domenica 20 novembre 2005

Cossiga sul Riformista inneggia a Zapatero contro le ingerenze "neotemporali" della chiesa cattolica

Nel sorprendente articolo Cossiga ci rivela che fu prima Pio XI e poi Pio XII a spingere i cattolici ad accettare il regime fascista e il regime nazista sciogliendo i partiti popolari


ALLORA VIVA ZAPATERO
DI FRANCESCO COSSIGA
Sono un cattolico-liberale, non adulto L'ingerenza della Chiesa non mi piace mai


Caro direttore, chiedo ospitalità al tuo giornale, perché uno dei non moltissimi giornali liberal del nostro paese, per esprimere il mio aperto e fermo dissenso dalla recente presa di posizione della Conferenza episcopale italiana sulla riforma costituzionale recentemente approvata dal Parlamento nazionale, dissenso che è dettato dall'essere io cattolico-liberale e quindi fermo sostenitore dello Stato laico, l'unico stato che nei tempi moderni credo conforme ai principi della libertà religiosa, libertà per i singoli e per le chiese e comunioni religiose e madre di tutte le libertà, nonché agli stessi principi cristiani. Il mio dissenso non è relativo al merito, poiché considero la riforma costituzionale del centrodestra una riforma cattiva e brutta quanto quella a suo tempo approvata dal centrosinistra con un colpo di mano negli ultimissimi giorni della legislatura, ma sul piano dei principi. Riconosco alla Chiesa cattolica, così come alle altre chiese e comunioni religiose, dalla valdese all'ebraica e anche all'islamica italiana, il diritto e anzi il dovere di esprimere il loro giudizio su leggi civili che ritengano non conformi ai principi etici da loro professati ed insegnati. Ma non credo sia conforme né alla laicità dello Stato - e la Repubblica italiana è uno stato laico -, né alla missione della Chiesa che essa si esprima e dia giudizi né di approvazione né di condanna su leggi civili meramente temporali, ancorché le ritenga con tanta superficialità in contrasto con quell'affermato e confuso principio di "solidarietà", che né la Chiesa né altri ha ancora ben spiegato che cosa giuridicamente significhi. Sembrerebbe esservi un grande e nostalgico ritorno alla teoria della «potestà indiretta della Chiesa nelle cose temporali», in forza della quale, in nome dell'«utilità per la Chiesa», indifferentemente, papa Leone XIII impose ai cittadini cattolici francesi di «fede» monarchica di accettare il regime repubblicano, e cercò quindi, senza riuscirvi, di imporre agli irlandesi di desistere dal loro impegno di massa e parlamentare per l'indipendenza contro il governo britannico, e più tardi papa Pio XI impose ai cittadini italiani democratici l'accettazione del regime fascista, ordinando l'esilio a don Luigi Sturzo, dopo averlo fatto dimettere da segretario del partito popolare italiano, democratico e antifascista, di cui si dispose lo scioglimento, e poi lo stesso papa Pio XI, successivamente pentitosi, e papa Pio XII, mai almeno apertamente pentitosi, imposero ai cattolici tedeschi l'accettazione del regime nazista, disponendo lo scioglimento del glorioso partito democratico-cristiano, il "Centrum", e ordinando al suo segretario monsignor Haas l'esilio in Vaticano. Interferendo nelle cose temporali, la Conferenza episcopale italiana rischia di far perdere credibilità e autorevolezza ai suoi interventi anche rispetto alle leggi civili, per motivi di carattere etico (lasciamo stare i vaghi motivi di carattere "sociale", dato che la Chiesa per essi è stata successivamente contro le libertà moderne, e in particolare fino al Concilio Vaticano II specificatamente contro la libertà religiosa, e poi a favore di esse, contro i regimi di sovranità popolare, democratici e rappresentativi, e successivamente a favore di essi, prima decisamente antiebraica, e poi, salvo il periodo da papa Giovanni Paolo II in poi, moderatamente tollerante verso gli ebrei, ma ancora meno verso gli israeliani. La vergogna è che i cosiddetti «laici» abbiano, nel silenzio dei «cattolici adulti» alla Prodi, alla Castagnetti, alla Enrico Letta e alla Rosi Bindi, "urlato" alla «ingerenza» del cardinal Ruini, quando criticò il progetto prodiano di introduzione dei pacs, e adesso plaudano a quella che è una vera e propria ingerenza, solo perché critica nei confronti del centrodestra. È una vergogna che però non mi meraviglia, solo che pensi di quanto la vittoria di Romano Prodi e del suo centrosinistra sia stata tributaria e possa anche domani esserlo, all'ingerenza politica di molti, anzi di moltissimi vescovi. Ma se il prezzo da pagare per la laicità dello Stato e per la difesa della missione della Chiesa italiana contro tentazioni o derive neo-temporaliste è l'introduzione del matrimonio tra non eterosessuali, ebbene: viva Zapatero! Dio mi perdonerà!

http://www.gaynews.it/view.php?ID=35024

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