venerdì 12 dicembre 2008

Stasera nuova puntata di Victory su gay e sport

paolo_victoryStasera sulla 7 nuova puntata di Victory. Dato che gli ascolti hanno premiato la scelta coraggiosa fatta la settimana scorsa dal programma sportivo anche stasera Paolo Colombo ci parlerà di omosessualità e sport.

Sono riuscito a parlare con Colombo solo pochi minuti fa e oltre ad essere ovviamente contento per il risultato di ascolti ottenuto la settimana scorsa dal programma ci teneva a ringraziare le squadre di calcio del Catania, dell'Inter e della Sampdoria che sono state le uniche a dichiararsi subito disponibili a far intervistare i loro calciatori sul tema dei gay nel mondo del calcio.

Mi ha anche riferito che la puntata di venerdì ha sortito uno degli effetti da lui sperati: uno dei ragazzi dei KingKickers che la settimana scorsa ha fatto coming-out e che gioca in una squadra del campionato di promozione ha parlato della sua omosessualità al padre, allenatore della stessa squadra, che non aveva visto la puntata. Il padre ha dato al figlio la risposta che molti ragazzi che si apprestano a rivelare ai genitori la propria omosessualità vorrebbero ricevere: "Se tu sei felice, la tua felicità è anche la mia".

Infine Paolo, che desidero ringraziare per la sua disponibilità e gentilezza, mi ha dato alcune anticipazioni sulla puntata di stasera:

Saranno trasmesse le scene tagliate da Rai2 di Brokeback Mountain, film vincitore del leone d'oro alla mostra del cinema di Venezia.

Victory tornerà poi a parlare di gay e omosessualità con le testimonianze di Hernan Crespo, Kakhaber Kaladze, Christian Maggio e del campione del mondo del 1982 Paolo Rossi.
A proposito di questo servizio Paolo Colombo mi ha riferito che al termine dell'intervista è rimasto a parlare a lungo con Crespo e durante la conversazione ha rivelato al calciatore la sua omosessualità. Crespo, pur non essendo gay, si è informato sulla storia personale di Paolo e sul suo recente coming out: alla fine sembrava Hernan l'intervistatore. "Hernan è un ragazzo molto intelligente e ricorderò per sempre quella conversazione, è stata bellissima. Succede spesso che un ragazzo gay e uno eterosessuale diventino amici perché sapendo da subito che la storia non è possibile si instaura un sincero rapporto di amicizia".

Anche in questa puntata ci sarà un'intervista che farà molto discutere, come quella della settimana scorsa al calciatore escort della quale si è parlato in molti spogliatoi di serie A e non solo: Paolo intervisterà Marco Poggi, scrittore emergente di 28 anni, che presenterà il suo libro e che racconterà di avere da due anni una storia d'amore con un calciatore italiano che gioca in una grande squadra di serie A.

Un altro servizio pepato racconta la storia di un ex-calciatore, adesso scrittore, che ha recentemente scritto in un libro di aver ricevuto, durante un'orgia, un rapporto orale da un ex-compagno di squadra del Vicenza.

Una puntata da non perdere!

mercoledì 10 dicembre 2008

Brokeback Mountain non censurato andrà in replica su Raidue

Articolo tratto da QueerBlog


Ufficio Stampa Rai sul caso Brokeback Mountain di oggi:

Non c’e’ stata alcuna censura, ma una serie di casualita’ che ha impedito la messa in onda della versione originale di “Brokeback Mountain”.

La RAI ha comprato i diritti del film “Brokeback Mountain” tramite Rai Cinema.

Per un’eventuale trasmissione senza vincoli di orario, e’ stato chiesto alla societa’ Bim, che l’ha distribuito nelle sale, il visto censura.

In seguito a tale richiesta, il distributore ha consegnato la copia che aveva ottenuto il visto, mentre non e’ stato sollecitato l’invio contestuale della versione integrale.

Pertanto, quando Raidue ha deciso di trasmettere il film ha ritenuto di utilizzare la versione integrale non verificando sul terminale che la versione in possesso della RAI era quella che aveva ottenuto il visto censura per la trasmissione senza vincoli di orario.

Il Direttore di Raidue ha preso l’impegno di mettere in programmazione la replica del film nella versione cinematografica senza tagli.


Che sia vero o no il motivo dei tagli, c’è stata una pronta contromossa. Molto bene. Le polemiche una volta tanto servono a risvegliare l’attenzione dei “piani alti” televisivi, quantomeno. Vi rimandiamo all’articolo di Tvblog dedicato, dove pare che abbia avuto un ruolo determinante di mediazione Valdimir Luxuria.


AGGIORNAMENTO: In attesa di vedere la promessa mantenuta, possiamo apprezzare come la censura di mamma Rai abbia fatto il giro del mondo, sui principali siti di informazione. Dalla Francia alla Spagna, fino al Brasile si parla dei tagli al film e di come la Rai abbia trasmesso a notte fonda una versione completamente distorta della pellicola. Che bella pubblicità per l’azienda e per il paese!

martedì 9 dicembre 2008

Brokeback Mountain censurato

jakeandheathSono tornati i tempi della censura. Passi che la Rai decida di trasmettere Brokeback Mountain, film vincitore del Leone d’oro 2005 in seconda serata, perché è “vietato ai minori di 14 anni”. Passi che non venga quasi per nulla pubblicizzato il primo passaggio televisivo, per qualche forma di pudore o vergogna dei responsabili di rete, che però hanno speso dei soldi per acquisire i diritti.

Ma che il film di Ang Lee venga addirittura tagliato è scandaloso! Sono state tagliate tutte le scene che evidenziano il rapporto di amore tra i due protagonisti.
Perché, va ricordato, il sesso etero, con annesse allusioni e volgarità, va bene anche per la prima serata ma il sesso gay mai (neppure a mezzanotte). E, infatti, nello stesso film viene mostrato un principio di rapporto tra Heath e la moglie. Non solo: nessun problema di censura per la scena in cui Jake viene ammazzato di botte, con tanto di primo piano del viso sanguinante. Sì, picchiamoli!

A questo punto la Rai farebbe meglio a non trasmettere nulla, se deve censurare in questo modo sia le scene di sesso (in cui comunque non si vedeva niente) sia i baci tra i protagonisti. Su Raidue è andato in onda un altro film.


Aggiornamento: Un lettore ha chiamato, per protesta, il numero della Rai 199.123.000, dove è possibile esprimere un’opinione sui programmi. Curiosa la reazione dell’operatrice: la prima gli ha attaccato il telefono in faccia; la seconda, invece, era preparata: “so esattamente a cosa si riferisce, ma purtroppo non posso esprimerle una mia opinione”.

lunedì 8 dicembre 2008

I segreti di Brokeback Mountain stasera su Rai 2

brokebackmountainfotoDopo quasi tre anni la televisione italiana è finalmente riuscita a trovare una serata per programmare “I segreti di Brokeback Mountain“, film premiato in tutto il mondo: vincitore del Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia, ha vinto 4 Golden Globe e ha ricevuto 8 candidature ai premi Oscar.

Il film sarà trasmessa questa sera, 8 dicembre 2008, su Raidue alle 22:45 in prima visione per le reti in chiaro.

Certo, con un po' di coraggio in più un film di questa importanza poteva essere trasmesso in prima serata.

Arbitro di rugby fa coming out

nigelowensAltro coming out nel mondo dello sport. Stavolta non si tratta di un atleta ma di un arbitro, un arbitro di rugby.Nigel Owens, arbitro gallese, ha raccontato la propria esperienza, compresa la sua omosessualità finalmente rivelata, in un libro autobiografico. Cresciuto a Mynyddcerrig nel Carmarthenshire ha fatto il suo debutto nella coppa del mondo di rugby lo scorso anno ed è il primo arbitro gay dichiarato, almeno ad alto livello.

In una intervista rilasciata alla BBC ha dichiarato:

"Mi sono detto che questo avrebbe potuto aiutare qualcuno, non vorrei che nessun altro passasse quello che ho passato io in questi anni."

