sabato 1 ottobre 2005

Bresso: "Dico ciò che voglio. Sui diritti civili sono intrattabile"

La presidente risponde alle accuse del settimanale diocesano e della Margherita: sono laica non estremista.


di ETTORE BOFFANO



«Bresso come Pannella». Curia dixit: offesa, presidente?

«Nemmeno per sogno. Lo sanno tutti che sono stata radicale. Poi me ne sono andata, perché non condividevo proprio certe esagerazioni di Marco».

Quali?

«La droga, ad esempio. Io non sono per la liberalizzazione e non credo neppure tra quelli che vogliono rendere ancora più facile l´aborto».

Offesa, allora, perché la Voce del Popolo le lancia accuse di laicismo?

«Ohibò, e non lo sapevano che ero laica? Essere laici, nel senso di liberi, è la normalità. Invece, è sbagliato essere zelanti, baciapile insomma...».

Si spieghi meglio...

«Come la penso, lo sapevano tutti quando sono stata scelta, compreso Stefano Lepri. Dunque, se mi danno della laica, non mi arrabbio. Ciò che non posso accettare, invece, è che mi si faccia passare per un´estremista».

Credente, come Fassino?

«No, non lo sono. Ma non sono antireligiosa, comunque. Mi piacciono molto i valdesi, ad esempio».

Le accuse del giornale cattolico, però, sono circostanziate. Come si difende sulla pillola abortiva?

«Lo ripeto: io non voglio allargare le maglie della legge 194 e condivido di quella legge ogni elemento che propone alla donna percorsi che possano aiutarla a scegliere una via diversa dall´aborto. Ma quando una donna ha deciso, se esiste un metodo più dolce per eliminare al gravidanza, allora va difeso. Alla fine, forse lo ha capito anche Storace».

Non piacciono neppure le sue idee sui Pacs, quella sigla complicata che vuol dire patti civili di solidarietà. Chi ha ragione?

«Io, visto che ho solo chiesto a Prodi di inserirli nel suo programma di governo. So benissimo che questo tema deve essere deciso dallo Stato, ma sono pronta a far modificare anche le poche norme regionali che riguardano questo argomento».

E se la Chiesa torinese non è d´accordo?

«Non so che dire: per quanto riguarda i diritti civili io non sono intransigente: sono addirittura intrattabile. E sui diritti anche la Chiesa dovrebbe pensarla come noi: lasciare liberi i cittadini e poi chiedere a chi crede di essere coerente col Vangelo. Tutto qui».

Lepri le consiglia di parlare meno e di concordare la posizione quando si parla di etica. Ha ragione lui?

«Ma non scherziamo... Non sono argomenti del programma, non ho e non ho assunto vincoli politici. Per capirci: io su questi temi dico quello che penso, non quello che vuole qualcun altro. E poi le consultazioni le facciamo già, mi stupisce che si facciano polemiche su questo punto. Giuliana Manica ha presentato un progetto di legge dei Ds sulle pari opportunità. In Consiglio ne discuteremo con la maggioranza, medieremo, troveremo una linea comune».

Torniamo da dove eravamo partiti: l´Unione tratta con i radicali. Prodi tentenna, lei li vuole?

«Sono stata radicale, gliel´ho già ricordato e poi io volevo portarli addirittura nella mia coalizione. Però...»

Però?

«Però c´è Pannella. Che estremizza, esaspera, fa e disfa. Quasi sempre, alla fine, non accade nulla».



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"La Voce? Non l´ho letta" E Poletto fa il prudente



