giovedì 14 giugno 2007

Firenze. Coppia gay ricorre al Tribunale dopo il no del Comune alla pubblicazione di matrimonio

Gli avvocati: "escludere il matrimonio per gli omosessuali significa impedire di sviluppare appieno la loro personalità"





FIRENZE, 14 GIU - Il 29 marzo scorso si sono visti rifiutare dal Comune di Firenze la loro richiesta di pubblicazione di matrimonio, oggi hanno presentato ricorso al tribunale contro quel no. Sono Francesco Piomboni e Matteo Pegoraro, 33 anni il primo, anche presidente di Arcigay Firenze, 21 il secondo, che, del loro desiderio di diventare anche giuridicamente una coppia hanno deciso di farne una ''battaglia politica'' e di ''impegno civile'', assistiti dagli avvocati Paola Pasquinuzzi di Firenze e Francesco Bilotta di Trieste.



Nel ricorso alla volontaria giurisdizione del tribunale fiorentino (30 pagine) essenzialmente si sostiene che le motivazioni del Comune sono ''illegittime e gravemente lesive del diritto all'autodeterminazione dei ricorrenti nonche' gravemente discriminatorie in quanto fondate sull'orientamento sessuale degli stessi''.



Motivo per cui si chiede al giudice anche di sollevare una questione di legittimità costituzionale.



L'avvocato Pasquinuzzi, che paragona l'attuale battaglia a quella fatta a suo tempo per il diritto a cambiare sesso, spiega che Palazzo Vecchio ha negato la pubblicazione del matrimonio essenzialmente perché nel codice civile, in tema di famiglia, si fa riferimento a marito e moglie e in virtù della circolare del ministero degli Interni 2/2001, che impedisce, per la contrarietà all'ordinepubblico, la trascrizione dei matrimoni omosessuali celebrati all'estero. All'opposto rileva che nell'ordinamento italiano non esiste una nozione di matrimonio così come non c'è un divieto espresso all'unione tra persone dello stesso sesso.



La circolare poi del ministero contrasta con lo spirito della Costituzione e con la Carta di Nizza sulla discriminazione per ragioni sessuali.



Infine escludere il matrimonio per gli omosessuali significa impedire di sviluppare appieno la loro personalità in un progetto di vita familiare e ciò appare in palese contrasto con gli articoli 2 e 3 della Costituzione.



Francesco e Matteo spiegano che ora, dal giudice, ''ci aspettiamo una risposta motivata, non un semplice diniego'' e sperano di essere utili per altre coppie, che magari potrebbero seguire il loro esempio e fare ricorso. ''Chiediamo - conclude l'avvocato - che il giudice si assuma la responsabilità di una funzione interpretativa delle norme in senso evolutivo per garantire una tutela che l'ordinamento nega''.





http://www.gaynews.it/view.php?ID=74291

Nessun commento:

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.