Nel libro Owen parla anche di un suo tentativo di suicidio e di come sia stato difficile per lui accettare la sua omosessualità: "In realtà dire tre semplici parole: "Io sono gay" è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto."

sabato 6 dicembre 2008

venerdì 5 dicembre 2008

Il racconto del gigolò dei calciatori: "Ho una dozzina di clienti in serie A"

È un giocatore di C: "Ma nessuno dirà mai che è gay"
Ci vediamo dopo le partite, la domenica, in albergo: 1500 euro per qualche ora, molti sono bisex, anche sposati
Alcuni giocano anche in nazionale li terrorizza essere scoperti e scoprirsi Forse è giusto così
di EMANUELA AUDISIO


bologna-pride-2008-parla-xxxxxNon fa nomi, nemmeno il proprio. Però racconta quello che fa per lavoro, anche con i calciatori. «Importanti, anche di serie A, anche nazionali, anche sposati». E quello che ha fatto qualche volta negli spogliatoi. «Qualcosa più di un bacio». Anche lui gioca a pallone, è un professionista, nell´ex serie C. Ma per arrotondare, fa l´italian gigolò con gli uomini, anzi l´escort, come si dice oggi. L´accompagnatore di serate speciali, a pagamento. «Millecinquecento euro per qualche ora. I calciatori pagano senza fiatare. Li incontro spesso in albergo, la domenica sera, dopo la partita. Nell´unico momento di tranquillità che hanno. Chiedono di rilassarsi. Non hanno problemi a farsi baciare sulla bocca. Però hanno paura di far sapere, anzi sono terrorizzati dall´idea di essere scoperti. Con uno mi sono incontrato al buio, fuori Milano, non so chi fosse. I patti erano che tutto dovesse essere fatto a luci spente».

E´ la testimonianza che Victory ha affidato a La7, in un servizio (andrà in onda questa sera alle 23,55), che si chiede come mai l´omosessualità sia ancora un tabù nel campionato di calcio italiano. E come mai molte società di serie A si siano rifiutate di far intervistare i loro giocatori su questo tema. L´autore dell´intervista è Paolo Colombo, conduttore del programma. Chi parla ha 25 anni e ha una doppia vita, è fidanzato con una ragazza che non sa, per questo non si vuole fare riconoscere. «Vendo le mie prestazioni a giocatori di squadre importanti, ho circa 30 clienti calciatori, una dozzina di serie A, ce ne sono alcuni, non tanti, che fanno parte della nazionale, e anche sposati. In tre occasioni mi hanno chiesto di far l´amore in gruppo. Con più giocatori della stessa squadra, ma anche con amici di formazioni diverse. E´ solo una questione sessuale, niente parole. Tengono molto alla privacy e hanno una dannata paura di essere scoperti e di scoprirsi. Solo uno ha raccontato di sé, si è lasciato andare. Lo sanno che gioco anch´io, ma non vengo richiesto per questo. Mi chiamano per una questione di delicatezza, preferiscono una cosa soft. Sono più attivi che passivi. Molti di loro sono bisex, hanno bisogno di una facciata rispettabile, magari sono anche sposati. In Italia nessun calciatore del campionato ammetterà mai di essere gay, almeno non ora. Ci sono troppi condizionamenti sociali, e forse è giusto così».

Le modalità non prevedono mai l´abitazione privata. «Gli incontri sono quasi sempre in albergo o casa di amici. Negli hotel la scusa è sempre quella, un documento da ritirare, un autografo da far firmare, e così si riesce a non farsi registrare. Il prezzo dipende dal contesto e dal tempo. Chiedo da 500 a 2.000 euro. Se si tratta di restare tutta la notte, capita di rado, la tariffa sale. Mai avuta una discussione sui soldi, lo capiscono da soli. Come arrivano da me? Tramite il passaparola. Io frequento imprenditori e professionisti, persone che prima di fare questo lavoro non conoscevo. Nella divisione dove gioco io, è capitato che alcuni giocatori si dichiarassero privatamente e di fare sesso nello spogliatoio, correndo il rischio, ma per fare un passo pubblico bisogna avere molto coraggio».

Perché come dice nel servizio Claudio Bellucci, attaccante della Sampdoria: «L´immagine del calciatore è rude. E´ quella di Gattuso e Materazzi. Un calciatore non direbbe mai di essere gay».

da la repubblica del 5 dicembre 2008

giovedì 4 dicembre 2008

Gay nello sport: i KingKickers

Dopo la pubblicazione del post di ieri nel quale anticipavo i servizi della prossima puntata di Victory dedicata ai gay nello sport, tra i quali uno dei più attesi è certamente quello sugli Eurogames di Barcellona, sono stato contattato da Francesco, il capitano dei KingKickers, la squadra di calcio milanese che a quei giochi ha partecipato. E' stato molto gentile e disponibile e ha accettato di rispondere a qualche domanda

KingKickers 4Quando è nata la squadra dei KingKickers?
I KingKickers nascono come "estensione" di una squadra già esistente: la NaNb. Sono nati proprio per partecipare agli eurogames: serviva una squadra di calcio a 11 con una rosa più ampia.

E' giusto definirla una squadra gay?
Bella domanda... indubbiamente siamo una squadra di ragazzi gay ma siamo una squadra di calcio, assolutamente come le altre. Ciò che voglio dire è che non bisogna avere la tessera dell'arcigay per giocare. Spesso vengono a giocare con noi ragazzi che hanno gusti sessuali differenti dal nostro, a noi non interessa, conta la passione per il calcio.
Come dicevo siamo una squadra di calcio ma prima di tutto siamo un gruppo di amici che si divertono a stare insieme che sia per giocare a calcio o per mangiare una pizza.

Solo questo anno avete deciso quindi di partecipare agli Eurogames?
Sì, abbiamo deciso di partecipare agli eurogames a febbraio, considera però che alcuni di noi avevano già partecipato ad altri tornei internazionali di calcio gay che vengono organizzati ogni anno prima: io ad esempio sono stato due volte Francoforte, due volte Amburgo, due volte Barcellona e una volta Parigi. Ormai ho una certa esperienza di tornei internazionali...

KingKickers 1Quando siete partiti sapevate già che Paolo Colombo avrebbe fatto un servizio sulla vostra partecipazione?
Sì, lo sapevamo. L'abbiamo saputo fin dall'inizio

Le telecamere de la7 vi seguivano sempre? Sia durante le partite che in albergo?
Sì, ovunque. Te ne accorgerai vedendo la trasmissione

C'era un po' di preoccupazione per questo?
Sì certo, qualche componente della squadra non ha voluto farsi riprendere, qualcun altro si è convinto solo alla fine, trascinato dall'entusiasmo degli altri, ma diciamo che la preoccupazione c'è stata

Spero che comunque nessuno si sia pentito...
Io posso parlare a titolo personale. e ti posso dire che non mi sono pentito di ciò che ho fatto.
Coltivo la speranza che il nostro gesto possa servire soprattutto a noi; mi interessa relativamente se un giocatore di serie A farà coming out vedendo la trasmissione e seguendo il nostro esempio.
Sarei più contento se vedendo la trasmissione qualche mio compagno che ora vive male la sua omosessualità si convincesse che non ha nulla da temere, che non succede nulla a vivere sereni
Ecco, questa è la mia più grande speranza.
E mi piacerebbe che tanti altri ragazzi gay che giocano nei campionati minori (e ce ne sono, te lo assicuro) si rendessero conto che qui a Milano c'è un gruppo di ragazzi gay che vivono la loro stessa passione in maniera serena.

KingKickers 3Come vi è venuta l'idea di dichiararvi?
E' stato Paolo Colombo a proporcelo. Ha detto che avrebbe voluto fare delle interviste parlando di noi e del calcio. Il resto è venuto spontaneamente

Come è stata accolta questa proposta?
Dciamo che il primo a cui l'ha chiesto sono stato io; mi ha detto: “il capitano non può non parlare”
ed effettivamente non potevo tirarmi indietro

Quindi sei stato il primo
Sì, sono stato il primo ad essere intervistato

Dopo ti sei sentito liberato o preoccupato?

