lunedì 11 giugno 2007

Insultato in stazione perché gay

Aveva chiesto i treni per il Pride a Roma

di PIETRO BENACCHIO





DOMODOSSOLA - «Volevo soltanto informazioni su eventuali treni speciali o sconti per il Gay Pride a Roma, dai ferrovieri in servizio allo sportello ho invece ho ricevuto insulti e atteggiamenti discriminatori. Neppure la polizia ha purtroppo dimostrato sensibilità». La denuncia arriva da Fabio Busana, 20 anni, operaio di Villadossola, già fondatore e presidente provinciale dell’Arcigay, che ha segnalato l’episodio al coordinamento Torino Pride per valutare le azioni di intraprendere. E la riposta non si è fatta attendere.



La portavoce Roberta Padovano, ha subito inviato una lettera di segnalazione a Trenitalia, chiedendo anche all’azienda di organizzare corsi di comportamento sui temi dell’omosessualità per i propri dipendenti. «Riteniamo che sensibilizzazione e denuncia pubblica, più che le azioni giudiziarie, siano in certi casi strumenti più efficaci contro ogni forma di discriminazione», spiega Padovano. Ne è convinto anche Fabio Busana, che nel frattempo è uscito dall’Arcigay e ha fondato il «Glbtq», Movimento Gay lesbiche bisessuali transessuali e queer, con sede legale a Villadossola.



«I Pride - dice Busana - servono soprattutto a questo, a costruire un giusta convivenza sociale. Non mancheremo a Roma». E racconta così quanto successo: «Il pomeriggio di mercoledì 6 giugno, mi sono recato intorno alle ore 16 con un amico, Emanuele Clemente, alla stazione di Domodossola per chiedere informazioni. Allo sportello, abbiamo chiesto all’operatore di Trenitalia se in occasione del Pride di sabato 16 giugno a Roma, ci fossero dei treni gratuiti oppure delle offerte. L’addetto non sapeva cosa fosse il Pride. Io ho allora specificato Gay Pride».



«Avendo capito di che cosa si trattava - continua - ma non essendo in grado di rispondere, ha chiesto ad un collega che era seduto a pochi metri da lui nell’ufficio della biglietteria. Il collega ha detto di no, che non c’era nessuna offerta, e ha aggiunto la frase “Se vogliono andare a Roma a prenderlo nel c... che si arrangino”. Noi, clienti di Trenitalia siamo rimasti a dir poco stupiti da questo suo insulto. Tra l’altro avvenuto in presenza di altre persone in fila allo sportello. Ho risposto: “Ma come si permette, guardi che lei è dipendente pubblico, si vergogni”. Ho chiesto il suo nome ma il signore si è rifiutato. Ci siamo recati alla Polizia vicino alla stazione, dove, dopo aver esposto i fatti, ci siamo sentiti dire “Ma non credo che ne valga la pena, quando rientra la pattuglia che ora è fuori mandiamo qualcuno dal signore”. Noi abbiamo fermamente ribadito le nostre intenzioni. Sono poi arrivati due agenti che in sala d’attesa, nemmeno in un ufficio, ci hanno domandato cosa fosse successo. Hanno detto di attendere. Ci avrebbero chiamati loro per fare la denuncia. Dopo circa un’ora, si è presentato un uomo, senza divisa, che ci ha detto di andare dalla Polizia Ferroviaria. Dopo aver cercato per la stazione gli agenti, ci siamo recati nuovamente alla Polizia vicina. Ci hanno detto di andare la mattina seguente, che comunque avevamo tempo 90 giorni. Questi fatti - conclude - ci portano ad affermare che nei nostri confronti c’è stata poca considerazione anche da parte degli organi di Polizia».





http://www.gaynews.it/view.php?ID=74201

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