giovedì 3 settembre 2009
domenica 23 agosto 2009
Infastidito da baci ed effusioni ferisce due ragazzi gay : uno è grave
di Carlotta De Leo
articolo tratto dal Corriere della Sera
Due ragazzi gay che si stavano scambiando effusioni sono stati aggrediti e feriti con una bottiglia di vetro e forse un coltello da un 40enne romano che è stato denunciato dalla polizia per tentato omicidio. La violenza è avvenuta nella notte di venerdì all' uscita del «Gay Village», manifestazione estiva che si svolge nel parco Rosati (quartiere Eur). Una delle vittime, un ragazzo appena ventenne, è grave: è stato accoltellata all'addome, riportando danni a un polmone e al fegato ed è sottoposto ad intervento chirurgico all'ospedale Sant'Eugenio. L'altro ragazzo ha avuto una prognosi di sette giorni per una ferita al cuoio capelluto perchè ha ricevuto una bottigliata in testa. Per l'aggressione è stato denunciato A. S, 40enne con precedenti penali. L'uomo è a piede libero e la decisione del magistrato di evitare il carcere sta creando molte polemiche.
SEMBRAVA UNA CORRIDA - «Sembrava una corrida ma al posto del toro c'era un ragazzo insanguinato: nessuno interveniva, ma tutti guardavano. E lui, quell'animale, quel matto, dopo aver dato una coltellata riempiva il ragazzo trentenne di calci e pugni». A parlare è un testimone che è intervenuto per difendere i due gay . L'aggressione è avvenuta verso le quattro di venerdì notte: i due ragazzi (un amico del testimone e un giovane conosciuto poco prima) si abbracciano e si scambiano qualche bacio innocente quando all'improvviso si avvicina un gruppetto di persone e uno ha cominciato a urlare: «Ma che state facendo? Ci sono due ragazzini di 14 anni che non vogliono vedere certe cose!». La coppia di ragazzi ha risposto: «Non stiamo facendo niente di male: siamo persone libere, in un paese libero». «A quel punto - dice ancora il testimone - l'uomo si è allontanato di qualche metro, ha preso una bottiglia ed l'ha spaccata in testa ad uno e poi ha colpito con il coltello a serramanico l'altro che è caduto a terra. Quella bestia ha continuato a riempirlo di calci e pugni. Mi sono avvicinato, l'ho preso quasi braccio e mi sono allontanato. C'era sangue dappertutto. Ho urlato a quanti erano presenti di fare qualcosa ma nessuno si muoveva. Nel frattempo quell'uomo e i suoi amici si sono allontanati a bordo di due auto. Poi è arrivata la polizia e l'ambulanza. Ora quel ragazzo è intubato, per tutta la mattinata è stato sottoposto ad un intervento chirurgico. È fuori pericolo ma rimane grave.».
BATTAGLIA: «DEVE STARE IN CARCERE» - Imma Battaglia, organizzatrice del Gay Village La Battaglia plaude il gesto di ribellione dei due giovani aggrediti, e quello del testimone che è intervenuto e che ha fornito alla polizia un completo identikit dell'uomo. «La polizia è arrivata subito e, anche grazie al racconto del testimone, ha identificato l'aggressore che era fuggito». La Squadra Mobile capitolina ha individuato A.S. di 40 anni, pregiudicato per reati contro il patrimonio e gli stupefacenti, e lo ha denunciato in stato di libertà per tentato omicidio. «Non capisco perchè non lo abbiamo messo in carcere - attacca la Battaglia - . Da tempo sostengo che l'Italia deve firmare una legge sull'omofobia che deve essere considerata un'aggravante per questi reati. Il sindaco di Roma deve unirsi a noi in questa battaglia». Domenica, il vicesindaco di Roma, Mauro Cutrufo, farà visita al giovane ricoverato in ospedale. Alla base dell'aggressione, secondo la Battaglia, anche «un sovraffollamento di manifestazioni nella zona dell'Eur che avvicina persone eterogenee e può dar luogo a episodi di intolleranza omofobica come questo».
ALEMANNO: «INACCETTABILE CHE SIA FUORI» - «Una una violenza veramente ignobile e ingiustificabile» così dil sindaco di Roma, Gianni Alemanno, definisce l'aggressione subita dai due ragazzi gay. E anche per lui è «inaccettabile che un accoltellatore che ha agito con un chiaro movente di intolleranza sessuale sia oggi soltanto denunciato a piede libero per un mero cavillo procedurale». «Ancora una volta -aggiunge il primo cittadino - devo protestare vivamente per una decisione adottata da un magistrato. Senza certezza della pena e senza un' adeguata durezza di fronte ai reati di allarme sociali, qualsiasi politica di sicurezza e di lotta al crimine è delegittimata. Chiedo con forza che il magistrato inquirente adotti immediatamente il provvedimento di restrizione in carcere di questo delinquente».
