E' penoso che le leggi approvate, liberamente e legittimamente, dalla Spagna di Zapatero vengano spacciate come una nuova rivoluzione bolscevica, un nuovo fantasma che si aggira per l´Europa.
La Spagna di Zapatero spaventa i clericali italiani molto più di quanto affascini i laici italiani; spiace a loro senza troppo piacere a noi; è il loro dileggio ma non è la nostra bandiera.
Sono i clericali che vi vedono infatti la sconfessione della loro strategia ideologica e politica, la decapitazione di un principio, quello del matrimonio eterosessuale fondato sulla volontà di Dio, allo stesso modo in cui il regicidio nella rivoluzione francese sconfessava il diritto divino della monarchia.
Molto tiepidi, i laici italiani, nella loro maggioranza che è fatta di laici cristiani, colgono invece in Zapatero l´eccesso tipico della Spagna che vive «disvivendosi», una Spagna estremista tanto nel clericalismo quanto nell´anticlericalismo, il luogo estremo dell´Europa nel quale è stato celebrato sin dalle origini un matrimonio, questo sì pesante e incondizionato, tra la spada e l´altare, e basti ricordare che Franco fu sempre benedetto dall´aspersorio.
E invece, frastornati senza gentili mediazioni da Zapatero, i nostri tradizionalisti clericali, affiancati dagli atei devoti, con la significativa esclusione su questo punto importante di libertà di Giuliano Ferrara, hanno lanciato una campagna fatta di vignette, di titoli di giornale e di editoriali contro i diritti dei gay e contro «la natura» dei gay, i quali a loro volta, di tanto in tanto, rispondono con volgarità uguali e contrarie.
Così, all´inizio di un´estate già troppo calda, la «questione gay» sembra essere diventata il genius loci dell´Italia di destra contro quella di sinistra.
E Liberazione, il quotidiano di Bertinotti, con l´intelligente direzione di Piero Sansonetti, discute e si appassiona alla «rivoluzione anale» quasi che essere gay significasse stare a sinistra, e che non si potesse, a sinistra, sentirsi "uomo" se non scoprendosi "omo".
Laici ma non estremisti, gli italiani non sognano certo rivoluzioni sessuali, ma non approvano le sguaiatezze contro i gay, che il cardinale Ruini ha definito «disordine», dimenticando che sempre gli uomini chiamano disordine quel che non capiscono, sempre ricorrono alla parola disordine quando all´imperscrutabile ordine di Dio si trovano davanti. E bisognerebbe spiegare agli aggressivi colleghi di "Libero" e del Giornale, a Marcello Pera e a tutti gli altri, che l´ironia critica sul matrimonio omosessuale è facile perché esiste una infinita bibliografia polemica sul matrimonio in generale.
A parte il Cantico dei Cantici, il matrimonio, quando scende dal cielo della mistica, è come la guerra, se ne parla solo male. Da Omero e Plauto sino alla bisbetica di Shakespeare, da Molière al Manzoni ai grandi capolavori del cinema, il matrimonio sempre argomenta ed esulcera la stupidità degli uomini.
Perciò il dileggio del matrimonio gay è solo una variante del banale dileggio del matrimonio in sé, una polemica razzista che serve ad ingrossare la polemica sul matrimonio come istituzione.
Dunque alla fine si tratta di pacchianeria volgare e pigra, di intelligenza morta che certamente offende Dio, il quale non tollera che sui suoi misteri si facciano battutacce, quel Dio che non è solo «con noi» perché di sicuro è anche «con loro», e anzi forse c´è più Dio nel loro «disordine», perché Dio è scandalo continuo, scandalo e misericordia.
La guerra dei clericali italiani contro Zapatero, la voglia di Marcello Pera di proseguire nel suo "disordine" sino a sentirsi "castigliano", prima ancora che pretesto politico dell´eterna campagna elettorale italiana, è roba da psicoanalisi, una sorta di inconsapevole outing pubblico delle proprie ripulse private.
Non si capisce perché una cosa che non ti riguarda direttamente, come l´unione tra due omosessuali, debba essere così profondamente e sguaiatamente redarguita, al punto da sembrare l´esternazione dell´escluso.
Perciò è penoso che le leggi approvate, liberamente e legittimamente, dalla Spagna di Zapatero vengano spacciate come una nuova rivoluzione bolscevica, un nuovo fantasma che si aggira per l´Europa.
Zapatero è fenomeno tipicamente spagnolo, come è spagnola la novità dei vescovi che scendono in piazza. In Italia neppure Ruini lo farebbe, certamente non l´ha mai fatto.
