domenica 7 agosto 2005

La Dott.sa Aztori torna alla carica: libertà di cura per i gay. Ma anche l'omofobia è curabile, a volte...

Pubblichiamo la lettera che la dottoressa dell'ospedale sacco di Milano (ma è lecito firmarsi col nome dell'ospedale?, ndr) ha mandato a Repubblica e la replica della presidente dell'Agedo Dell'Orto


I "corsi" per gay e la libertà di cura

dr. Chiara Aztori
Ospedale Sacco, Milano


Nell'articolo pubblicato su Repubblica il 3 maggio, intitolato "I corsi per 'guarire' i gay", si associavano il mio nome, cognome, professione e recapito lavorativo a una presunta attività di "cura dei gay". Ciò non corrisponde alla realtà. Sono infettivologo da 12 anni e quello che penso della omosessualità è maturato in scienza e coscienza in un centro ben qualificato. L'allarmante andamento epidemiologico di comportamenti ad alto rischio per Hiv e gli studi effettuati in Paesi in cui vige culturalmente la massima apertura verso l'omosessualità, sono motivo di riflessione: il fatto che l'Oms e l'Apa dichiarino che l'omosessualità non è una malattia è noto e non ho mai detto il contrario. Ma esistono persone che sperimentano pulsioni omosessuali indesiderate, a cui la terapia affermativa gay (Gat) non fornisce risposte soddisfacenti e che grazie al riorientamento sviluppano una eterosessualità appagante. A questo proposito, il famoso psichiatra Spitzer, simpatizzante dell'attivismo gay, ha riconosciuto che l'orientamento omosessuale può cambiare e che la possibilità di fare questa scelta deve essere considerata fondamentale, nel rispetto all'autonomia e autodeterminazione del cliente. E proprio un portavoce dell'attivismo gay (spacciatosi per persona con pulsioni omosessuali indesiderate), nel novembre 2004 ha preso parte a un incontro, a cui ero presente, di credenti che vivono momenti di preghiera e riflessione sul tema della esistenza di ferite dell'identità sessuale. Sempre nel 2004 poi, a Milano si è svolto un corso pilota tenuto da un gruppo di ex omosessuali, al quale ho partecipato; ma io non ho tenuto né tengo alcun corso, né tanto meno sottopongo chicchessia a trattamenti medici, chimici, psicoterapici o quant'altro, riferibili alla omosessualità. Per quel che riguarda il dr. Nicolosi (citato nell'articolo come mio punto di riferimento), voglio precisare che è uno psicoterapeuta iscritto all'Apa senza alcuna proibizione o radiazione, dirige il Narth, ed è consulente dell'Ama ( American Medical Association ). Il riorientamento sessuale è oggi riconosciuto ed è giusto che in un'impressionante mole di relativismo psicologico, psicoanalitico, comportamentale ognuno sia libero di rivolgersi all'approccio che più risponde ai suoi bisogni. Perciò chi è gay e felice d'esserlo lo sia e lasci a chi sperimenta pulsioni omosessuali indesiderate la libertà di rivolgersi ai gruppi, corsi, terapeuti ritenuti più adeguati alle sue necessità.



La Replica di Paola Dell'Orto


Ho letto su "Repubblica" del 6 agosto la lettera "I 'corsi' per gay e la libertà di cura" della dottoressa Chiara Atzori, e come madre di un figlio omosessuale e presidente dell'A.GE.D.O. (Associazione di GEnitori Di Omosessuali), sono stanca delle dichiarazioni di chi, totalmente estraneo a questa realtà, si arroga il diritto di sapere cosa sia la "felicità" per i nostri figli. Fingendo d'ignorare che l'infelicità dei nostri figli omosessuali, quando esiste, è stata provocata proprio da persone che pretendono d'imporre comportamenti e scelte contrarie alla loro identità e alle loro aspirazioni.

Una ragazza o un ragazzo, infelici perché omosessuali, vanno sì aiutati, ma ad accettare la propria identità e a vivere in modo armonioso in tutte le proprie potenzialità, come noi genitori cerchiamo di fare.

Ogni tentativo di risolvere il disagio della persona omosessuale illudendola di poter "diventare" qualcosa di diverso da quel che è, fino ad oggi è sempre fallito, sia in Italia che all'estero, lasciandosi purtroppo dietro una scia di persone infelici, nevrotiche, tormentate e talvolta anche suicidali.

Non esiste nessuna presunta "libertà di cura" laddove non esiste nessuna malattia da curare. Non si possono curare malattie che esistono solo nella mente di chi lo afferma con lettere a "Repubblica". La diversità va semmai accettata e accolta.

Se poi la dottoressa Atzori sente il desiderio di pregare, sarà certo più utile e gradito che lo faccia affinché tutte le persone omosessuali del mondo riescano a vivere felicemente per quel che sono, avendo accanto una persona che le ama. Questo è un obiettivo che sta a cuore a qualunque genitore. Anche a quelli di figli omosessuali.

Paola Dall'Orto (presidente nazionale Agedo) - presidenza@agedo.org - www.agedo.org

http://www.gaynews.it/view.php?ID=33613

1 commento:

Anonimo ha detto...

la sig.ra Paola sa veramente il fatto suo, anche nei suoi rari interventi in televisione ha parlato in maniera semplice.... speriamo che la dottoressa rifletta su quanto ha scritto....
spero che la pubblicità che voleva perse, gli si ritorca contro....
comunque, Radio Maria, è una radio per falsi moralisti e bacchettoni....

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.