di PAOLO GRISERI

Nasce il partito del cardinale? L´arcivescovo Poletto ne farebbe volentieri a meno, attento com´è stato fino a ieri ad evitare confusioni pericolose tra insegnamento morale e battaglia politica. Non foss´altro per evitare una diminutio di ruolo: la recente contestazione a Ruini è la dimostrazione più evidente dei rischi che corrono i prelati quando dismettono i panni del loro magistero per adattarsi all´abito più prosaico di capipopolo. Così ieri, aprendo la due giorni di riflessione del clero, il cardinale si è ben guardato dal rinfocolare la polemica aperta dal suo settimanale contro il laicismo della giunta Bresso: «Non ho ancora letto l´articolo», ha precisato, «però su famiglia e procreazione la Chiesa ha il diritto e il dovere di dire la propria posizione. Una puntualizzazione solo apparentemente di forma. La Curia è in netto dissenso, come si comprende dall´articolo comparso su La Voce del Popolo, rispetto alle posizioni del centrosinistra su coppie di fatto, pillola abortiva, diritti civili degli omosessuali. Ma il cardinale ha preferito ieri non spingere oltre lo scontro evitando di sfiduciare la giunta regionale. Un passo che lo avrebbe posto nell´imbarazzante situazione di dover sposare, per gli automatismi del gioco politico, alleati assai più imbarazzanti. Con un tocco di spregiudicatezza il settimanale diocesano ha dipinto la giunta Bresso come ostaggio dei radicali: «La Regione di Pannella» , era il titolo dell´articolo. Ma il cardinale sa che, con analoga forzatura, sarebbe assai rischioso essere dipinti come «La Curia di Storace» . Il problema è che, a Torino come a Roma, i cattolici in politica sono uniti dalla crociata contro le coppie di fatto ma sono divisi su tutto il resto. E, a ben vedere, anche sulle questioni etiche presentano non di rado inquietanti differenze tra il dire e il fare, tra i principi proclamati e le scelte praticate. Perché, a Torino come a Roma, i partiti indicati dall´articolo della Voce del Popolo come i depositari naturali dell´insegnamento della Chiesa sono talvolta guidati da persone che attendono miracolistici annullamenti di matrimonio dalla Sacra Rota per regolarizzare le unioni di fatto nel frattempo costruite. Episodi della vita privata che diventano inevitabilmente pubblici quando i protagonisti si ergono a giudici delle pagliuzze altrui negando il diritto civile della chiarezza a chi compie le loro stesse scelte ma evita di nasconderle in confessionale. Campanelli d´allarme che consigliano alla Curia qualche prudenza nell´abbracciare in modo disinvolto questo o quell´esponente politico dell´area centrista.

Ma, nonostante queste cautele dell´arcivescovo, gli aspiranti militanti del partito del cardinale sono in continua crescita. Ubriacati dal successo del referendum sulla fecondazione assistita, si assiepano e fanno a gara nell´interpretazione autentica del pensiero della Chiesa e nella sua traduzione in proposte di legge, ordini del giorno, emendamenti. Dichiarava ieri, su questo giornale, il capogruppo regionale della Margherita che «la Curia ha diritto di prendere posizione. Se lo fa Bresso lo può fare anche la Voce del Popolo». Ci mancherebbe. Ma si torna al problema della «diminutio»: perché mettere sullo stesso piano una maggioranza politica e un settimanale diocesano su questioni che, oltretutto, dividono profondamente i cristiani? Che cosa risponderebbe il capogruppo della Margherita se un esponente della sua maggioranza decidesse di tradurre in legge, in tema di procreazione, l´insegnamento delle Chiese protestanti?

Il nodo vero, a Torino come a Roma ma soprattutto a Torino, è nell´afasia, nella mancanza di dibattito pubblico tra i cattolici torinesi sui temi della famiglia e della laicità dell´impegno politico. Per la Chiesa che fu del cardinale Pellegrino questo è un ulteriore campanello d´allarme: quell´afasia appiattisce i cattolici sulle posizioni delle gerarchie, spinge i loro rappresentanti a scimmiottare i vescovi traducendo in delibera le omelie e crea qualche imbarazzo ai cardinali, costretti ad arginare i continui tentativi di iscrizione a un partito che, forse, non vorrebbero guidare.


http://www.gaynews.it/view.php?ID=34370

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao!
bellerrimo il tuo blog.. mim sa che copio un articolo e lo pubblico sul mio..
senti per caso sai qualcosa della polemica di Poletto sulla mostra di mapplethorpe? so che forse è vietata ai minori di anni 14 perchè lui ha detto che è "indecente".. E' una voce che gira e volevo avere una conferma.. se per caso sai qualcosa passa da me e fammi sapere ;) grazie di questo tuo spazio!!

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Andrea ha detto...

Ciao,

grazie dei complimenti, puoi copiare e incollare tutti gli articoli che vuoi; non sono di mia proprietà, sono presi da internet.
Purtroppo non so niente su Poletto e la mostra di Mapplethorpe, se qualcuno dei miei amici di Torino mi farà sapere ti informerò...
Grazie a te per aver visitato questo blog e scritto un commento. A presto.

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