Noi italiani siamo francescani: eccediamo in mitezze. Mentre loro sono domenicani: eccedono in oltranze.
Il regista omosessuale che ha rivoluzionato il cinema italiano si chiamava Luchino Visconti, mentre il loro regista è il cantore dei transessuali Almodovar.
Gli spagnoli hanno dato al mondo l´anticlericale anarchico Buñuel mentre noi abbiamo dato De Sica, Rossellini e il cattolico paganeggiante Federico Fellini.
Durante la guerra civile spagnola, i comunisti fucilavano le statue della Madonna mentre noi ci siamo compiaciuti della solidarietà di fondo tra Peppone e don Camillo, e abbiamo persino inventato il compromesso storico.
Loro avevano Dalì, che fu una tempesta anche sessuale, e noi Guttuso, che è morto innamorato e con il crocifisso in mano.
I laici italiani, pur disincantati rispetto al matrimonio, che non è poi così indispensabile per vivere bene, non hanno mai messo in agenda, in un programma o in un manifesto politico, l´adozione di bambini da parte di coppie gay.
Certo, anche noi capiamo e approviamo le valenze istituzionali e sociali della reciproca difesa di una coppia gay, i benefici di un rapporto legittimato, quale che sia il nome che lo Stato voglia dare al riconoscimento di una coppia di fatto, al compendio dei suoi diritti civili, che vanno dalla sanità all´eredità, dagli sgravi per il partner "a carico" agli sconti-famiglia sui treni e sugli aerei.
Se il termine matrimonio risultasse inadeguato, come sostengono tanti omosessuali, ebbene, gli si cambi pure nome, lo si chiami "pacs" come in Francia, o semplicemente contratto di convivenza.
L´attore inglese Rupert Everett, che è un´icona intelligente del mondo gay, dice giustamente che «l´omosessualità non è un peccato ma neppure una medaglia».
E aggiunge: «Il matrimonio gay è una grande stupidata, una scimmiottatura grottesca. Sono d´accordo nel concedere diritti alle unioni civili, cose tipo assistenza medica, sgravi di tasse, eccetera. Ma trovo veramente idiota la cerimonia in municipio» E´ dunque probabile che, dopo la prima fiammata di coppie omosessuali matrimonializzate, ci sarà una slavina di contumelie contro il matrimonio scritta da omosessuali.
E tuttavia il governo e il Parlamento spagnoli, che hanno concesso il matrimonio e anche le adozioni alle coppie gay, avevano il diritto politico e civile di farlo.
In questa sua tenacia a favore delle prerogative dello Stato laico, Zapatero va difeso come fosse Cavour. E va difeso il re Juan Carlos, che ora è addirittura minacciato di scomunica, disconoscendogli la Maestà Cattolica, anche se promulga leggi che i laici italiani non promulgherebbero, e che forse neppure la maggioranza degli omosessuali approva interamente.
Sin dalla fusione delle due Corone, di Castiglia e d´Aragona, in Spagna la Chiesa è stata il braccio spirituale del re, ha cercato e ottenuto il consenso attraverso una sistematica operazione di normalizzazione antieretica: il trono coniugato con il tribunale dell´Inquisizione.
La Spagna infatti era un posto di confine, il luogo in cui si disputava l´egemonia dell´Islam o del Cristianesimo, il Paese della ´´reconquista´´, che fu innanzitutto religiosa, e solo in subordine militare.
Attenzione dunque alla Spagna che sempre arriva allo scontro diretto quando il potere cerca nuove e più moderne legittimazioni. Il primo passo obbligato, per tutti i Zapatero di Spagna, è svincolarsi dall´amplesso clericale. E´ una politica di fiamme, questa spagnola, legittima e certamente pericolosa.
Ma la nostra storia è un´altra, le nostre radici sono altre, gli eccessi della Chiesa da noi sono stati contrastati e vinti, e i preti buoni sono cari a tutti gli italiani, di destra e di sinistra.
Noi, se si esclude la Sicilia, «dove c´è più Spagna che in Spagna», e ovviamente Roma, non abbiamo avuto l´Inquisizione, né a Napoli né a Milano. E quella sessuale per noi rimane una dimensione privata e non un mezzo per reintrodurre surrettiziamente e a tradimento il peggiore clericalismo o il suo contrario.