«A ROMA SI VIVONO TEMPI BUI» - «Mai vissuti, a mia memoria, tempi così bui a Roma». Così Vladimir Luxuria commenta l'aggressione a due ragazzi gay. «La città - dice Luxuria, più volte protagonista delle serate del Gay Village - è sempre più insicura per tutte le categorie deboli non solo per le donne. Ci sentiamo tutti meno sicuri e viviamo con terrore questo clima fatto di squadracce e spedizioni punitive. Stavolta è toccato a due persone che erano colpevoli solo del fatto che si stavano abbracciando». Preoccupazione arriva anche dall'Arcigay: «Un episodio terribile, che ci sconvolge - dice il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo - . Purtroppo le aggressioni verso le persone gay , e soprattutto verso le coppie, sono in allarmante aumento nella Capitale. Nel Paese c’è un clima di intolleranza che vuole colpire anche i nostri amori».
Eppur bisogna andare
Adesso però è venuto il momento di riprendere in cammino, di restituire vita a questo blog.
Spero che tornerete a leggermi come avete fatto in passato.
martedì 27 gennaio 2009
27 gennaio, giornata della memoria
Ho deciso di pubblicare nella giornata della memoria un film documentario edito nel 2000 da Rob Epstein e Jeffrey Friedman.
Il film raccoglie la testimonianza di diversi uomini e donne che furono arrestati dai nazisti per omosessualità in base al paragrafo 175, la legge contro la sodomia del codice penale tedesco.
Tra il 1933 e il 1945, 100.000 persone furono arrestate in base al paragrafo 175. Alcuni di essi vennero imprigionati, altri mandati in campo di concentramento. Solo 4.000 sono sopravvissuti.
Avvertenza importante.
Il film, come vedrete, è ospitato su un server (Megavideo) che mette a disposizione il suo spazio gratuitamente aggiungendo della pubblicità. Pertanto ricordate che al primo clik si aprirà una nuova finestra con della pubblicità, al secondo partirà il film regolarmente. Cerchiamo tutti di avere pazienza, è già tanto che in internet giri gratuitamente questo film.
Per vedere il film cliccate qui
lunedì 12 gennaio 2009
Calciatori gay: parla l'amante di un giocatore della Triestina
Articolo ripreso da queer|blog.it
Torniamo a parlare di calcio e gay invisibili. Dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi di Lippi e di Ancelotti e dopo quelle dei dirigenti del calcio triestino, Boris Alesko non ne ha potuto più e ha “esternato”, come suolsi dire. Boris Alesko ha trentun anni ed è rappresentante di abbigliamento residente da anni a Trieste. Ecco cosa ha detto:
Mi chiamo Boris Alesko e ho avuto una relazione con un giocatore della Triestina. Se parlo è solo per sbattere la verità in faccia ai bigotti, a chi nega la realtà, a chi ha stupide paure e ottusi preconcetti. Sono rimasto sconcertato dalle dichiarazioni del presidente del San Luigi Ezio Peruzzo e di altri dirigenti sportivi di squadre dilettantistiche locali questa gente deve arrendersi al fatto che, piaccia o meno, persone gay ce ne sono ovunque. Così come ci sono i calvi, i baffuti, i magri, i simpatici o i timidi. Esistono in tutte le categorie. Negare la presenza di omosessuali nello sport è negare la realtà che ci circonda. Noi gay sappiamo essere forti, muscolosi, atletici e vincenti come gli uomini con la “u” maiuscola. E visto che nessuno se ne accorge, è evidente che sappiamo fare il nostro dovere in squadra, non creiamo problemi negli spogliatoi e nemmeno nel gruppo.