Mi son sentito bene, è stata una cosa spontanea

Nessuno, a parte la squadra, sapeva della tua omosessualità?
Nessuno

Dopo l'intervista ti sei dichiarato con qualcuno o aspetti che vedano la trasmissione?
Questo è un argomento delicato che sinceramente mi ha dato molto da pensare, per ora non lo sa ancora nessuno...

KingKickers 5Temi qualche reazione inaspettata?
Devo dire la verità, sono curioso di vedere quali saranno le reazioni e soprattutto come mi comporterò di fronte ad esse. E' come una prova

A questo hai pensato anche durante la registrazione?
No perchè noi non abbiamo seguito la registrazione. E' stato girato tutto in diretta a Barcellona
e lì non c'era il tempo di pensare a queste cose, la testa era impegnata da tuttl'altri pensieri

Oltre a te chi ha accettato di farsi intervistare da Paolo?
Oltre a me hanno fatto coming-out i due vice-capitani, un membro storico della squadra ed il più giovane del gruppo.

Non credi che le vostre dichiarazioni possano mettere in evidenza l'ipocrisia del mondo del calcio specialmente in quello professionistico che dipinge il calcio come sport non adatto ai gay.
Ho riletto in questi giorni la dichiarazione di Gianni Rivera: “Ogni volta che sento parlare di gay tra i calciatori, mi stupisco. Mi sembra difficile pensare che scelgano un gioco così maschio”. L'ho trovata davvero deprimente. Tu che ne pensi?

Sicuramente, questo è il motivo principale per cui ho deciso di fare questo gesto. Leggere quelle dichiarazioni per uno come me (ma come me ce ne sono tanti) che ha giocato 27 anni a livello agonistico, che ha sul proprio corpo un'ottantina di punti in cicatrici, che ha giocato sui ampi in fango, con la neve, col gelo leggere quelle dichiarazioni mi ha veramente dato fastidio
Gianni Rivera è un mostro sacro del calcio, sai come veniva chiamato ai suoi tempi? L'abatino.
Questo soprannome glielo diede il compianto Gianni Brera perché lo riteneva troppo raffinato e tattico, poco disposto al sacrificio atletico e troppo leggero nel gioco di copertura, aveva cioè un modo di giocare poco “maschio", curioso vero?
Ma per me Gianni Rivera rimane un grande, calcisticamente parlando, abatino o no.

KingKickers 6E delle dichiarazioni di Cannavaro cosa pensi? “Non ho mai visto un calciatore gay”
A me pare impossibile, fai un po' te. Molto probabilmente non ha mai chiesto

Hai già visto il servizio di V-ictory?
No, è top secret. Lo vedremo tutti insieme in diretta dopo aver giocato una divertentissima partita di calcio, ovviamente

La vedrai con la squadra quindi....
Sì, partita, mega rinfresco a base di pizza, salatini bevande e poi la visione della trasmissione in religioso silenzio

Torniamo a Barcellona, come è stata quella esperienza?
Fantastica, io l'ho vissuta fin dal primo giorno quando la squadra non era altro che qualche nome scritto su un foglietto (che conservo).
La preparazione è stata dura (dal punto di vista organizzativo) ma poi tutte le fatiche sono state ripagate dall'entusiasmo con cui tutti hanno partecipato. Dal punto di vista sportivo non è andata come volevamo: sfortuna, inesperienza (alcuni erano al loro primo torneo internazionale) ed altro non ci hanno permesso di portare a casa una medaglia ma vedere i ragazzi felici e consapevoli di aver vissuto un'esperienza di gruppo indimenticabile mi ha davvero dato tanta carica

Andrà meglio la prossima volta.... avete intenzione di continuare questa esperienza, no?
Sicuramante , siamo già iscritti agli OutGames di Copenaghen 2009, vogliamo vincere queste olimpiadi!!!

KingKickers 7

In bocca al lupo per quanto possa servire farò il tifo per voi.

Sport e tabù: quanti gay da serie A

di Emanuele Rossi - Panorama


Paolo Colombo, 41 anni, genovese, è uno dei volti emergenti di La7: conduce da settembre Victory, un programma di approfondimento dedicato allo sport. Per guardare il mondo sportivo “da dentro” precisa Colombo “con i drammi e le gioie dei protagonisti, le storie che stanno dietro ai personaggi”. E le storie sono molto spesso inedite. Come quelle che Colombo ha scelto per di venerdì 5 (andrà in onda alle 24): un’intera puntata che affronta uno dei temi “tabù” nel mondo sportivo: l’omosessualità. “L’idea è stata mia” spiega Colombo “Il tema mi interessa particolarmente: io sono omosessuale, ho fatto quest’estate il mio coming out”.

In un’occasione speciale?
Ne ho parlato con il mio direttore Antonio Piroso a luglio, per andare a seguire gli Eurogames a Barcellona.

Di che si tratta?
Sono una specie di Giochi Olimpici cui partecipano atleti gay, lesbiche e transessuali da tutto il mondo. È stato emozionante, all’apertura c’era il sindaco della capitale catalana Jordi Hereu, migliaia di spettatori, un’accoglienza bellissima, ti sentivi davvero un atleta. Se lo può immaginare in Italia? Io no, né a Roma né a Milano, che pure si definisce una città europea.

Lei ha partecipato?

Sì, allenavo una squadra di calcio, i KingKickers.

Com’è andata?

Bene, anche se siamo usciti agli ottavi, contro una squadra tedesca. Con arbitro tedesco (scandaloso). Il fatto è che davamo fastidio ad una persona nella federazione internazionale.

Esiste una federazione internazionale?
Certo, lo sport “gay friendly” esiste e ha le sue squadre, le sue competizioni, le sue federazioni internazionali come la Iglfa, che è quella del calcio. E anche i mondiali: la scorsa edizione è stata vinta dall’Inghilterra” (i prossimi saranno nel giugno 2009 a Washington Dc, ndr).

Allora non è vero che, come disse Luciano Moggi, “nel calcio per i gay non c’è posto
Guardi, il gioco è sempre uguale, questi sono pregiudizi abbastanza stupidi. Ci sono i contrasti, le ammucchiate dopo i gol e le rivalità: agli Eurogames c’era un’altra squadra di Roma ed eravamo già in clima derby.

Ma nello spogliatoio non si parla di ragazze…
No, solo di boys… Sono tutti ragazzi normali, alcuni hanno anche delle fidanzate, giocano nei dilettanti, nelle serie regionali.

E ci sono giocatori omosessuali anche in serie A?
Ci sono e ci sono sempre stati, almeno stando alle voci che girano nell’ambiente.

Ma non si dichiarano espressamente
Questo è il lato brutto della cosa, il doversi nascondere. Ma vogliamo dimostrare che non è obbligatorio: cinque dei miei giocatori faranno coming out in trasmissione venerdì. E speriamo ne seguano altri: il mio sogno è allenare la nazionale italiana gay. Se ci sono formazioni tricolori tipo cantanti e attori non vedo perché no!

E perché persiste questo tabù?
In parte per tutta la retorica “macha” che c’è intorno al calcio, in parte perché lei può immaginare come può essere ricevuto un annuncio simile dagli ultrà. Li massacrerebbero. Molti pensano che sia meglio non rischiare, alcuni si “costruiscono” delle storie sentimentali con delle ragazze bellissime che sono una mera copertura… Hanno paura di finire ghettizzati. Anche se poi tra di loro ne parlano e sono ragazzi meno retrogradi di alcuni loro coetanei: con me ad esempio sono sempre stati sensibili, anzi adesso ci scherziamo pure su.

In effetti i casi noti sono molto pochi, nel mondo dello sport in generale
Sono storie che racconteremo, anche dure, come quella di Justin Fashanu, che giocava in Inghilterra e quando si dichiarò pubblicamente venne ripudiato dall’allenatore e dal fratello. Lo trovarono morto impiccato pochi anni dopo in un garage di Londra. Era il 1998, mica cent’anni fa.

Poi però ci sono anche atleti che diventano vere “icone” gay

Beckham è il caso più noto, ma anche quelle pubblicità di Dolce e Gabbana con i giocatori delle nazionali di rugby e di calcio in mutande negli spogliatoi: non penserà mica siano rivolte a un pubblico etero…
E per lei quali sono i più affascinanti?

