lunedì 25 settembre 2006

La chiesa toscana non fa guerra ai PACS

Al convegno di Firenze cambio di stile: sì alla famiglia tradizionale ma niente crociate


FIRENZE. Pacs, unioni di fatto e famiglia. Qualcosa forse sta cambiando nel modo con cui la Chiesa affronta questi temi. Lo si è capito dal convegno sulla famiglia, organizzato dalla diocesi fiorentina ma di valenza nazionale per l'importanza dei personaggi chiamati a parteciparvi (tra gli altri la presentatrice Lorena Bianchetti, vedi a fianco, l'attrice Claudia Koll e l'assessore regionale Toschi). La novità è riassunta nell'omelia con cui ieri mattina il cardinale di Firenze Ennio Antonelli ha concluso il convegno, durato due giorni: il prelato ha ribadito con forza il valore cristiano della famiglia, ma lo ha fatto in positivo, e non in contrapposizione al fenomeno sempre più diffuso delle unioni di fatto e dei cosidetti Pacs. Da fonti molto vicine alla Curia fiorentina viene fatto osservare che la linea del cardinale Antonelli (è stato uno dei papabili e il suo nome ricorre tra i possibili sostituti del potentissimo Ruini alla guida della Cei) si basa sulla necessità della Chiesa di sottolineare più l'aspetto religioso della proposta cristiana della famiglia che quello politico della "guerra" a unioni di fatto e Pacs. Cambio di registro comunicativo, ma anche di politica ecclesiale. La Chiesa ribadisce alla società intera il valore del sacramento della famiglia, ne sottolinea anche l'importanza culturale e sociale, ma vuole evitare una contrapposizione in negativo, foriera di polemiche politiche. Prende le distanze da una strumentalizzazione partitica del tema della famiglia così decisivo per la Chiesa. Una scelta - quella di Antonelli - significativa nella Toscana che il riconoscimento delle coppie di fatto lo ha inserito nel proprio Statuto. Così nel convegno fiorentino sono state mostrate esperienze felici di famiglie cristiane e si è puntato più sulla forza in positivo della proposta della Chiesa, piuttosto che attardarsi su polemiche destinate ad essere strumentalizzate. Si capirà nei prossimi mesi se lo stile comunicativo del cardinale Antonelli diventerà anche quello della Chiesa e della Cei. (m.l.).

(Il Tirreno, 25/09/2006)
http://www.gaynews.it/view.php?ID=70306

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