mercoledì 27 ottobre 2004

La Francia tinge di "pink" una nuova tv tutta omosex

di Delia Vaccarello

PARIGI Che sia rosa, verde o arcobaleno, l'intento è chiaro: una tv attenta al mondo omosex fa entrare dalla finestra del piccolo schermo la legittimazione che dalla porta dei diritti stenta ad entrare. Dopo il Pacs, la legge francese che ha riconosciuto le famiglie di fatto, e il tentativo di nozze gay che ha visto come apripista il sindaco verde Mamère, in Francia il mondo omosex entra con una emittente tutta sua nell'universo televisivo. Da ieri è nata Pink tv, un canale che guarda con attenzione alle tematiche gay e lesbiche. Un tocco di rosa come gli abiti che il presidente Pascal Houzelot ha suggerito di indossare per l'inaugurazione, tenutasi al Teatro nazionale di Chaillot a Parigi, alla presenza del ministro delle Comunicazioni Renaud Donnedieu de Vabres. Un colore che evoca delizie e croci: gli abitini delle neonate e il triangolo con cui venivano contrassegnati gli omosex perseguitati nei lager. Collocandosi oltre il pregiudizio, Pink tv vuole essere, come il suo precedente tutto italiano, gay.tv, un canale mini-generalista che combatte l'esclusione, quel senso di non esistenza mediatica per troppo tempo sperimentato dagli omosessuali privi di riferimenti pubblici cui ispirarsi. Questo il significato delle parole di Houzelot: nasce un «riflesso di una cultura di libertà e di tolleranza in cui tutti gli abbonati, che siano gay, lesbiche o semplicemente simpatizzanti dell'omossessualità, possano riconoscersi». Parole che tirano dalla sua parte i 3 milioni e mezzo di omosex - tanti sarebbero gli interessati secondo un sondaggio di Pink tv - pronti quasi in massa ad abbonarsi per vedere un canale tv aperto ai gay al costo di nove euro al mese. L'offerta è ampia: talk-show, fiction, grandi classici del cinema, film d'essai, pellicole selezionate nei festival gay e lesbo francesi e internazionali (inclusi film porno), cortometraggi, documentari, dibattiti e serate a tema. L'effetto liberazione è assicurato, anche se lavora con lentezza, al ritmo dei tempi di assorbimento dell'opinione pubblica. L'esperienza italiana docet. Su gay tv (www.gay.tv), rete satellitare in chiaro, rintracciabile sul canale 810 con i decoder Sky, si alternano da tre anni talk show, classici del cinema, quiz, contenitori che offrono il microfono ai protagonisti e alle associazioni della scena gay, come il «Self-help» firmato dal bravo Mattia. Un effetto simile è procurato dai tanti programmi che hanno i gay in prima fila, da La sottile linea rosa a Will and Grace entrambi su Fox life (canale 111), a L world, vera novità dell'autunno che manda in onda storie di donne lesbiche comuni e non comuni su Canal jmmy (canale 140). Così se in Italia il Pacs non c'è, con gay.tv in testa possiamo vederlo formato fiction, ovvero scene di vita quotidiana, realtà di nuove convivenze senza ostracismi. I nostri cugini francesi con una rete tutta Pink e con il Pacs sono passati decisamente avanti.

L'Unità, martedì 26 ottobre 2004

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