venerdì 7 luglio 2006

Lettera al Cardinale

di Wladimir Luxuria


Cara Eminenza, sull´Espresso del 27 aprile scorso ho letto con estremo interesse il dialogo sulle grandi questioni etiche del nostro tempo tra Lei, che considero un esponente tra i più sensibili e autorevoli del Collegio Cardinalizio e Ignazio Marino, Senatore nonché scienziato e chirurgo di fama internazionale. Prima ancora del contenuto ho apprezzato i toni civili con i quali vi siete confrontati su temi delicati che riguardano la vita e la morte. (...) Su molti temi è in atto più che un auspicato confronto uno scontro, spesso strumentalizzato da alcuni partiti per ottenere consenso popolare o per «tirare per la sottana» un sacerdote, un vescovo o un cardinale affinché si rivolgano ai propri fedeli non considerandoli più «gregge di Dio» ma «potenziale elettorato».(...) È stato coniato un neologismo per definire chi è portatore di valori diversi rispetto a quelli dell´etica cattolica se non addirittura l´assenza di valori: il termine è laicismo.

Troviamo questa parola, ad esempio, nell'appello dell'ex Presidente del Senato Marcello Pera: «Siamo impegnati a riconfermare la distinzione tra Stato e Chiesa, senza cedere al tentativo laicista di relegare la dimensione religiosa alla sfera del privato». Mi auguro che Lei convenga che un principio costituzionale non ha bisogno di difensori e riconferme, c'è una Corte Costituzionale che adempie già a questo compito; nessuno, inoltre, ha mai né pensato né affermato che la Chiesa non abbia il diritto di esprimere pubblicamente le proprie posizioni su qualsiasi argomento, considererei offensivo tacciare di cattolicismo chi non la pensa come me su alcune questioni.

(...) Bisognerebbe fare più attenzione al linguaggio che si usa, le parole possono diventare sassi scagliati con violenza. La parola più violenta è genocidio, cioè la programmata distruzione di un gruppo etnico, compiuta sterminando gli individui che ne fanno parte e l'annullamento dei valori e dei documenti culturali. Definire l'aborto come un genocidio significa definire naziste tutte quelle donne che ne hanno dovuto fare ricorso: donne che hanno subito una violenza, la gravidanza di una dodicenne, una donna senza alcuna possibilità economica di far crescere un bambino, casi in cui un feto minaccia gravemente la vita di una madre. Recentemente i Pacs e le Unioni Civili sono state definite «eclissi di Dio», ovvero equiparate a quei campi di concentramento di cui il papa ha fatto visita denunciando la «assenza di Dio». Le eclissi in un immaginario superstizioso e popolare sono anche foriere di sciagure e calamità. All'ultima Via Crucis Papa Benedetto XVI ha dichiarato: «Certamente è dolorosa passione di Cristo l'aggressione nei confronti della famiglia. Sembra che oggi sia in atto una specie di anti-Genesi, un anti-disegno, un orgoglio diabolico che pensa di spazzar via la famiglia». Non Le sembra, cardinale Martini, che, al di là dei contenuti, il linguaggio usato adoperi dei termini inadeguati rispetto al messaggio che si vuole dare? Non Le sembra che accusare di genocidio, eclissi e di essere degli anti-Cristo sia pericoloso? Nel documento «Homosexualitatis problema» del 1986 l'allora cardinale Joseph Ratzinger deplorava «che le persone omosessuali siano oggetto di espressioni malevoli e di azioni violente»; mi sembra che terrorizzare l'opinione pubblica in questo modo possa far credere a qualcuno di avere la giustificazione ideologica a episodi di violenza nei nostri confronti considerandoli legittima difesa.

Mi rivolgo a Lei perché nel dialogo citato tra i temi etici non viene affrontato quello delle forme giuridiche che tutelino pubblicamente coppie formate da persone dello stesso sesso. Cercherò brevemente di spiegarLe, a mio parere, perché oggi la comunità di cui faccio parte sente il bisogno che il proprio nucleo affettivo non viva più clandestinamente nella società. Negli anni '70, in clima di liberazione sessuale, gli omosessuali rivendicavano la propria esistenza soprattutto attraverso la sessualità, il culto del corpo, il carpe diam, i rapporti occasionali visti spesso come unici rapporti possibili. Negli anni '80 l'Aids ha colpito inizialmente soprattutto la nostra comunità, abbiamo assistito impotenti alla scarnificazione dei corpi di decine e decine di nostri amici. In questa occasione abbiamo riscoperto il grande valore della solidarietà: molte associazioni hanno organizzato gruppi di auto-aiuto per persone sieropositive, servizi di assistenza ospedaliera e domiciliare e mentre il Vaticano condannava l'uso del preservativo noi non siamo passati all'attacco cedendo ad accuse di genocidio, abbiamo preferito rimboccarci le maniche e fare informazione sul sesso protetto visto più come necessario che come male minore.