Beh, Shevchenko, Behrami, Gasbarroni, Ambrosini… Non cito sampdoriani perché sarei di parte, ma ne ho messo uno del Genoa… In Serie A ci sono davvero dei bei ragazzi.

mercoledì 3 dicembre 2008

V-ictory: i gay nello sport

Paolo_Colombo_victory

Sarà una puntata speciale quella di V-ictory che andrà in onda Venerdì 5 dicembre alle ore 24:00 su la7. Assolutamente da non perdere.
Il settimanale sportivo condotto da Paolo Colombo, volto storico de la7, salito alla ribalta nei mesi scorsi per essere stato il primo giornalista sportivo italiano ad aver fatto coming-out. Notizia che noi abbiamo dato in anteprima, come sanno bene i lettori di questo blog.

La puntata, che si preannuncia storica per la televisione italiana, è in fase di ultimazione ma qualche indiscrezione è già emersa. Tra i servizi trasmessi:

Un viaggio inchiesta nel mondo dello sport dove dichiararsi omosessuali è ancora un problema (basta ricordare le parole di Fabio Cannavaro - “Non ho mai visto un calciatore gay” - o quelle di Luciano Moggi “Il calcio non è fatto per i gay” o ancora quelle di Gianni Rivera: “Ogni volta che sento parlare di gay tra i calciatori, mi stupisco. Mi sembra difficile pensare che scelgano un gioco così maschio”), con interviste a giornalisti, calciatori e atleti non necessariamente omosessuali ma che affrontano davanti alle telecamere della trasmissione il tema dell'omosessualità nello sport.

La storia del calciatore tedesco Marcus Urban che ha smesso di fare il professionista per giocare in una squadra gay.

Un servizio sui giochi gay di Barcellona Eurogames 2008 con la storia dei Kingkickers, la squadra di calcio milanese allenata dal giornalista sportivo che ha partecipato ai giochi. Le telecamere di V-ictory hanno seguito i ragazzi della squadra sia durante le partite che nei momenti di relax e come aveva anticipato Paolo Colombo nella famosa serata al Borgo durante la quale dichiarò ai presenti la propria omosessualità, ben cinque calciatori dei Kingkickers faranno coming-out davanti alle telecamere.

Un viaggio nel mondo della moda per scoprire perché gli sportivi, rugbysti, calciatori o nuotatori che siano sono diventati delle vere e proprie icone gay.

Ci saranno anche le immagini in esclusiva dei backstage del famoso calendario Dieux du Stade, quello dei rugbysti che giocano nel campionato francese e altre chicche con “boni da paura - assicura il conduttore Paolo Colombo – che dovrebbero incollare gay e non davanti ai teleschermi de la7”.

C'è poi un intervista esplosiva, assolutamente da vedere, destinata a far cadere i tanti, troppi tabù , che esistono anche nel terzo millennio quando si parla di gay nello sport professionistico.

Su quest'ultimo servizio non possiamo anticipare niente, le bocche sono cucite; questo ci fa intuire che sarà davvero una “bomba”. Speriamo di poterne sapere qualcosa di più nei prossimi giorni.

La Chiesa cattolica approva

gay_impiccati_iran_01


gay_impiccati_iran_02


Questo succede in alcuni paesi dove l'omosessualità è reato.
Non ci bastano le loro scuse ufficiali, tra 500 anni.

lunedì 1 dicembre 2008

1 Dicembre: giornata mondiale per la lotta all'AIDS



Splendida iniziativa del gruppo BoaRosa per la giornata mondiale per la lotta all'AIDS:ieri mattina al Gianicolo a Roma, intorno a piazza Garibaldi, sono state “ritrovati” al collo dei padri della Patria, dei nastri rossi simbolo della lotta contro quello che è stato definito “il flagello del XX secolo".

venerdì 31 ottobre 2008

Binetti Vergogna!

Comunictao del Circolo Mario Mieli


BinettiGravissime le dichiarazione dell’Onorevole Paola Binetti che, chiamata a commentare le linee guida per le ammissioni al sacerdozio, accosta esplicitamente l’omosessualità alla pedofilia.

La deputata democratica afferma che «queste tendenze omosessuali fortemente radicate presuppongono la presenza di un istinto che può risultare incontrollabile. Ecco: da qui scaturisce il rischio pedofilia. Siamo davanti ad un’emergenza educativa ».

Parole gravissime che, se forse rivelano i retropensieri delle gerarchie cattoliche, non trovano nessun riscontro nella realtà e nella letteratura scientifica, ma sono anzi atte a ingenerare allarme e fomentare odio e discriminazione nei confronti delle persone omosessuali, la cui vita affettiva e sessuale non si esercita certo in istinti brutali e incontrollabili verso nessuno, tanto meno i bambini.

Si ritorna ai timori di Fini sui maestri omosessuali che credevamo archiviate e relegate alla preistoria della politica. Ulteriormente incomprensibile e inaccettabile risulta poi il parallelo tra lo stop ai preti omosessuali e la necessità di “avere sacerdoti sani, sportivi, vissuti come modelli potenziali”. Come se gli omosessuali non fossero sani o non possano essere sportivi o dei modelli positivi, esattamente come ogni altro cittadino di qualsiasi genere e orientamento sessuale. Prima di dire certe cose prive di fondamento e senso l’onorevole Binetti farebbe bene a esercitarsi in pratiche di cui è certamente più avvezza mettendo ad esempio il cilicio in bocca... Chissà che non ne trovi giovamento!

Sono espressioni vergognose e indegne, violentemente offensive per tutte le persone e i cittadini omosessuali, molti dei quali con il loro voto al PD hanno contribuito alla sua elezione.

Vogliamo sperare che chi è portatore di una tale gretta visione della società, esprimendo odio e discriminazione feroce nei confronti degli omosessuali, non possa trovare più posto nel Partito Democratico. Il segretario Veltroni deve prendere atto di una incompatibilità di queste dichiarazioni con la linea del suo Partito (e ci auguriamo di tutto il panorama politico italiano) espellendo l’onorevole Binetti.

Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli esprime il massimo sdegno per queste dichiarazioni e invita tutte e tutti a esprimere formale protesta e contestazione all’onorevole Binetti e al Paritito Democratico perché prenda i necessari provvedimenti.
Chiamiamo, faxiamo e scriviamo al Partito Democratico un unico messaggio: “BINETTI VERGOGNA!”.
I numeri: tel. 06/ 675471 - fax 06/ 67547319 - mail info@partitodemocratico.it.
Scriviamo anche a Paola Binetti binetti_p@camera.it, al segretario Walter Veltroni veltroni_w@camera.it, e al capogruppo del PD alla Camera Antonello Soro soro_a@camera.it.

Consapevoli che l’omofobia non si combatte con le pacche sulle spalle, e le vaghe dichiarazioni, ma agendo seriamente a livello educativo, ci proponiamo appunto di educare debitamente queste persone, scrivendo loro il nostro sdegno e costringendoli a smistare il maggior numero di fax e mail con lettere che esplicitino la loro ignoranza e il male che fanno a tanti cittadini. Speriamo in questo modo di far comprendere alla Binetti (ma abbiamo dubbi che intenda) e ai responsabili del PD e quanto in Italia i cittadini civili siano in numero maggiore rispetto a quanto credano. Anche in Italia, come già nella maggior parte dei paesi europei non deve essere più ammissibile, per figure con compiti istituzionali e ruoli di rappresentanza pubblica, compiere esternazioni di questo tenore senza alcuna conseguenza per la propria carriera politica. Il Circolo Mario Mieli propone anche, come già fatto in altre occasioni con successo, di querelare la deputata Paola Binetti, seguendo le istruzioni riportate qui di seguito.

