lunedì 23 gennaio 2006

Unione in vantaggio di 6 punti; il caso Unipol non turba il voto

Anche l´immagine dei leader ds non è scalfita E Veltroni è il più "amato"
Secondo le stime del sondaggio Demos-Eurisko il distacco è quasi immutato
La responsabilità degli scandali è spartita in modo eguale: la "superiorità morale" della sinistra non è più scontata
Per metà dei cittadini la corruzione non è mai arretrata Ma le vere paure sono altre: il lavoro, i prezzi, la criminalità
Nel centrodestra il più apprezzato è Gianfranco Fini seguito da Casini E Berlusconi è al terzo posto

Gli eventi politici delle ultime settimane sembrano produrre effetti piuttosto limitati sugli orientamenti dell´elettorato e sugli equilibri tra centrodestra e centrosinistra. I casi Unipol e Antonveneta hanno scosso l´opinione pubblica e intaccato ulteriormente l´immagine dei partiti, ma senza danneggiare, in modo specifico, una delle due coalizioni. In particolare, rimane stabile il giudizio sui leader dell´Unione, e lo schieramento di centrosinistra continua a godere di un discreto margine nelle intenzioni di voto: circa sei punti. È quanto emerge dall´ultima rilevazione dell´Atlante Politico, realizzato da Demos-Eurisko per Repubblica.
Il clima politico. Le rivelazioni sulle scalate bancarie di Unipol e BPI stanno contribuendo, in questi giorni, ad allargare la frattura tra società e politica. Una componente estesa della popolazione (43%) si dice molto colpita dagli sviluppi delle inchieste giudiziarie, dal coinvolgimento di alcune figure politiche di primo livello. Quasi tre persone su quattro (73%) considerano gravi queste vicende, sebbene, al loro interno, una quota significativa (31%) ritiene ci siano, in questo momento, questioni molto più urgenti da affrontare. Del resto, se guardiamo alla lista delle priorità segnalate dai cittadini, il tema della corruzione politica figura al penultimo posto (20%), mentre le vere emergenze, nel giudizio dell´opinione pubblica, vanno ricondotte alla dimensione economica: la disoccupazione, l´inflazione.
Le responsabilità di questi scandali, secondo il 50% della popolazione, vanno spartite, in misura uguale, tra destra e sinistra: componenti piuttosto ridotte, tra gli interpellati, puntano il dito verso una delle due coalizioni. Presso la maggioranza dei cittadini, per converso, si fa largo l´idea che i legami con il mondo degli affari, in parlamento, costituiscano un elemento trasversale. Il tentativo di utilizzare il caso Unipol per contestare la presunta "superiorità morale" del centrosinistra e assimilare, sotto questo profilo, le due coalizioni trova terreno fertile negli atteggiamenti dell´elettorato.
Ciò nondimeno, gli eventi delle ultime settimane non hanno penalizzato, in misura consistente (almeno fino a questo momento), la coalizione di centrosinistra. In particolare, il giudizio sulla condotta dei Ds è sì severo - tra gli stessi elettori dell´Unione prevale l´idea che siano stati commessi degli errori - , ma solo una componente minoritaria (23%) mette in discussione l´onestà dei leader del partito. La posizione di Fassino, nella graduatoria degli uomini politici più apprezzati, rimane, peraltro, inalterata. Ottiene i favori del 44% degli intervistati: la stesso valore registrato lo scorso settembre, che conferma il segretario dei Ds sui livelli dei principali esponenti dell´Unione. Tra questi, solamente Veltroni si distingue nettamente: il sindaco di Roma, con il 59%, precede, in vetta alla graduatoria, Fini (57%) e Casini (55%). Si ferma molto più in basso, al 32%, la terza punta del "tridente" di centrodestra: il suo leader Berlusconi.
Le tendenze elettorali. Le polemiche suscitate da "bancopoli" e la massiccia campagna mediatica del presidente del consiglio hanno, di fatto, anticipato l´avvio delle campagna elettorale. Prevale ancora largamente tra gli intervistati l´attesa per una vittoria dell´Unione alle prossime elezioni. Ma crescono lievemente gli incerti e - soprattutto fra gli elettori di centrodestra - le attese di vittoria per la CdL. In parallelo, è aumentata di qualche punto la fiducia nel governo e si è un po´ ridotta quella nell´opposizione.
Sembra crescere, in generale, il settore dell´elettorato incerto sulla scelta di voto, o tentato dall´astensione: le mancate risposte sulle opzioni elettorali passano dal 31% di settembre al 37%. La recente indagine Demos-Eurisko ha ricostruito le tendenziali preferenze di quest´area grigia di intervistati, mettendo in luce una prevalenza di potenziali orientamenti di voto per il centrosinistra. In passato l´incertezza sembrava soprattutto diffusa in una parte dell´elettorato di Forza Italia. E, non a caso, le iniziative mediatiche di Berlusconi sono state sempre orientate alla ri-mobilitazione di questi settori. Il problema dell´attivazione delle proprie aree elettorali potenziali sembra oggi altrettanto rilevate per i partiti e per i leader dell´Unione.
Negli ultimi quattro mesi, la distribuzione delle intenzioni di voto non ha registrato significative trasformazioni. La distanza fra le coalizione di centrosinistra e centrodestra resta elevata, anche se si è un po´ ridotta (da oltre sette punti percentuali a sei). Entrambe le coalizioni hanno d´altra parte aumentato i consensi, per l´inclusione di diverse formazioni politiche in passato autonome. Nel centrodestra sono aumentate, inoltre, le opzioni di voto per i due principali partiti (Forza Italia e An). Il partito di Berlusconi non ha però ancora recuperato i consensi ottenuti alle elezioni europee del 2004. Nel centrosinistra, restano invece sostanzialmente stabili negli ultimi mesi le intenzioni di voto espresse per i maggiori partiti: le lievi diminuzioni registrate sono statisticamente trascurabili nelle indagini campionarie. L´affare Unipol/Bnl e le vicende delle intercettazioni telefoniche non sembrano avere effetti rilevante sull´elettorato dei Ds, né, più in generale, sugli orientamenti di voto per l´Unione. I cambiamenti del clima politico generale, e la crescita dell´incertezza che coinvolge anche settori dell´elettorato potenziale di centrosinistra, possono però rendere più complessa la conquista del consenso nel corso della campagna elettorale.

ROBERTO BIORCIO


FABIO BORDIGNON

La Repubblica 22-01-2006

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