Grazie al progresso della medicina oggi la nostra comunità sembra essere scampata all'estinzione (sebbene si continui ancora ad ammalarsi e a morire), oggi la nostra comunità non vuole più solo sopravvivere ma vuole sperare in un futuro non triste, misero e solitario ma in coppia con qualcuno. Non è un caso che il valore «solidarietà» sia stato inserito nella definizione della formula adottata in Francia dei Pacs. Non è un caso che nella definizione di Unione Civile si parli di rapporti di solidarietà, stabilità e sentimenti: quel «sentire» che non vuol dire solo «sentirsi» omosessuali ma nutrire affetto per qualcuno che prova, senza violenza e circoscrizione, lo stesso per noi. La Chiesa Cattolica fa una distinzione di giudizio morale sull'omosessualità: l'orientamento sessuale appartiene alla sfera pre-morale, ovvero ciò che si sente e se ci si dedica alla castità non c'è peccato, mentre l'atto omosessuale appartiene alla sfera della volontà ed è quindi peccaminoso. Sarebbe presuntuoso da parte mia cercare di farLe cambiare idea su questo punto ma La invito solo a considerare come «atto» omosessuale non solo quello sessuale ma quello affettivo, amicale, di solidarietà. La stessa formulazione delle Unioni Civili non sta a indagare nelle camere da letto delle persone e non chiede né allo Stato né al Vaticano di esprimersi specificatamente in merito: non si parla di relazione sessuale ma di «orientamento sessuale» come elemento non inficiante. Nella stessa terminologia da noi usata abbiamo preferito «gay» e «lesbica» a «omosessuale», «trangender» a «transessuale», consideriamo che appiattire tutta la complessa personalità di un individuo a un fattore meramente sessuale sia semplicistico. Le ricordo, cara Eminenza, che per individui dello stesso sesso si intendono anche coppie di anziani che si unirebbero per reciproca compagnia e per dividere le spese o badanti con assistiti anziani. Non mi arrogo neanche il diritto di entrare in questioni più strettamente teologiche di Sua competenza, ma ricordo che nelle parole di Gesù non c'è mai stata una condanna esplicita dell'omosessualità, anzi «chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra» dovrebbe essere un insegnamento soprattutto per certi politici che condannano le Unioni Civili senza mai ricordare che anche il divorzio è condannato dalla Chiesa. (...) Non troppi anni fa Umberto Bossi denunciava la Chiesa mondialista, dei Marcinkus, della P2 e della Parmalat e chiedeva di «togliere l'8 per mille alla Chiesa, rimetterli a piedi nudi». Nella scorsa legislatura il governo di centro-destra (di cui la Lega fa parte) con un blitz estivo ha esentato gli istituti privati cattolici (hotel, ristoranti e vari immobili) dal pagamento dell'Ici. Le chiedo se tentare di comprarsi l'appoggio della Chiesa sia un modo per nutrire rispetto così come io credo che sia più rispettoso considerare l'esposizione del crocifisso nei luoghi di culto perché davanti a un crocifisso si prega, e non in altri luoghi come le aule scolastiche, i tribunali e uffici statali dove un simbolo così importante di venerazione non deve poter scadere ad arredamento.

Mi rendo conto di aver toccato molti punti caldi e da molti non condivisi ma sono sicura che una persona così sensibile e pronta al dialogo e confronto come Lei non considererà come provocazione ma come possibilità di crescita reciproca.

Mi auguro che un giorno anche i rappresentanti della comunità gay, lesbica e transgender possano avere l'onore di incontrare importanti personalità ecclesiastiche. Se non Le sembro troppo ottimista mi auto-candido per conoscerLa personalmente.

[QUALIFICA]Testo tratto dal nuovo numero di MicroMega, in uscita oggi, che si apre con la proposta di Paolo Prodi di affidare a 15 non politici (eletti dal popolo delle primarie) la nascita del Partito democratico: oltre alla lettera aperta di Vladimir Luxuria al Cardinal Carlo Maria Martini, Furio Colombo in un´apologia delle intercettazioni telefoniche, un forum sulla televisione con Sabina Guzzanti, Marco Travaglio, Oliviero Beha che incalzano il nuovo ministro delle Comunicazioni. Un'ampia sezione di filosofia con saggi di Franco Cordero, Roberto Esposito e Corinna Albolino, Inoltre Niles Eldredge , uno dei più noti paleontologi mondiali, in un violento attacco all'America di Bush, mentre Carla Del Ponte, Baltasar Garzón Real e Antonio Cassese discutono di Tribunali e Corti penali internazionali.

E infine Sue Savage-Rumbaugh e Marc Hauser discutono dell'origine del linguaggio e del pensiero

Pubblicato da l'Unita del 07.07.06

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