sabato 4 novembre 2006

Elezioni 2006, l'ombra dei brogli

di Roberto Cotroneo


Tutto in una notte. Il vero o il falso, i dubbi, le certezze, le dimostrazioni scientifiche, e poi i programmi ai computer, il lavoro al Viminale, gli sguardi tesi dei leader della sinistra, e di quello del centrodestra. E poi Berlusconi, e Prodi, e quel pasticciaccio brutto delle elezioni di aprile. Quando vinse il centrosinistra, ma per pochissimo.
Quando in un giorno soltanto si passò da cinque punti percentuali di differenza a quei risicati 25mila voti. Da una vittoria netta di Prodi, annunciata, ribadita, e riconfermata, ogni giorno della campagna elettorale da tutti i sondaggisti, alla vittoria per una manciata di schede, che ha cambiato il destino del governo di Prodi, e soprattutto della stabilità politica nel nostro Paese. Che cosa è successo se lo è chiesto Enrico Deaglio, direttore di «Diario».

Che sul pasticciaccio brutto di piazza del Viminale ha girato un film, intitolato: "Uccidete la democrazia. Memorandum sulle elezioni di aprile", che sarà allegato alla rivista in Dvd il prossimo 24 novembre. E prima di lui se lo sono chiesti tre giornalisti, nascosti dietro lo pseudonimo di «Agente italiano» che hanno scritto un libro di fantapolitica, chiamiamola così, con nomi di maniera, per sostenere che al Viminale quella notte si consumò il delitto perfetto. Ovvero si spostarono i voti delle schede bianche in direzione non tanto della Casa delle Libertà, ma in direzione esclusiva di Forza Italia.

Fantapolitica, volumi che non hanno autori, dicerie, voci. Ma non solo: anche notizie, dettagli e storie molto limpide che qui vanno raccontate. Che cosa è successo? Deaglio non ha nessuna intenzione di anticipare tutti i contenuti del suo dvd, denominato "docu-thriller" prima del 24 novembre, ma già sul numero di "Diario" di oggi spiega una cosa: «c'è un tabù, le elezioni sono il modo per attuare la democrazia in un paese democratico.
Alterare i risultati delle elezioni è un modo per negare la democrazia. Il tabù in questo modo è infranto». Procediamo con ordine, e vediamo cosa può essere accaduto.

10 aprile. Ore 15.00 cominciano gli exit polls e poi nelle ore a seguire le proiezioni elettorali. Il centrosinistra parte subito con una vittoria netta, ma con il passare delle ore questa vittoria netta si assottiglia in un modo costante. Per semplificare, ogni ora che passa il centro sinistra scende di 0,5 e il centro destra sale di 0,5. I dati ufficiali del ministero dell'Interno, non ancora resi noti fino ad oggi, dicono una cosa. Le schede bianche delle ultime politiche sono state 400 mila. Un dato molto basso, di solito, in tutte le consultazioni elettorali sono molte di più. Quante di più? Nel 2001 erano 1.600.000. Quattro volte di più. Si potrebbe dire che nelle ultime elezioni, lo scontro radicale tra i due schieramenti ha convinto gli astensionisti più indefessi, e ha fatto diminuire il dato delle schede bianche? Difficile che sia accaduto fino a questo punto. Ma le vie degli elettori sono infinite.

Peccato però che a questo dato fortemente anomalo, se ne aggiunga un altro, che sfiora la fantascienza. I dati delle schede bianche, da che mondo e mondo, non sono mai omogenei se li si considera regione per regione. Per cui se a Milano nel 2001 si astennero il 6 per cento degli elettori, a Napoli si arrivò al 10, e a Torino al 3, etc. etc. Tutto questo dipende dal fatto che l'Italia è un paese molto diverso regione per regione, pochissimo omogeneo.

Cosa succede nelle elezioni del 2006? Secondo i dati del Viminale, non solo le schede bianche sono soltanto 400.000, ma la percentuale delle bianche, in tutte le regioni italiane, per la prima volta nella storia, è costante, tra l'1 e il 2 per cento in tutte le città e in tutte le regioni.

