lunedì 5 dicembre 2005

Ulivo, unioni civili e ritiro dall'Iraq prime intese sul programma

Prodi ha annunciato l'intesa alla conferenza dell'Unione in corso in Umbria "Non si chiameranno PACS, ma una soluzione alle coppie di fatto ci sarà"
Il rientro da Nassiriya sarà concordato con le autorità di Bagdad
Il Professore rilancia: "Al governo solo per cambiare in profondità"




SAN MARTINO IN CAMPO (PERUGIA) - Intesa raggiunta all'interno dell'Unione sui contratti civili per riconoscere i diritti delle coppie di fatto e il ritiro dall'Iraq. Lo ha annunciato Romano Prodi durante una pausa dei lavori per la definizione del programma della coalizione di centrosinistra in corso a San Martino in Campo, in Umbria. Un programma, ha avvertito Prodi, che sarà "molto forte di riforma, molto coraggioso, perché gli eventi degli ultimi anni ci dicono che o siamo capaci di mettere in campo riforme coraggiose o l'Italia non ce la fa a rialzarsi".

"Dobbiamo dare un indirizzo preciso - ha detto ancora - che garantisca dinamismo al sistema e crei le premesse della ripresa, giustizia sociale e maggiore ridistribuzione dei redditi. Per questo servono riforme precise forti e specifiche".

Illustrando poi le prime intese raggiunte, il Professore ha spiegato che "non si chiameranno pacs, ma una soluzione legislativa alle unioni civili, alle cosiddette coppie di fatto, ci sarà nel programma dell'Unione". "Senza specificare il nome - ha aggiunto - c'è un accordo sulle unioni civili per stabilire diritti privati e pubblici". "Non è stato usato volutamente il termine pacs - ha chiarito ancora il leader del centrosinistra - per evitare tutte le polemiche e gli equivoci che ci sono stati fino ad ora".

Prodi ha anticipato che è stata raggiunta un'intesa collegiale anche sulle modalità del ritiro delle truppe italiane dall'Iraq. "Immediatamente dopo, se
vinceremo, proporrò un calendario per il ritiro del nostro contingente", ha fatto sapere. L'agenda del ritiro, ha chiarito ancora, sarà stabilita dopo aver "consultato il governo iracheno" e che in ogni caso "l'impegno di stabilizzare, pacificare e ricostruire anche democraticamente l'Iraq c'è". Per la stabilità della coalizione si tratta di un importante passo avanti, anche se bisogna tenere conto che al seminario umbro erano assenti per vari motivi l'Udeur, lo Sdi e i Comunisti italiani.

Accordo anche sul testamento biologico ''come deciso all'unanimita' dalla Commissione di bioetica e no all'eutanasia'', ha spiegato ancora il Professore.

Prodi ha quindi voluto parlare più in generale delle caratteristiche di un suo eventuale mandato a palazzo Chigi. "Questo governo - ha ribadito - dovrà essere un governo di profonde riforme e non di ordinaria amministrazione: da parte mia ho sottolineato che mi accingo a questa sfida soltanto se sarà possibile riformare profondamente l'Italia".

"Nella mia vita - ha aggiunto - ho avuto tutte le esperienze politiche che potevo avere, presidente del Consiglio e della Commissione Ue, e mi accingo a questa sfida soltanto se sarà utile per fare riprendere l'Italia, per dare una speranza e per convincere gli italiani che si può cambiare".

"Se vinciamo - ha proseguito il leader dell'Unione rispondendo a chi gli ricorda nuovamente le osservazioni fatte sull'Ulivo da Carlo De Benedetti - il nostro non può essere un governo di ordinaria amministrazione. Se torno, è per cambiare l'Italia. Non possiamo dare al riformismo un significato generico. Io mi presento al Paese con questo pacchetto di riforme, non mi interessa altro, anche perché non debbo aggiungere nulla al mio curriculum".

(5 dicembre 2005)

http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/politica/progprodi/progumbria/progumbria.html

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