giovedì 17 maggio 2007

Dante in "difesa" dei Gay

Intervista ad Aldo Onorati, per scoprire un nuova lettura della Divina Commedia
di Giuseppe Franco


La cultura nell'era dei DICO
Mentre la convivenza legale tra omosessuali si fa spazio nella nostra società, è interessante notare come la letteratura potrebbe assumere un significato diverso al passato. Basti pensare all'articolo di Daniele Priori pubblicato di recente su Babilonia Magazine, intitolato "Dante, era un amico dei Gay". L'autore mette in evidenza il comportamento di Dante nei confronti degli omosessuali attraverso la nuova ri-lettura dello scrittore e studioso Aldo Onorati, uno tra i più noti collaboratori della Società Dante Alighieri (www.ladante.it).
Nell'articolo, viene preso in analisi il III° girone del VII° cerchio dell'Inferno, quello riservato ai peccati di natura violenta, fra i quali rientrano i sodomiti. Dove Dante, incontra con stupore anche il suo maestro Brunetto Latini.

Secondo la "dantistica ufficiale", Alighieri, riconosce la colpa del suo Maestro pur confermandone la stima. Aldo Onorati invece, considera il dialogo tra l'allievo (Dante) e il maestro (Brunetto), piuttosto una lezione sull'omosessualità a noi moderni. Sarà questione di mentalità o capacità di lettura che per anni è mancata? Gli abbiamo posto delle domande:


Cosa emerge dal colloquio con Brunetto Latini?
Una forte novità morale: Dante esalta il suo maestro, dandogli del voi, cosa che usa solo con altri cinque grandi personaggi in tutta la Divina Commedia, elogiandolo per l'insegnamento etico da lui ricevuto. Si china di fronte a lui, come 'uom che reverente vada', lo definisce padre buono e caro. L'uomo d'intelletto e di cuore (Brunetto Latini) viene quindi prima del dannato per sodomia. Siamo nel Medio Evo: Dante è uomo moderno nelle vedute, libero dai condizionamenti. Per lui contano le qualità interne, non il sesso di una persona, e tanto meno le sue abitudini sessuali.

Dante quindi, colloca il suo illustre maestro nell'inferno per sottolineare le pene ingiuste della chiesa. Non può essere la rappresentazione de "la scuola" (simboleggiata da Brunetto ndr), come classico luogo di relazione omosessuale del Medio Evo?
Farei una doverosa distinzione. Dante non si scaglia mai contro la Chiesa come parola di Cristo e viatico al cielo, ma contro gli uomini suoi rappresentanti, anche lodando, però, i santi e gli asceti. Egli, infatti, ubbidisce alla sistemazione delle colpe secondo i canoni della religione cattolica, ma ciò non toglie che reagisca in modi diversissimi a seconda dei dannati. Ad esempio, dà un calcio a Filippo Argenti, iracondo, e disprezza Frate Alberigo, mentre si china grato e reverente davanti a Brunetto Latini. Questo la dice lunga. Anche di fronte a Paolo e Francesca, che pure stanno all'inferno, sviene per la pietà. Cosa dobbiamo dedurne? Una sola cosa: Dante non può nulla contro la giustizia divina, ma la sua reazione è una scelta autonoma che denuncia un larvato disaccordo coi canoni generali. Per quanto concerna la scuola nel Medio Evo e le relazioni omosessuali, non dimentichiamo che in Grecia era normale il rapporto sessuale maestro-allievo e a Roma antica padrone-schiavo, il puer capillatus: basti leggere il Satyricon, ad esempio. Quindi non assimilerei Brunetto alla scuola in sé.

Il canto xv dell'inferno condanna la sodomia, come nella tradizione cristiana, ma siamo certi che sia solo quella omosessuale?
Dante mette in bocca a Brunetto una dichiarazione terribile: 'Insomma sappi che tutti fur cherci/ e litterati grandi e di gran fama'. Il che significa che nel cerchio settimo, insieme a Brunetto, ci sono ecclesiastici e grandi uomini d'ingegno. Inoltre, Virgilio, che è la guida e la massima autorità poetica per Dante, era omosessuale.

Dante nel relazionarsi con Brunetto, sembrerebbe a volte allievo, a volte maestro, in uno scambio reciproco di ruoli. Ma Dante era omosessuale?
No. Dante era un donnaiolo impenitente. Ma era soprattutto un uomo illuminato, libero da pregiudizi. Basti dire che, in Paradiso, accanto a San Tommaso e san Bonaventura, pone Gioacchino da Fiore che era considerato quasi eretico dalla Chiesa. Dante è un genio immenso, un precursore dei tempi. Bisogna saperlo leggere nel giusto senso questo gigante".

Tra le diverse interpretazioni, non saremo noi a stabilire quale sia il senso giusto, tuttavia rimane indiscutibile la grande attualità di un opera come la "Divina Commedia".


http://www.voceditalia.it/index.asp?T=naz&R=cul&ART=9193

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