non è la religione, qual è il discrimine per essere accettati nei "Living waters"? «Semplice, la ragione. La volontà di cambiare, perché si riconosce il male di essere omosessuali» replica questo Savonarola in giacca e cravatta, travestito da simpatico affabulatore di mezza età. Tiene a precisare: «I gay sono dei rompic... tremendi, grondanti problemi psicologici che non esistono.

Se sono felici come stanno, io non voglio far loro alcuna violenza. Ma siccome stanno male e sono tormentati, sempre nel rispetto della libertà di coscienza, se loro vogliono e lo chiedono, creo le condizioni di distruzione a fondo del male». Scusi, chi stabilisce che cosa è male? «C'è una morale naturale, non cristiana. La Storia indica ciò che è bene». Bush, come lo definisce? «Uno pro-life, per la vita». Anche in Iraq? «No comment» replica quando il sangue dell'ex sessantottino, tant'è, riappare. E gli fa dire con convinzione di essere «vicino alla protesta della scuola islamica di via Quaranta». Anzi, di essere «disposto ad andarci e manifestare loro solidarietà se soltanto lo chiedessero al Movimento per la vita ambrosiano». Difficile comprendere la solidarietà agli islamici e non ai gay. «E perché? - domanda il sociologo -. Ho un ottimo rapporto con gli islamici. Non sul dialogo ideologico, ma ad esempio per quanto riguarda la famiglia». Che loro, ad esempio, intendono con trequattro mogli, non proprio seguendo l'etica cristiana. Dribbla: «Ora non più. Le mogli costano. Sulla scuola di via Quaranta, hanno sbagliato perché non sono riusciti a collocarsi su un terreno di non violenza. Si deve accettare la legalità democratica. Loro hanno posto un problema vero, ma gestito malissimo. Noi abbiamo avuto gli stessi problemi con le scuole private cattoliche, ma li abbiamo risolti nella legalità. E ora ci sono le scuole legalmente parificate, che seguono i programmi ministeriali e hanno edifici idonei. Certo che se loro rifiutano di inserirsi nella legalità, come hanno fatto anche le scuole ebraiche, combattono una battaglia persa. Sbagliano il metodo, non hanno mediazione. Tutta colpa della Caritas che dovrebbe dare insegnamenti democratici e non aiuti materiali». Difficile spiegarlo a chi non ha da mangiare, né da dormire... Insiste il sociologo: «Se mancano gli insegnamenti democratici, si sfocia nell'islamismo estremo e nel terrorismo. Che vogliamo tutti evitare ». Almeno quanto i gay che non si pentono. Perché il Movimento per la vita si ostina a definirli malati?

Com'è possibile da parte di una persona con i suoi trascorsi, compresa «una notte a discutere con Pasolini»? Non pensa che i suoi maestri del vecchio Pci si rivolterebbero nella tomba? «Guardi che i nazisti sono quelli che considerano i gay una terza razza, proprio come faceva Hitler» insiste Paolo Sorbi. E ricorda: «Pasolini, che feci entrare di nascosto al Distretto quand'ero militare a Napoli, era travagliatissimo e distrutto moralmente sulla propria omosessualità. Cercava disperatamente la Fede. E sa quanti ce sono come lui? Certamente meno famosi e non in grado di chiedere aiuto apertamente?». Anche a Pasolini disse che era vizioso, come definisce ora i gay? «Fu una discussione molto tormentata». Almeno quanto quella attuale sui Pacs. Contrario anche a quelli? Riemerge il vecchio comunista. Allarga le braccia. Sorride. E sbotta: «Perché mi vuol far litigare col mio amico cardinal Ruini?».


http://www.gaynews.it/view.php?ID=34270

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