Tutta la storia la potete leggere qui. A Boris, il nostro plauso.
giovedì 8 gennaio 2009
Campione di ultimate fighting fa coming out: "Cominciai per difendermi dalle minacce"
In America c'è anche un campione di «ultimate fighting» dichiaratamente gay: Shad Smith ha fatto «coming out» dalle pagine del New York Times in un’intervista in cui ha rivelato di aver cominciato da giovane a studiare le discipline marziali perché si sentiva minacciato per il proprio orientamento sessuale. Nella Nba di basket fece scalpore il caso dell'ex star John Amaechi, diventato il primo giocatore di pallacanestro professionistico a rivelare di essere gay. Amaechi, di orgini inglesi, ha giocato nell'Nba per 5 stagioni ed è autore del libro autobiografico «Man in the Middle». Martina Navratilova, la piu famosa sportiva gay del mondo, ha pubblicamente applaudito il coraggio di Amaechi, che ha raccontato di essere stato spesso oggetto di insulti e discriminazione da parte di alcuni compagni e del suo tecnico. A Pechino invece c’è stato il primo «coming out» olimpico da parte del tuffatore Matthew Mitcham, 20enne australiano: «I miei compagni lo sanno, non sono mica scemi. Per me non è un problema, spero neanche per gli altri».
http://www.gaynews.it/view.php?ID=80337
mercoledì 7 gennaio 2009
Italiani veri
Il suddetto Fabio Cannavaro è anche contro i matrimoni gay perché “su quello, forse, sono più italiano” ed è lo stesso Fabio Cannavaro che a Madrid qualche anno fa sventolò un tricolore con un fascio littorio al centro.
In Italia i gay danno fastidio… ma fortunatamente ancora per poco. Nei prossimi giorni il “cantautore” Povia ed il suo amico ex gay Luca presenteranno al mondo la miracolosa pastiglia “Non più gay”.
Soddisfatti o deportati.
Sanremo: Agliardi non trova big per la canzone sui gay
"Mentre Povia si lamenta di minacce ed insulti ricevuti, che se provati meritano la nostra più ferma condanna, scoppia il caso di Niccolò Agliardi, noto cantautore che non è riuscito a trovare un Big che lo affiancasse nell'interpretare un testo sempre sui gay, ma di tutt'altro taglio rispetto a quello che si suppone abbia quello presentato da Povia". E' quanto afferma il presidente nazionale Arcigay, Aurelio Mancuso. "In questo caso -spiega- la direzione artistica del Festival non c'entra, ma il forfait all'ultimo minuto del big che doveva sostenere Agliardi nella sezione 'nuove proposte' fa pensare che in questo Paese sia dilagante un atteggiamento preoccupante anche dentro il mondo della canzone. Se Agliardi è d'accordo, siamo pronti a diffondere la sua canzone in ogni sito, attività, luogo di aggregazione lgbt". Tornando invece al caso Povia, Mancuso ribadisce che "la nostra dura presa di posizione ha permesso di comprendere come l'operazione 'Luca era gay', ha come obiettivo di aprire una discussione pubblica sulla possibile guarigione dall'omosessualità e ciò è possibile solamente in Italia, paese dove politica, chiesa, pezzi della cultura e dello spettacolo si rendono protagonisti di una vera e propria campagna di propaganda anti omosessuale di vastissime dimensioni". "Ancora oggi -continua Mancuso- Bonolis e la direzione artistica del Festival non hanno pronunciato nemmeno una parola in merito alla vicenda Povia, a noi non rimane che intraprendere un'azione di vasto raggio che punti alla ridicolizzazione e allo smascheramento di un'operazione tutta commerciale, tesa ad accreditare tesi bandite da tutti i paesi civili. Siamo inoltre certi -conclude- che i colpi di scena non sono finiti, come si apprenderà nei prossimi giorni".
Adnkronos, 5 gennaio 2009
giovedì 1 gennaio 2009
La faticosa vita dei calciatori gay tra insulti e paure.
La Federazione stanzia ventimila sterline per la campagna contro un problema qui particolarmente sentito. Uno dei pochi a fare coming out, Fashanu, si suicidò. Il Tottenham ha vietato cori anti-omosessuali allo stadio. I pregiudizi sono ancora molti: nello spogliatoio del Chelsea Scolari vuole solo eterosessuali. La Navratilova perse 12 milioni di dollari in contratti non appena rivelò di essere lesbica. Il caso Vampeta, ex Inter.
di Antonello Guerrera
Stavolta si fa sul serio. La Premier League vuole combattere l'omofobia del calcio inglese e, come rivela il Guardian, promuoverà da marzo 2009 un video ufficiale a tema con la partecipazione dell'associazione calciatori e di due organizzazioni per i diritti di minoranze e gay come Kick It Out e Outrage!. Per il cast dello spot si pensa a dodici figure di spicco della Premier, con indiscrezioni sul "metrosexual" David Beckham, Rio Ferdinand, Wayne Rooney e Cristiano Ronaldo. Tutti insieme per tentare di estirpare dagli stadi inglesi canti e insulti omofobici.
