lunedì 22 gennaio 2007

Gay con figlia in tv, teo-dem scandalizzati

di Roberto Brunelli


Aiuto, una coppia di omosessuali devasterà l´italica televisione. Due uomini che, orrore degli orrori, alleveranno una bambina. Le invocazioni del Papa, di cardinal Ruini e della senatrice Binetti sono rimaste inascoltate in casa Rai: per colpa di un noto agitatore, Lino Banfi, e con l´aiuto di un pirata malese, Kabir Bedi, l´istituto della famiglia viene aggredito frontalmente sin nel tepore dei salotti degli italiani, minando alla base il concetto stesso di civiltà.
Alt: facciamo un passo indietro. La notizia, autorevolmente anticipata da Tv Sorrisi & Canzoni, è che nell´imminente quinta stagione della fiction Un medico in famiglia (in onda da marzo su Raiuno, Vaticano permettendo) l´omosessuale Oscar (interpretato da Paolo Sassanelli), finora single, si fidanzerà con Max (Alessandro Bertolucci), il quale ha pure una figlia, Agnese, che i due tireranno su insieme. Il tutto all´ombra del mitico nonno Libero (Lino Banfi, appunto), che se la vedrà col suo nuovo vicino di casa, l´indiano Kabir Bedi (un immigrato!), già celebre interprete di Sandokan (e dunque potenziale terrorista).

Signore e signori, per quanto possa sembrarvi bizzarro, per la prima volta una coppia gay con prole fa ingresso in un serial italiano. Oltretutto, il serial più rassicurante, lontano ere siderali da ben più avanzati e complessi modelli americani, come The L Word o Sex and the City. Solo che, diabolicamente, lo fa proprio mentre infuria la polemica su Pacs e similari, poche settimane dopo i feroci scontri seguiti alla fiction Il padre delle spose: quella, guarda un po´, con Banfi protagonista e produttore (ma allora, commentano i maligni, qui c´è il dolo!), padre di una ragazza (sua figlia anche nella realtà) sposatasi a un´altra ragazza nella Spagna di Zapatero.

Anche ora «neocon» e «teodem» si sono già scatenati, secondo un copione più rigido di quelli della più prevedibile telenovela. Per prima è la Alessandra Mussolini a consegnare alle agenzie di stampa il suo articolato pensiero: «Sembra che la Rai debba indottrinare gli italiani. Ci stanno facendo il lavaggio del cervello...». Conclude la segretaria di Azione Sociale che ormai si discriminano «i normali» e gli «eterosessuali».

Segue a ruota la senatrice Maria Burani Procaccini, di Forza Italia, che parla di «uso strumentale, culturalmente povero, di una tematica assai delicata come quella dei rapporto fra omosessuali: penso che queste cose siano molto pericolose per le figure identitarie necessarie e per la crescita psicologica dei bambini».

Terza, e curiosamente assonante con la Mussolini, la senatrice magheritina Paola Binetti: «C´è il rischio che d´ora in avanti gli unici discriminati siano i single». Poi parla di «massima criticità» per la presenza «di una bambina all´interno di una coppia omosessuale», e del fatto che, continuando su questa strada, in tv «l´unico grande assente» finisce per essere «la famiglia nella normalità» (bizzarro, detto da lei, che in una recente intervista ha affermato di non essere contraria alla mortificazione del corpo...).

Tocca al solo Beppe Giulietti, Ds, difendere il buon senso: «Non spetta ai politici comporre i palinsesti e i copioni della fiction. In tutta Europa, e non da oggi, ci sono stati e ci saranno film, canzoni, spettacoli, libri e fiction dedicati alle tematiche della coppie di fatto e della sessualità. Peraltro, questo accade già da qualche secolo».

Ultimo dubbio: non sarà che quella del simpatico Lino è una subodola strategia? Solo pochi giorni fa l´attore ha rivendicato con orgoglio la scelta di realizzare Il padre delle spose: «Ricevo lettere di ringraziamento da tutta l´Europa. Ho capito che la gente apprezza gli argomenti tosti». I «teo-neo-con-dem» (anche nella variante nera) sono avvertiti: sarà scontro di civiltà tra Lino Banfi e la senatrice Binetti?


http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=62948

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