La sentenza non è applicabile nei paesi che non hanno legislazioni sulle coppie di fatto
La pensione di reversibilità deve valere anche per le coppie registrate e le leggi nazionali non possono discriminare fra queste ultime e quelle unite in matrimonio. Lo ha stabilito la Corte di giustizia delle Comunità Europee con una storica sentenza adottata oggi, a proposito di un caso tedesco. Attenzione, però, in Italia i gay conviventi hanno poco da gioire.
La sentenza, infatti, avrà conseguenze solo in quei paesi - come la Germania o la Francia - che prevedono una forma di registrazione volontaria per i conviventi, anche dello stesso sesso; mentre non cambia nulla in quei pochi paesi come l’Italia dove non esiste alcuna forma di registrazione.
Tadao Maruko, compagno di un costumista teatrale deceduto nel 2005, si è appellato alla Corte contro l’ente previdenziale per il personale artistico dei teatri tedeschi, Versorgungsanstalt der deutschen Buhnen, che non gli ha riconosciuto la pensione, nonostante la convivenza dimostrata da un Liebenpartenariaat, la forma di unione civile esistente in Germania. La Corte di Giustizia gli ha dato ragione in base agli articolo 1 e 2 della Direttiva 2000/78/CE sulla parità di trattamento nell’impiego e nell’occupazione. Diritti in più, ma non per noi italiani.
http://tinyurl.com/2o5kyb
La pensione di reversibilità deve valere anche per le coppie registrate e le leggi nazionali non possono discriminare fra queste ultime e quelle unite in matrimonio. Lo ha stabilito la Corte di giustizia delle Comunità Europee con una storica sentenza adottata oggi, a proposito di un caso tedesco. Attenzione, però, in Italia i gay conviventi hanno poco da gioire.
La sentenza, infatti, avrà conseguenze solo in quei paesi - come la Germania o la Francia - che prevedono una forma di registrazione volontaria per i conviventi, anche dello stesso sesso; mentre non cambia nulla in quei pochi paesi come l’Italia dove non esiste alcuna forma di registrazione.
Tadao Maruko, compagno di un costumista teatrale deceduto nel 2005, si è appellato alla Corte contro l’ente previdenziale per il personale artistico dei teatri tedeschi, Versorgungsanstalt der deutschen Buhnen, che non gli ha riconosciuto la pensione, nonostante la convivenza dimostrata da un Liebenpartenariaat, la forma di unione civile esistente in Germania. La Corte di Giustizia gli ha dato ragione in base agli articolo 1 e 2 della Direttiva 2000/78/CE sulla parità di trattamento nell’impiego e nell’occupazione. Diritti in più, ma non per noi italiani.
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