Rossana Praitano - Presidente
Andrea Maccarrone
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli

giovedì 30 ottobre 2008

Le parole per dirlo. I media e la comunicazione sull'orientamento sessuale

Oggi ore 15 alla Sala Colonne della Camera dei Deputati
di Paola Concia

Giovedì 30 ottobre alle ore 15.00 alla Sala Colonne della Camera dei Deputati saremo in tanti - giornalisti, pubblicitari, deputati, registi, docenti universitari, deputati - per una maratona di interventi su come i media comunicano oggi l'orientamento sessuale. Ho fortemente voluto questo incontro, insieme a tante e tanti, dopo le polemiche sul modo in cui è stata data notizia della morte di Domenico Riso. Domenico era uno steward e si stava recando alle Canarie per una vacanza.

Era agosto e l'aereo su cui viaggiava si è schiantato uccidendo 153 persone. Riso era lì con il suo compagno e il bambino di lui, cioè con la sua famiglia, ma nel 2008 l'esistenza di quella famiglia, con l'esclusione di un solo quotidiano, è stata censurata, omessa, mal detta, in nome di un presunto pubblico pudore che non ha reso onore alla memoria di Domenico, alla sua vita. Credo quindi ci sia bisogno di confrontarsi sulle reticenze, le ipocrisie, le semplificazioni ma anche le difficoltà e le cautele di chi ha la responsabilità di comunicare la vita, le storie, i desideri, le aspirazioni delle persone gay, lesbiche, transessuali e bisessuali. Giovedì proveremo a farlo e, credo sia la prima volta che accade, almeno in Italia. Il titolo dell'incontro è la citazione di un libro di Marie Cardinal. Non per caso. "Le parole per dirlo" fu un libro rivoluzionario poiché raccontò il disagio di una generazione di donne desiderose di conoscersi e comunicare agli altri la propria verità per trovare il proprio posto nel mondo. E il senso del nostro convegno, infatti, non è solo portare verso noi omosessuali i giornalisti, gli esperti e gli operatori dei media, ma fare noi un passo verso di loro, creando così, ed è questo il nostro obiettivo, un confronto e un dialogo vantaggioso per tutti.

Dunque, non ci interessa esercitare un giudizio sull'operato dei media, ma soprattutto creare un'alleanza per svelare pregiudizi e stereotipi, e per capire insieme come queste semplificazioni del reale possono essere superate. E' un primo passo, ma è necessario compierlo. Fino a non molti anni fa, su alcuni giornali, in alcune tv, la parola pederasta era equivalente a omosessuale, l'omosessualità arrivava nella comunicazione solo per fatti di cronaca nera ed era ovviamente il festival delle peggiori parole, "torbido, morboso, oscuro, devianza, vizio, peccato", e dunque la migliore occasione per ribadire la distanza tra il mondo per bene e quello diverso, anormale, perverso dell'omosessualità. Non è più così, lo sappiamo, o meglio non è più solo così poiché sacche di pessima informazione esistono ancora. Vogliamo guardare pure ai passi da gigante che sono stati fatti in avanti.

Oggi possiamo vedere una fiction in tv in cui due donne si dichiararono il loro amore, una trasmissione sull'omogenitorialità ben fatta in seconda serata, un film come Brokeback Mountain, la storia omosessuale tra due cowboy, che vince al Festival di Venezia, le immagini bellissime del matrimonio tra Ellen De Generis e Portia De Rossi, donne di spettacolo, americane, ricche, potenti e famose che fanno il giro del mondo. In Italia, ci sono canali televisivi, agenzie di stampa, portali dedicati alle tematiche gay, lesbiche, transessuali.

Però, è evidente, ancora non basta. La realtà è oggetto dell'informazione e ispira le fiction, ma da esse è, al contempo, profondamente influenzata. Ecco perché è estremamente importante stanare e combattere pregiudizi, stereotipi, falsità, malafede o anche semplicemente superficialità sulla comunicazione dell'orientamento sessuale. Serve per combattere le discriminazioni e affermare una nuova cultura dei diritti civili, ed è questo il presupposto irrinunciabile per le buttare le fondamenta di una società moderna e inclusiva capace di produrre ricchezza non solo economica ma anche sociale.



LE PAROLE PER DIRLO

I media e la comunicazione sull'orientamento sessuale
Un'agorà di libero confronto
Giovedì 30 ottobre, dalle ore 15.00 in poi. Sala delle Colonne, Palazzo Marini Via Poli, 19 Roma

L'agorà avrà tempi televisivi, ognuno porterà semplicemente la sua esperienza, gli interventi saranno brevi, concisi, e speriamo interessanti per confronto aperto e sincero tra diversi modi di pensare, scrivere, raccontare l'omosessualità e la transessualità in Italia.

Tra gli ospiti previsti:

Michele Sorice, Massimo Arcangeli, Francesco Crispino (Docenti Universitari)
Umberto Carteny (Regista)
AgostinoToscana (Saatchi&Saatchi),
Aurelio Mancuso, Franco Grillini (Arcigay)
Francesca Polo (Presidente Arcilesbica)
Roberto Cuillo (Responsabile Cultura PD)
Paola Tavella, Maria Teresa Meli, Gianni Pennacchi, Goffredo De Marchis, Delia Vaccarello, Flavia Perina, Letizia Paolozzi, Stefano Campagna, Stefania Tamburello, Alessio De Giorgi, Concita De Gregorio, Alessandro Cecchi Paone, Daniele Scalise, Corrado Zunino, Paolo Colombo, Guido Columba, Paolo Butturini (Giornalisti)
Imma Battaglia (Di'Gay Project)
Enrico Oliari (Presidente GayLib)
Anna Mittone, Fabio Bonifacci (Sceneggiatori)
Vittorio Lingiardi (Psicanalista)

Tra il pubblico ci saranno studenti universitari ed è previsto uno spazio di microfono aperto.

mercoledì 29 ottobre 2008

Piero Calamandrei , 1950

"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo apertamente trasformare le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tenere d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi, ve l'ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico.

Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"

(Piero Calamandrei in Scuola Democratica, 20 marzo 1950.)

domenica 19 ottobre 2008

"Almeno 12 gay in Premier League". In Inghilterra scoppia il caso

A rivelarlo è l'ex giocatore del Chelsea Paul Elliott: "Capisco perché non vogliono dirlo e non sarò io a fare i nomi". E l'attivista Peter Tatchell chiede ai giocatori di uscire allo scoperto: "Il bigottismo non deve avere spazio nello sport"
di Simona Marchetti


dailySarebbero almeno una dozzina i gay in Premier League, anche se nessuno di loro è ancora pronto a fare "coming out", nel timore di una reazione omofoba da parte dei tifosi (come successo il mese scorso a Sol Campbell, quando giocò contro il Tottenham) ma anche perché preoccupati di come potrebbero prenderla gli stessi compagni di squadra.

A rivelarlo è l'ex stella dell'Under 21 e del Chelsea, Paul Elliott, che, alla presentazione della campagna "Homophobia: Football's Final Taboo" contro l'omofobia, ha confessato di sapere con certezza che 12 giocatori attualmente in attività sarebbero omosessuali, ma ha anche spiegato che non sarà di certo lui a fare i nomi. "Conosco una dozzina di calciatori che sono gay – ha ammesso il 44enne ex difensore, oggi attivista per i diritti umani – e capisco perché loro non vogliano dirlo ma, al pari del razzismo, non c’è posto per l'omofobia nello sport".

E se la notizia ha già scatenato una sorta di "caccia all'uomo" sui tabloid dell’isola (uno su tutti, il Daily Star, che ha sparato in prima pagina un inequivocabile "12 Gay Prem Footie Stars Outed", con 12 volti neri nel servizio interno, ad indicare l'omertà che ancora circonda la vicenda), l'attivista Peter Tatchell ha chiesto ai giocatori di uscire allo scoperto. "Il bigottismo non ha spazio nello sport – ha sottolineato al quotidiano – e l'omofobia non è più accettabile del razzismo. Ecco perché la Football Association potrebbe privatamente sondare i giocatori gay e bisessuali per convincerli a fare un "coming out" collettivo. Noi abbiamo stelle omosessuali in ogni campo, perché nel calcio dovrebbe essere diverso?".