Come dichiara Danny Lynch di Kick It Out, se in Premier «i cori razzisti a base di banane e scimmie si sono ridotti a fenomeno isolato nel corso degli anni, l'omofobia, invece, è cresciuta sensibilmente». Tanto che la Federazione inglese ha deciso di stanziare per la campagna di sensibilizzazione ventimila sterline, facendo così trasmettere il video in cinema, tv, stadi e forse anche nelle scuole - ipotesi per la quale però manca ancora l'ok del ministero della Pubblica Istruzione britannico. Il tutto per un fenomeno che in Inghilterra - patria di circa quattro milioni di omosessuali e della squadra gay campione del mondo dello Stonewall - è già stato affrontato più volte. Basti pensare che nel 2006 il Tottenham ha vietato i cori omofobici nel proprio stadio. E che il Manchester City è "gay-friendly", avendo adottato una politica interna di reclutamento e difesa del personale omosessuale.
Ma tutto questo non è evidentemente bastato. Perché nel calcio, e più in generale in tutti gli sport, l'atleta che dichiara pubblicamente una vita intima "non comune" rischia grosso - anche l'allenatore del Chelsea Scolari, ad esempio, si lasciò sfuggire in passato dichiarazioni di epurazione di eventuali gay dalla sua squadra. L'unico calciatore inglese professionista che si è dichiarato omosessuale fu Justin Fashanu nel '90. Un'uscita che generò moltissime polemiche e che travolse psicologicamente il giocatore. Il quale, dopo esser stato ripudiato anche dal fratello più famoso John (noto ai fan della Gialappa's) e implicato in un intricato caso di violenza sessuale nei confronti di un minore, il 3 maggio 1998 decise di farla finita e di impiccarsi in un garage.
Una tragedia che ha segnato gli sportivi omosessuali. Tanto che l'ex Chelsea e Pisa Paul Elliott due mesi fa ha svelato alla stampa inglese la presenza nella Premier di dodici giocatori gay in incognito - un po' come fece Grillini con la Serie A nel 2006 e come avvenne un anno prima con tre giocatori gay della Bundesliga che promisero al Financial Times di uscire allo scoperto se altri otto li avessero seguiti. Tant'è.
Un "coming out" del genere è spesso doloroso. Quando nel 1981, ad esempio, la tennista Martina Navratilova rese pubblica la sua omosessualità, perse circa 12 milioni di dollari in contratti in poche ore. E che dire degli sfottò incassati dall'altra tennista Mauresmo da parte delle colleghe e della «sconfortante» esperienza liberatoria dell'ex Nba John Amaechi? Prima di loro aveva causato non poche polemiche la dichiarazione pubblica di Greg Louganis, che con quattro ori olimpici e cinque titoli mondiali è ancora considerato il più grande tuffatore di tutti tempi. Nel calcio, poi, dove il machismo è forse più marcato che in altri sport (è di questa opinione anche il famoso arbitro gay di rubgy Nigel Owens), i "coming out" sono più unici che rari. L'ex calciatore tedesco di seconda serie Marcus Urban, ad esempio, chiuse la carriera dopo averlo fatto. La più tollerante Olanda, invece, conta l'unico giocatore professionista di alto livello apertamente omosex, il centrocampista del Volendam Van Dijk, oltre al primo (e defunto) arbitro omosessuale John Blankenstein.
E in Italia? Non pochi addetti ai lavori hanno dichiarato negli ultimi tempi che i gay nel calcio non esistono. Il resto è silenzio, nonostante oscure interviste di focosi calciatori-escort e indiscrezioni varie. L'unico giocatore della Serie A che ha avuto apertamente qualche contatto omosex è stato l'ex Inter Vampeta. Il quale, nonostante si sia sempre dichiarato etero, ha posato nudo per una rivista gay (come Beckham) ed è stato padrino di una parata omosex nella sua città. Tutto il resto è fantasia e speculazione. In attesa del primo coming out del nostro calcio, per il quale però, secondo il portiere della Fiorentina Frey, non siamo ancora pronti: «In questo mondo dove la tifoseria già ti attacca mogli e fidanzate, figurati se uno si dichiara gay. Lo massacrano. Striscioni, cori. Un inferno».
http://www.gaynews.it/view.php?ID=80265