sabato 30 ottobre 2004

Non era mai accaduto

di Antonio Padellaro

Non era mai accaduto che il Parlamento europeo si opponesse con tanto vigore, e con tanto allarme, alla nomina di un commissario europeo. Non era mai accaduto che quel commissario, rifiutato per aver espresso delle convinzioni ritenute discriminatorie nei confronti degli omosessuali, reagisse con tale supponenza, senza minimamente farsi carico della grave situazione in cui gettava l’intera istituzione europea. Non era mai accaduto che, a causa della totale chiusura da parte del governo che quel commissario aveva indicato, la nuova commissione e il nuovo presidente sfiorassero il disastro; ovvero, la sicura bocciatura da parte del parlamento europeo, evitata in extremis solo grazie al rinvio del voto e alla promessa di un sostanziale cambiamento dei nomi e degli incarichi.

Adesso tutto questo è accaduto, e l’Italia non può esserne certo orgogliosa. Rocco Buttiglione, il commissario rifiutato che non ha avuto la sensibilità di farsi da parte e il governo Berlusconi irresponsabilmente sordo a qualsiasi richiamo, hanno contribuito a scrivere una delle pagine più mortificanti nella storia dell’Unione europea. Per debolezza o per calcolo meschino o per tutte e due le cose, il presidente Barroso si è reso loro complice facendo pagare alla commissione un prezzo salatissimo e difficilmente recuperabile in termini di autorevolezza e credibilità. Tutto questo alla vigilia della firma della nuova Costituzione europea, cerimonia che avverrà domani a Roma: proprio nella capitale del paese il cui governo si è reso responsabile di una simile pessima figura.

Come in rovinoso gioco del domino, dunque, l’Europa ha affondato Buttiglione che ha affondato Barroso, con il rischio, per ora evitato, che entrambi affondassero l’Europa. C’è una lezione in tutto questo e riguarda quella moneta cattiva che si tenta di spacciare fuori dai confini italiani ma che in Europa e viene costantemente rifiutata. È la moneta del conflitto d’interessi, delle leggi ad personam, dell’intolleranza e della xenofobia, degli insulti contro l’opposizione, dell’euroscetticismo, dell’informazione controllata o intimidita. Da oltre tre anni quella moneta viene battuta in Italia, come se fosse vera. Essa, però, non ha corso legale a Bruxelles da quando il premier del governo che l’ha coniata si produsse in quell’indimenticabile insulto («lei è un kapò») scagliato contro il leader parlamentare di un paese amico. Da allora il giudizio degli altri sull’Italia non ha fatto che peggiorare. Come giudicare, del resto, il governo che toglie dall’Europa una personalità universalmente stimata come il professor Mario Monti e la sostituisce con il professor Buttiglione? Per fortuna c’è Romano Prodi. Dopo cinque anni di lavoro, salutato qualche giorno fa dall’applauso dell’intero parlamento di Strasburgo. E adesso richiamato d’urgenza per salvare la faccia dell’Europa. E dell’Italia.

L'Unità 30/10/2004

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