Ma l'idea di Tatchell lascia perplessi gli stessi addetti ai lavori. "Ammettere apertamente di essere gay è una condizione difficile per un calciatore – ha spiegato l'ex manager Alan Smith – perché se sei un ubriacone e picchi tua moglie, è quasi accettabile, ma se dici "sono gay", sei considerato un essere orribile. E questo è davvero ridicolo".

Come ricorda anche il Sun, il solo giocatore inglese ad ammettere apertamente la propria omosessualità fu Justin Fashanu. Successe nel 1990, ma la sua confessione fu accolta con ostilità sia dal mondo sportivo che dalla comunità nera britannica, al punto che un settimanale parlò di "affronto" e di "danno d’immagine patetico ed imperdonabile". Anche suo fratello John lo rinnegò pubblicamente e l'ex attaccante del Norwich entrò così in una crisi senza fine, che lo portò al suicidio: si impiccò, infatti, il 3 maggio 1998 in un garage di Shoreditch, vicino Londra.

mercoledì 15 ottobre 2008

Il capitano della nazionale inglese di calcio vuole combattere l'omofobia

Rio_Ferdinand,_2004Il capitano della nazionale inglese di calcio Rio Ferdinand ha appena rotto uno dei tabù più forti nel mondo del calcio: ha chiesto esplicitamente alla Fifa di combattere l’omofobia e il razzismo nel mondo del pallone.


Non so se Ferdinand sia gay o se abbia particolari motivi per sostenere la causa GLBT e non è nemmeno poi molto interessante saperlo. Anzi il fatto che abbia deciso di spendersi per una causa che al momento non è molto popolare e che forse nemmeno lo riguarda, rende il suo gesto ancora più importante e apprezzabile.


Se il capitano della nazionale inglese si schiera in modo così netto e disinteressato su questo argomento, speriamo che che qualcun altro, non solo nel mondo del calcio, lo segua...

martedì 14 ottobre 2008

Allenatrice esonerata dalla squadra perché lesbica: arrivano le scuse

L'allenatrice del Lendinara era stata allontanata dopo il coming out. Ora la società licenzia il responsabile della discriminazione.


Le hanno chiesto scusa e le hanno chiesto di tornare. Non solo: hanno mandato via dalla società il dirigente che l’aveva licenziata. Ve la ricordate la storia dell’allenatrice della squadra femminile della Lendinarese esonerata con un sms perché omosessuale? Lei si chiama Luana Zanaga, ha 38 anni, padovana. Aveva lasciato la squadra denunciando al nostro giornale l’episodio. La società, colpita a freddo da questa vicenda (definita da Alessandro Zan, presidente veneto dell’Arcigay, «una cosa ignobile») si è riunita e ha deciso di prendere una posizione ufficiale: cacciato il dirigente che si era preso la libertà di licenziare l’allenatrice, e lettera aperta di distensione. Eccola in sintesi: «Il Gruppo dirigente della Lendinarese ringrazia Luana Zanaga per il senso di responsabilità e per l’amore per i colori biancorossi dimostrati con il nobile gesto di rinuncia della guida tecnica della formazione femminile di Serie D. La Lendinarese riconosce la eccelsa professionalità tecnica di Luana Zanaga. I dirigenti e le giocatrici esprimono piena solidarietà a Luana Zanaga per il suo impegno civile, attraverso il quale ha saputo accendere i riflettori e la sensibilità della pubblica opinione sul problema sociale della omofobia. La nostra società sportiva è da sempre rispettosa delle varie diversità siano esse religiose, razziali, sociali o di tendenza sessuale e non tollereremo mai alcun tipo di discriminazione. La Lendinarese è moralmente al fianco di Luana Zanaga nella sua campagna antidiscriminazione. Esprimiamo inoltre un plauso nei confronti di Olga Brusco capitano della squadra femminile che ha saputo con sensibilità e caparbietà ridare coesione e fiducia ad un gruppo di ragazze frammentato e demotivato. La più grande vittoria sportiva della Lendinarese e pensiamo anche di Luana Zanaga è stata quella di aver schierato al completo la squadra femminile nell’incontro di campionato disputato domenica a Padova».

«Le abbiamo chiesto di tornare», dicono in società, «ma per il momento Luana ha detto di no: noi l’aspettiamo, se vorrà un giorno tornare». E intanto il dirigente che l’aveva esonerata con un sms («questa società è pulita e non ha al suo interno drogati o omosessuali», era più o meno il testo) è stato a sua volta mandato via.


Articolo tratto dal Mattino di Padova

venerdì 10 ottobre 2008

Matthew Mitcham rattristato per essere l'unico atleta olimpico gay dichiarato

matthewPer la prima volta dal trionfo olimpico Matthew Mitcham ha parlato in conferenza stampa e ha raccontato di essere sorpreso per il fatto che, tra i 10500 atleti presenti alle Olimpiadi di Pechino, lui era l’unico gay dichiarato.

“È un po’ triste, penso, perché statisticamente dovrebbero essercene molti di più; ma, sapete com’è, è un fatto privato di ciascuno. Io non farò pressioni su nessuno per convincerlo a rivelare la propria omosessualità, è un affare privato. Ma sono fiero di essere qui, fiero di essere uno a cui tante persone possono guardare con ammirazione”.

martedì 7 ottobre 2008

Poliziotta e lesbica, cacciata dalla squadra di calcio

Luana Zanaga: la Lendinarese non vuole lesbiche. La società: l'avevamo promesso ai genitori.
di Michela Nicolussi Moro


Non c'è pace per Luana Zanaga, la poliziotta 38enne di Rovigo in servizio alla questura di Padova che ha deciso di fare outing in tivù e sui giornali, dichiarando la propria omosessualità. «Confessione» che lei considera causa del trasferimento dalle Volanti alla sala operativa. E che ora rischia di vederla allontanare dalla Lendinarese, la squadra di calcio femminile di serie D della quale dallo scorso agosto è la preparatrice atletica.

Come se non bastasse, nelle ultime ore è venuta fuori la notizia di tre procedimenti penali a suo carico. Il primo, datato 2005, riguarda una querela per violazione di domicilio presentata a Padova da una sua ex compagna ma ormai in via di prescrizione. Gli altri derivano invece da altrettante denunce depositate alla Squadra mobile di Rovigo lo scorso 26 maggio da due ragazze. Una l'accusa di molestie telefoniche (ma Luana ha raccolto in un cd tutti gli sms che scambiava con lei nei quattro mesi in cui si sono frequentate e che porterà al pm), l'altra di minacce.

«Fascicoli, questi ultimi due, rimasti in sospeso fino a oggi e tirati fuori a pochi giorni dalle mie dichiarazioni pubbliche — riflette l'agente — è un po' strano ». Per la Lendinarese è invece la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Con un sms spedito all' 1.24 di sabato, il dirigente Luca Romani ha comunicato alla Zanaga: «Mi dispiace. Cosa dico ai genitori che mi chiedono spiegazioni sull'articolo (l'ultimo uscito,

ndr), quando abbiamo sempre detto che l'ambiente è pulito e sano? Non me le fanno più venire a giocare». «Io ho semplicemente risposto che le ragazze sapevano della mia omossessualità — racconta Luana — ma mi è stato riferito il grande imbarazzo da me creato alla società. La quale aveva garantito alle famiglie delle atlete la totale assenza di droga e lesbiche nella squadra ».

Domenica, al termine della partita persa a Padova con il Crocefisso (e che la poliziotta ha guardato dalla tribuna, dopo l'ultimo allenamento di giovedì scorso), la Lendinarese ha indetto una riunione. «C'ero anch'io — riferisce Luana — le ragazze sono dalla mia parte, hanno chiesto alla società di non mandarmi via, altrimenti smetteranno di giocare, nonostante io le abbia consigliate di continuare. I dirigenti si sono riservati di pensarci su ma per me è l'ennesima doccia fredda. Proprio non me l'aspettavo, tutti erano a conoscenza della mia omosessualità ».