Questo numero è ancora più clamoroso delle 800mila schede in meno del 2001.
Perché numericamente è una probabilità quasi impossibile, ed è più facile vincere al superenalotto, piuttosto che si verifichi una eventualità di questo genere. Allora? Deaglio nel suo film, girato assieme a Beppe Cremagnani, parla con tecnici, politici, giornalisti, esperti di informatica, e cerca di trasformare la fantapolitica in politica vera e propria. Certo, Fassino quella notte era molto teso. Pisanu sembra abbia avuto uno scontro durissimo con Berlusconi. Il motivo? Si dice che Berlusconi volesse invalidare le elezioni, e chi li conosce bene dice che
tra Pisanu e Berlusconi da quella notte di aprile c'è il gelo totale.

Ma è difficile capire cosa sia successo. Facile capire invece perché è proprio sulle schede bianche che si gioca la partita. Quando le prefetture passano, elettronicamente, i voti al Viminale, le schede bianche diventano un dato di nessun interesse, perché non entrano nel conteggio della suddivisione dei seggi. A quel punto basta inventare un piccolo software capace di deviare i dati delle schede bianche a un raggruppamento politico, in modo automatico, e il gioco è fatto. Nel film di Deaglio Clint Curtis, esperto informatico americano, candidato per i democratici, ex repubblicano, lo mostra in pratica. In mezz'ora scrive il programma, e fa vedere come funziona. Utilizza anche un margine di casualità il suo programma, nel senso che le sequenze numeriche delle schede, hanno delle pause, poi accelerano, e non si comportano in modo uniforme. Dando la sensazione di un conteggio realistico e in progress. E il risultato è assai verosimile.

Deaglio assicura che il finale del suo film sarà molto sorprendente e adesso non intende rivelarlo, e c'è da chiedersi se sarà un fuoco di paglia o una bomba politica dalle conseguenze imprevedibili? L'americano Curtis sostiene che quel genere di broglio è come il delitto perfetto. E soprattutto si sa molto bene che è pressoché impossibile ricontare tutte le schede, anche se si volesse. Solo che le previsioni degli exit polls hanno sbagliato soltanto due dati. Due soli, in quella benedetta notte. Il primo è il dato delle schede bianche: se ne aspettavano 1.200.000. Il secondo è il dato di Forza Italia, inferiore al risultato. Secondo Deaglio lo scontro di quella notte tra Pisanu e Berlusconi concerneva esattamente questo argomento, e questi dati. Quella notte, Marco Minniti, entrando agitato e scuro in volto al Viminale, disse: "ci stanno rubando le elezioni". Ma a questo punto bisogna chiedersi due cose, che una risposta non ce l'hanno, o se ce l'hanno entrano veramente nella fantapolitica più bizzarra. Perché, se il programma funzionava così bene, non ha funzionato anche per i 25 mila voti che hanno fatto la differenza? E dunque: perché non si poteva finire l'opera? Seconda domanda: perché Berlusconi ha continuato a ripetere per giorni e giorni che voleva che si ricontassero tutte le schede? La seconda domanda può avere una risposta più facile. La miglior difesa è l'attacco. E va bene. Ma la prima rimane un mistero della Repubblica, che forse Deaglio ci svelerà il prossimo 24 novembre. O forse non verrà mai svelato da nessuno. Come nessuno potrà mai dire che queste non siano altro che congetture. Fantapolitica, roba buona per i dietrologi, da aggiungersi ai tanti misteri della notte della Repubblica, che non a caso apre la sua storia del dopoguerra con un ipotetico broglio sul Referendum Istituzionale. Mistero o no, fantasia o no, rimane certo il fatto che il programma per alterare i dati è un giochetto da ragazzi e soprattutto che nelle elezioni del 2006 quelli che hanno lasciato in bianco la scheda erano pochissimi, e in perfetto equilibrio, come una
magia elettorale che non è mai riuscita in nessun paese normale. Sempre che l'Italia si possa considerare un paese normale...

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