lunedì 9 luglio 2007

Palermo. PM impugna la sentenza del giudice: non era un bullo, solo un alunno vivace...

L'omofobia è largamente tollerata dalal società. Grillini: Dichiarazioni raccapriccianti


Palermo - Dare del 'gay' e della 'femminuccia' a un compagno di scuola, impedendogli di entrare nei bagni dei maschi, non significa essere "un bullo", ma "un alunno vivace e indisciplinato".

E fargli scrivere per punizione per cento volte consecutive 'Sono un deficiente' sul quaderno e', da parte della prof, "in assoluto una condotta inamissibile e penalmente rilevante", insomma, "un metodo da 'rivoluzione culturale' cinese del '66".

Ecco perche' il pm di Palermo Ambrogio Cartosio ha impugnato la sentenza di assoluzione della docente di italiano, G.V., 56 anni, accusata di abuso di mezzi correzione e lesioni personali, emessa lo scorso 27 giugno dal gip di Palermo Piergiorgio Morosini. In 36 pagine, il pm Cartosio, che aveva chiesto per la prof imputata la condanna a due mesi di reclusione, critica in piu' punti la sentenza emessa dal gip.

Secondo Cartosio "non sussiste alcuna causa di giustificazione, codificata o meno, che legittimi l'adozione di un tale provvedimento".

Il magistrato, nella richiesta inviata alla Corte d'Appello sostiene: "Non potendo la sacrosanta esigenza di combattere il fenomeno del 'bullismo' essere trasformata in una 'caccia alle streghe', bisogna prendere atto che l'alunno non puo' essere definito 'bullo'".

Non solo. Secondo Cartosio, "l'azione dell'insegnante cagiono' al suo alunno una lesione personale o, quanto meno, il pericolo di una malattia nella mente".

Per il magistrato che aveva chiesto la condanna a due mesi di reclusione per la docente di italiano, il bambino "non e' un bullo" ne' "ha commesso atti di bullismo".

"E' nozione di comune esperienza che i giovani, dai piu' piccoli ai piu' grandi, e in tutte le aree geografiche d'Italia - dice il pm nell'impugnazione - sono soliti apostrofarsi reciprocamente e, spesso, semplicemente per scherzo con espressioni omofobiche o che hanno per oggetto i presunti facili costumi delle rispettivi madri. Si tratta certamente di un'abitudine non commendevole, quanto largamente diffusa e si puo' dire anche largamente tollerata dalla societa'". Afferma che il bambino "ha sicuramente tenuto un comportamento censurabile", ma "e' inesatto affermare che egli si rese responsabile della 'sistematica derisione' del comoagno e che le sue frasi avessero come oggetto le tendenze sessuali del bambino".

Il pm Cartosio "non ignora - scrive - i gravi episodi di bullismo che hanno recentemente sconcertato l'opinione pubblica e che destano, legittimamente, grande allarme nelle famiglie.

In particolare, il gravissimo fatto accaduto a Torini con il suicidio di un bambino al quale i compagni davano del gay. Tuttavia, la rilevanza e l'estrema gravita' sociale del fenomeno non giustificano sommari parallelismi ne' operazioni che sulla base di stereotipi inseriscano l'alunno in una categoria a cui non appartiene".

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Nota stampa. Grillini (SD), Palermo. PM, su omofobia dichiarazioni raccapriccianti. Interrogazione a Mastella.



Avevamo salutato con grande soddisfazione, anche nel corso del gay pride di sabato scorso per le vie di Catania, in Sicilia, l’assoluzione, con formula piena, dell’insegnante di Palermo che aveva punito il bieco bullismo omofobo di un alunno.

Apprendiamo con disappunto che il PM ha deciso di opporsi all’assoluzione con motivazioni raccapriccianti che non solo giustificano l’omofobia, ma addirittura, considerano accettabile quel maschilismo da bar sport che tanta sofferenza da a giovani e famiglie e che sta alla base del bullismo stesso.

Sostenere che “i giovani, dai più piccoli ai più grandi, e in tutte le aree geografiche d'Italia sono soliti apostrofarsi reciprocamente e, spesso, semplicemente per scherzo con espressioni omofobiche o che hanno per oggetto i presunti facili costumi delle rispettivi madri” si tratti “certamente di un'abitudine non commendevole, quanto largamente diffusa e si puo' dire anche largamente tollerata dalla società” e cioè che dare del “frocio” a qualcuno o della “p.” alla madre di qualcuno sia abitudine tollerata dagli italiani, caro PM non è accettabile, né giustificabile né tollerabile.

Trovo altresì decisamente inquietante che dall’interno stesso della Magistratura si consideri accettabile quella cultura del macismo e della sopraffazione che sta alla base della spaventosa violenza familiare registrata dalle statistiche e della violenza all’interno degli istituti scolastici che non può avere giustificazione alcuna e che deve essere punita.

Proprio per questo, come componente della Commissione giustizia della Camera, rivolgerò un’interrogazione al Ministro Mastella ed un appello all’Associazione nazionale magistrati.



On. Franco Grillini
Deputato Sinistra democratica

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Comunicato Stampa ARCIGAY



Bologna, 9 luglio 2007

Palermo. Arcigay: "Il PM esprime un giudizio politico"



Come presidente nazionale di Arcigay mi sento in dovere politico e morale di esprimere senza se e senza tutta la mia solidarietà, personale e della associazione, alla prof. di Palermo che si trova vittima di una giustizia ingiusta. La proff. sta, suo malgrado, vivendo un processo kafkiano per aver compiuto fino in fondo il suo dovere di docente e insegnante.

Le motivazione adottate dal PM Cartosio usate per fare ricorso contro l'assoluzione hanno dell'incredibile. Esse esprimono a nostro avviso un chiaro e netto giudizio politico. Cartosio ha voluto vedere la pagliuzza del metodo utilizzato della professoressa ma ha dimenticato di vedere la trave dell'omofobia dilagante fra i ragazzi delle giovani generazioni.

Aspettiamo di vedere con fiducia come andrà a finire il processo di appello e se "esiste un giudice a Berlino". Ma da oggi possiamo certamente di dire che "esiste un PM a Praga".

Aurelio Mancuso
presidente Arcigay


http://www.gaynews.it/view.php?ID=74569

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