«Non è vero, non sapevamo nulla — ribatte Luca Romani— e comunque ognuno della propria vita privata fa quello che crede, a noi non deve rendere conto. A meno che non finisca sui giornali e in televisione e non tiri in ballo il nome della squadra senza averne il permesso. Noi non abbiamo cacciato via nessuno, la società deve ancora decidere come muoversi, si è riservata di farlo martedì sera, dopo l'allenamento. Non c'è alcuna scelta ufficiale — prosegue il dirigente — non siamo noi a voler mandare via Luana ma lei ad allontanarsi dal club comportandosi in questo modo. Non l'abbiamo mai discriminata, ma di fronte a tre querele e a quanto è uscito sulla stampa qualche spiegazione ai genitori dobbiamo pur darla». La Lendinarese sta anche pensando a ritirarsi dal campionato, perchè la squadra è spaccata a metà: otto ragazze difendono Luana, altre cinque la vogliono fuori.

Nel frattempo si muovono anche le associazioni gay. «È un atto di omofobia e di razzismo intollerabile », accusa Enrico Oliari, presidente di GayLib (cui la Zanaga è iscritta), che poi lancia un appello al governatore Giancarlo Galan. «Bisogna estirpare dalla nostra regione il razzismo e l'omofobia — esorta — affinchè casi come questo non si ripetano ». Il responsabile veneto di Arcigay, Alessandro Zan, ha invece chiesto (e ottenuto) un incontro urgente per le 11 di stamattina al questore di Padova, Luigi Savina. «Voglio capire bene la storia di Luana — spiega — e chiedere al questore un impegno sul fronte della lotta alle discriminazioni».

lunedì 29 settembre 2008

La Francia chiede all'ONU di depenazizzare l'omosessualità

Il paese dei Pacs è protagonista di un'iniziativa volta a chiedere all'Onu una depenalizzazione universale dell'omosessualità. Per ora, il governo italiano tace. Firma la petizione anche tu.



logo_onuLa Francia chiederà all’ONU la depenalizzazione universale dell’omosessualità. Lo hanno confermato il ministro degli esteri, Bernard Kouchner, ed il segretario di Stato per i Diritti Umani, Rama Yade. La richiesta di pronunciamento riguarderebbe la decriminalizzazione universale dell’omosessualità, delle leggi antisodomia, quelle contro i rapporti tra persone dello stesso sesso e le leggi contro i presunti atti osceni nei 57 paesi dove queste legislazioni esistono ancora. Mentre sono in tutto 80 i paesi che ancora considerano del tutto illegale l'omosessualità prevedendo per chi commette questo tipo di "reato" la tortura e in alcuni casi la pena di morte.

La Francia sottoporrà la sua richiesta all’assemblea dell’ONU nel mese di dicembre. In Italia, invece, nessun uomo di governo e delle istituzioni in genere si è ancora pronunciato sull'iniziativa. Nel maggio 2008, all'indomani della sua nomina, la ministra per le Pari Opportunità Mara Carfagna dichiarò: «Sono pronta a sollecitare il nostro ambasciatore italiano presso le Nazioni Unite perché si faccia portavoce della richiesta della depenalizzazione universale dell’omosessualità». Ma finora tutto tace.

Durante il governo Prodi, il nostro paese si fece promotore della moratoria universale della pena di morte. Le associazioni sperano che anche in questo caso ci sia una mobilitazione internazionale guidata dall'Italia.

Per sollecitare il governo affinché si faccia promotore insieme alla Francia di questa iniziativa è possibile firmare una petizione on-line promossa da un gruppo di donne che frequentano il forum del sito EllexElle e che ritengono doveroso diffondere questa notizia e sollecitare gli utenti del web e la società a sostenere la proposta francese.

Per firmare clicca qui

venerdì 19 settembre 2008

giovedì 18 settembre 2008

Brad Pitt a favore dei matrimoni gay

Il Los Angeles Times riporta la notizia che Brad Pitt si è schierato decisamente in favore dei diritti gay donando 100.000 dollari (circa settantamila euro) all'associazione che si oppone alla eliminazione del matrimonio omosessuale dalla legge californiana.

Lo scorso 15 maggio la Corte costituzionale californiana ha dichiarato incostituzionale la legge che vieta le nozze tra persone dello stesso sesso sulla base del diritto di uguaglianza.
Il governatore della California, Arnold Schwarzenegger, aveva deciso di non opporsi alla decisione della Corte invitando a rispettare i diritti di tutti ma numerosi gruppi conservatori e religiosi hanno raccolto le firme per appoggiare un'iniziativa che modifichi la Costituzione e dichiari incostituzionali le nozze tra omosessuali: la cosiddetta Proposition 8 che stabilisce che il matrimonio sarà possibile solo fra un uomo e una donna.

Le parole di Brad Pitt per spiegare la sua scelta di schierarsi contro questi integralisti sono bellissime nella loro semplicità:

"Nessuno ha il diritto di negare a un'altra persona la sua vita anche se non è d'accordo, perché tutti hanno il diritto di vivere la vita che desiderano finché non arrecano danni agli altri e perché non c'è posto per la discriminazione in America, voterò per l'uguaglianza e contro la Proposition 8".

mercoledì 17 settembre 2008

Intervista a Paolo Colombo: perché ho deciso di fare coming out

colombo HC7B2295Avevo anticipato nei giorni scorsi su questo blog il coming out di Paolo Colombo, giornalista sportivo e volto noto de la7.
Nel corso della serata al Borgo (durante la quale Paolo salendo sul palco per festeggiare il suo compleanno aveva dichiarato ai presenti di essere gay) Francesco, capitano dei Kingkickers aveva detto che mi avrebbe fatto chiamare dal suo allenatore...

Speravo che Paolo mi chiamasse, anche se temevo non l'avrebbe fatto: in fondo poteva essere arrabbiato per gli articoli e le foto che avevo pubblicato...
Invece stamani mi ha contattato telefonicamente e molto gentilmente ha accettato di rispondere a qualche domanda.

Come hai scoperto la notizia sul blog?
La notizia sul Blog l'ho scoperta giovedì scorso, l'11 settembre. Mi trovavo a Modena, all'allenamento del Sassuolo, che stavo seguendo per Victory.
Mi ha chiamato Fabietto, il centrocampista dei Kingkickers e mi ha detto di guardare il tuo blog perché c'era scritto della festa al Borgo. Io che sono curioso come una scimmia non ho resistito alla tentazione e sono andato subito a controllare collegandomi ad Internet con il telefonino... Apro la pagina e ci mancava poco che non mi prendesse un colpo!!!

Come hai reagito dopo aver letto l'articolo e visto le foto scattate al Borgo?
Come ho reagito? Te l'ho già detto, sensazione stranissima, anche perché avevo a dieci metri, non di più, la squadra che si allenava; non conoscevo nessuno dei giocatori...mi avevano presentato venti minuti prima al team, quindi difficilmente potevano ricordarsi il mio cognome ed il nome.
Ho pensato che se qualcuno di loro fosse andato in Internet ed avesse cercato il mio nome e cognome, la7 Victory , mi avrebbe subito sgammato...
Poi l'imbarazzo, da parte mia, di registrare nello spogliatoio, con i giocatori nudi in doccia....
Lo avevamo già fatto l'anno scorso, sempre per Victory, con i ragazzi dell'AlbinoLeffe. Dei boni da paura...ma era diverso, allora nessuno sapeva di me...
Comunque ho sempre distinto il lavoro dal resto...Sono lì per fare il giornalista. Punto e basta!!! La mia professionalità è al di sopra di tutto, anche se sono dei fighi da paura!
Non c'è da temere nulla, non è che impazzisca e salti in testa ad un giocatore...
Quindi tranquilli tutti, soprattutto se c'è qualche calciatore che legge questa intervista... Sono lì per Victory, per intervistarvi, la troupe fa le riprese e tutto finisce lì.
Tornando al tuo articolo: era molto bello, preciso, ti devo fare i complimenti, scrivi davvero bene...
Bravo anche con le foto...ne scattavano a decine e anche quella in cui bevo pensavo l'avesse fatta un ragazzo della squadra...
Sei stato davvero in gamba ad anticipare tutti.... Voto 10 e lode!!!

Grazie per i complimenti, sei troppo buono...
Dato che non ti nascondevi pensavi comunque di fare coming out?

