martedì 22 maggio 2007

Quel video non s'ha da vedere: rischio censura sul video della BBC

La Cei tuona contro la BBC, ma il video si diffonde ugualmente. Santoro chiede di mandarlo in onda durante la sua trasmissione in rai, ma il rischio censura è alto.

di Roberto Taddeucci





Sette mesi fa siamo stati tra i pochissimi a segnalare la messa in onda dello scottante documentario “Sex Crimes and the Vatican” quando fu trasmesso da BBC World. Si tratta di un inquietante reportage che indaga sulle ‘coperture’ che la Chiesa Cattolica avrebbe operato per mettere a tacere scandali riguardanti esponenti del clero coinvolti casi di pedofilia. Tra i casi toccati c’è anche quello di padre Henn Da quando Michele Santoro ha annunciato di aver chiesto ai vertici Rai di acquistarne i diritti per trasmetterlo all’interno della trasmissione “AnnoZero” è subito esplosa la polemica.



La Cei indignata

Tra i primi a drizzare le orecchie, i responsabili di Avvenire. Il quotidiano della Cei non gradisce che il documento venga visto proprio nelle settimane in cui chiede le donazioni dell’8 per mille . Nell’articolo, firmato da A. Galli, il tono è indignato per quella che sarebbe «un pot-pourri di affermazioni e pseudo-testimonianze apertamente sconfessate a suo tempo dalla Conferenza episcopale inglese, la quale invitò l'augusta Bbc a "vergognarsi per lo standard giornalistico usato nell'attaccare senza motivo Benedetto XVI".» Il documentario denuncia che sin dagli anni ’60 esistono linee di condotta per i casi di sospetta pedofilia che mai indicano di denunciare il tutto alle autorità di polizia, ma piuttosto di rivolgersi alla Congregazione della Dottrina della Fede, che prevede che tutte le cause di questo genere siano soggette al segreto pontificio. Tali linee prevedono solo la riduzione allo stato laicale per i prelati coinvolti, confermate da Joseph Ratzinger in una lettera del maggio 2001.



Politici in soccorso del Vaticano

Contro la divulgazione del video si sono mossi anche i politici. Staderini (Udc) ha fatto sapere che si batterà «per impedire a tutti i costi la messa in onda» perché «sarebbe un attacco inaccettabile al Papa.» Mario Landolfi (An), presidente della Commissione di vigilanza Rai, invita il direttore generale Claudio Cappon a non aderire alla richiesta di Santoro, ma Russo Spena e Migliore (Prc) reagiscono dicendo che «è grave esortare alla censura preventiva» e che anche in Rai si dovrebbe poter parlare di queste cose senza «accettare imposizioni dalle autorità ecclesiastiche». Nel consiglio di amministrazione Sandro Curzi ricorda che la BBC è nota per la qualità dei propri programmi e che ha consigliato a Santoro di andare avanti in base alla serietà del prodotto. Per Alessandra Mussolini (As) «la pedofilia è uno dei crimini peggiori» ed è quindi possibilista sulla messa in onda del filmato «se serve per fare chiarezza» a patto però che non sia «un attacco alla Chiesa». Per Beltrandi (Rosa nel Pugno), anch’egli membro della Commissione di Vigilanza Rai, «c’è un gran voglia di censura in giro, se si chiede, o ordina, a Santoro di non mandare in onda un documento diffuso un anno fa, perché chiama in causa responsabilità vaticane». Per Mura (Idv) devono essere i vertici della Rai a decidere, tuttavia esprime perplessità, «considerato il tema trattato e il taglio accusatorio nei confronti della Chiesa.» Mura evidentemente ignora che il documentario spiega che le autorità vaticane sono state invitate, ma hanno declinato l’invito.





http://www.gay.it/channels/view.php?ID=22893

Nessun commento:

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.