Neppure il movimento organizzato degli omosessuali, come ha spiegato più volte con ferma moderazione il suo leader Franco Grillini, ha in programma l´adozione come diritto delle coppie gay. Non c´è nessuno Zapatero nel nostro orizzonte. Gli italiani politicamente civili, intellettualmente eleganti, eticamente sobri e culturalmente ricchi, e tra questi c´è pure Famiglia Cristiana, sono pronti a battersi per il riconoscimento giuridico delle coppie gay e di tutte le coppie di fatto, ma sarebbe bene sottrarre «la questione gay» alle manifestazioni di piazza che sono pessimi surrogati del dibattito e del confronto.
La sguaiataggine razzista del neoclericalismo è una trappola dalla quale tutti noi italiani dobbiamo difenderci. E´ vero che la civiltà italiana è nata nelle piazze, ma intese come luoghi di incontro, di scambio, di affari, e non come luoghi di amplificazione distorta delle ragioni private, di scorciatoia del pensiero. Purtroppo la piazza, da palestra gentile, troppo spesso diventa chiasso e girotondo. In piazza, chi ha un bisogno, invece di argomentarlo, lo grida. Ebbene, i gay italiani non facciano l´errore di trasformare le piazze in piazzate. Tanto più che l´identità sessuale non si esibisce, ma si coltiva. E se proprio si volesse celebrare l´orgoglio omosessuale, invece di sfilare su carri a volte osceni, basterebbe ricordare quanto è lungo l´elenco delle figure omosessuali che hanno educato gli eterosessuali, da Socrate sino a Proust, da Michelangelo sino a Keynes e, a quanto pare, ad Abraham Lincoln.
´´Frammenti di un discorso amoroso´´ di Roland Barthes è una trattazione dell´amore omosessuale che è diventata il libro cult delle coppie eterosessuali.
Rileggerlo, magari dopo avere letto il simpatico nuovo catechismo del Papa tedesco, può forse contribuire a chiarirci le idee.
http://www.gaynews.it/view.php?ID=33078
lunedì 4 luglio 2005
Chi agita il fantasma Zapatero
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Sex crimes and the Vatican
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7 commenti:
Zapatero non viene sventolato come un fantasma,ma come un uomo dalle idee assolutamente sbagliate,un massone che rovina tutto quello che i nostri padri ci hanno insegnato, cio che la società ci ha insegnato, la famiglia. La vera famiglia,quella formata da padre e madre. Non una cosa grottesca, una cosa contro natura... Lo vedete voi stessi come funziona, sono gli opposti che si attraggono e non gli uguali!
Solo una persona con i paraocchi può non vedere che a volte anche gli uguali si attraggono :-)
L'omosessualità non è contro natura: è presente in molte specie animali.
Contro natura è il matrimonio: è una *invenzione* degli uomini; non ho mai visto gli animali sposarsi....
appunto!non hai mai visto gli animali sposarsi, ti consideri tale?un animale?i nostri padri i nostri nonni tutti quelli che ci hanno preceduto hanno costruito tutto questo e questo non può essere distrutto da una minoranza di gay che vogliono avere diritto su quello che fanno e avere una cosa che solo le persone normali possono avere, il matrimonjio, una famiglia e la costruzione di una società pulita senza unioni grottesche e lotte massoniche
In italiano naturale è ciò che esiste in natura: il matrimonio non esiste in natura,
Nessuno vuol distruggere quello che esiste già, si tratta di estendere alcuni diritti a chi non ne ha. In Italia poi nemmeno i gay parlano di *matrimonio* ma di patti di solidarietà.
Forse ti suonerà strano ma i gay sono persone *normali* a volte straordinarie, come gli etero del resto :-)
Saluti
Putroppo, come dicevano gli antichi: la madre degli imbecilli è sempre incinta.... e lo è soprattutto quella degli ignoranti... quello che è diverso (sta a vedere il significato reale del temine) deve essere di origine comunista o peggio...
fin quando in Italia avremo un vicino di casa scomodissimo (Vaticano) e gente insulsa a governarci... beh....
prepariamoci al peggio...
io spero in un risveglio serio di alcune eprsone....
Un articolo lungo e profondamente sbagliato. Qualche volta dovreste analizzare anche i risvolti negativi delle leggi che tanto approvate: come la condizione degli uomini spagnoli che sempre più spesso vanno a fare famiglia all'estero per non rischiare la galera. O i matrimoni che invece di essere fondati sull'amore sono sempre più fondati sul sesso, visto che con quel clima è proprio impossibile fidarsi tra uomini e donne. State togliendo tutti i paletti di riferimento, e se l'occidente e in una profonda crisi morale e colpa delle vostre idee progressiste solo nel nome.
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