Bella domanda. Mia madre sa che sono gay dal 1995. Con lei ho un rapporto speciale. E' una madre fantastica, che penso molti gay vorrebbero avere. Certo all'inizio non l'ha presa benissimo ma poi ha iniziato a informarsi, a leggere, a conoscere un po' il mondo gay. E' stao imbarazzante quando l'ha scoperto... Per ora non sa nulla di questo coming out ufficiale. Non penso la prenderà benissimo...Le voglio parlare di persona dopo la prima puntata di Victory, quando tornerò da Roma. Sono certo che capirà.

Non avevo pensato di fare coming out perché ci tenevo che lo sapessero solo le persone a me fidate..
Tutto è cambiato con gli Eurogames a Barcellona, quando come ho già detto, 5 ragazzi della squadra di calcio hanno scelto le telecamere di Victory per il loro coming-out.
Ho anche pianto mentre facevo le interviste, talmente erano belle e profonde le cose che dicevano...

L'ultima sera di registrazione, dopo aver bevuto un po' di sangria...ho chiesto all'operatore (era l'una di notte) se aveva voglia di registrare un mio coming-out nel porto di Barcellona. Mentre registravamo sono passati dei gruppetti di ragazze e ragazzi italiani. Incuriositi dall'argomento e sentendomi parlare italiano si sono fermati ad ascoltare...Tutti, dico tutti hanno applaudito alle mie frasi.Al che ho pensato che forse, non c'era nulla di cui vergognarsi a dire pubblicamente di essere gay.
Quando sono tornato in Italia, mentre ero a Roma per seguire le Olimpiadi di Pechino dai nostri studi, c'è stata una pre-riunione di Victory. Si dovevano decidere i servizi, non c'era Cristina Fantoni a condurre, in maternità.
A questo punto il mio Direttore Antonello Piroso, mi ha proposto la conduzione per 14 puntate, sino a fine dicembre. Poi a gennaio ritornerà Cristina. Piroso, a cui avevo scritto una mail per gli Eurogames, mi dice scherzando: "mi raccomando però, non farmi la copertina di Babilonia adesso che conduci". Ci ridiamo su, poi dico.: se ha da succedere succeda.

Nell'ambiente giornalistico è vero che le notizie girano in fretta, però in 12 anni nessuno in redazione si era accorto di me. Non mi sono mai nascosto, questo è vero ma l'ho fatto sempre nella mia vita privata.
Non so, caro Andrea, come tu abbia messo il primo articolo sul tuo Blog....probabilmente qualche spia la devi avere...
Poi, una volta sgammato al Borgo con il tuo secondo articolo che senso aveva negare tutto?
Mi sono detto: hai fatto 30 ed adesso fai 31. E' una partita da giocare fino in fondo.

Come ti senti adesso che la notizia è uscita su diversi blog e portali di informazione gay come gaynews.it e gay.it?
Come mi sento? Ancora più felice di prima. Basta nascondersi. Ne ho parlato anche con la deputata Paola Concia il pomeriggio della festa al Borgo. Lei mi ha detto che facevo bene a salire sul palco alla sera per il primo coming-out in pubblico. Magari ci fossero altri personaggi pubblici a farlo, ha aggiunto.
Poi nel mondo dello sport, che è anche il mondo di Paola (ricordiamo che ha vinto la medaglia d'oro di Tennis singolo agli Eurogames), questo la inorgogliva ancora di più.
Mi fa piacere che i siti abbiano messo la notizia, non credevo certo di suscitare tutto questo scalpore.

DSCF2416Avevi già informato qualcuno della redazione?
Ti ho detto che Piroso lo sapeva da luglio. Da un annetto pure Umberto Nigri, uno degli autori di Victory, ne era a conoscenza. I miei colleghi di Milano lo sanno. Ma a Roma, a parte i due citati nessuno. Devo dire che mi ha meravigliato il fatto che, finora, tutti i colleghi che ho sentito mi hanno fatto i complimenti.
Pensa che Roberto Bernabai, il conduttore di Area Goal, mi ha detto che sono un tipo con le palle e se mi voleva bene prima, adesso me ne vuole ancora di più.

Conferma di questo l'ho avuta anche domenica scorsa: per un problema tecnico nello studio di Roma, Roberto ed altri colleghi hanno deciso di far condurre a me, dal campo di Bologna, la prima parte della trasmissione. Se avessero avuto dei dubbi pensi mi avrebbero affidato mezz'ora di diretta? Non avevo preparato nulla, però dopo 19 anni di tv se uno non è preparato a queste emergenze allora può cambiare mestiere. E poi mi sono sempre ritenuto un "animale" da diretta. Mi piace improvvisare, non preparo mai prima le domande delle interviste...

Con la redazione mi pare che tu non abbia avuto problemi, Pensi invece che il tuo coming out ti creerà problemi con gli sportivi e i dirigenti che dovrai incontrare?
Gli sportivi...La sera del tuo scoop sono andato a cena con un giocatore di serie A , mio amico, eterissimo e pure carino. Siamo amici e alla sua amicizia tengo moltissimo, conosco pure la moglie, molto molto carina. Bene, durante la cena gli ho spiegato tutto, prima che lo leggesse su internet ho ritenuto più corretto fare così. Non ha battuto ciglio. Ha detto che per lui resto sempre un amico e che non cambia nulla. Meglio di così non poteva andare.
Io all'amicizia credo moltissimo e questo mi ha fatto sentire in paradiso.

Venerdì sera secondo step: ho parlato con un dirigente del Sassuolo, piano piano ho detto pure a lui la verità. Nessun problema neppure da parte sua. Queste le sue parole: " Se ti muovi come hai fatto qui con professionalità e competenza sarai sempre inattaccabile. La tua professionalità non si mette in dubbio".
Ha pure aggiunto che, secondo lui, non ci saranno problemi con le altre squadre. Vedremo...
Intanto le telecamere di Victory hanno portato fortuna al Sassuolo che ha vinto due partite di fila.
Sabato sera terzo step. Ho un altro carissimo amico calciatore, sempre di serie A, che chiamo quasi sempre alla vigilia della partita per una nostra cabala... Tutte le volte che ci sentiamo il giorno dopo lui segna. E' successo anche domenica scorsa.
Anche a lui ho chiesto se aveva curiosato in internet e se sapeva che sarei stato io il conduttore di Victory. Alla sua risposta negativa gli ho detto candidamente che avevo allenato la squadra gay agli Eurogames, che avrei dedicato una puntata della trasmissione ai gay... Lui era già stato intervistato sul tema....quindi più indizi fanno una prova...
Non ci arrivava ed allora ho detto semplicemente: "sono gay". Anche per lui, fidanzatissimo con una ragazza stupenda, la reazione è stata positivissima. Mi ha detto che era onorato di saperlo da me e che lui e la fidanzata conoscono alcuni gay. Anzi mi ha detto che i gay sono quelli con cui lui va più d'accordo...
Meglio di così non mi poteva andare... Ha pure scherzato dicendo che quando ci vedremo su qualche campo di serie A per mettermi in crisi mi presenterà i suoi compagni di squadra più fighi...

Ne approfitto per ringraziare i miei due amici calciatori attraverso il tuo Blog. Sono due grandi...e spero che molti altri possano dimostrarmi la loro amicizia.

Paolo TMC 1Non tutti nel mondo del calcio la pensano come i tuoi amici calciatori di serie A.
Come dimenticare le dichiarazioni di Moggi dei mesi scorsi e anche quelle della ex sig.ra Fini. Sono stati molto chiari: "Non possono esserci gay nel calcio".
Davvero non ci sono calciatori di serie A gay? Ne hai conosciuto qualcuno? Qualcuno si è confidato con te?

Non voglio replicare a simili cazzate. Sarei a rischio di querela se dicessi cosa penso del primo personaggio da te citato, che peraltro ho avuto modo di intervistare molte volte. Quindi no comment.
Non ci sono calciatori di serie A gay? E' come se mi chiedessi se credo ancora alla Befana...è da tempo che non ci credo!!! Ci sono eccome, così come ci sono in tutte le altre categorie di lavoratori.
Certo che ne conosco, ma anche qui, per evitare querele non posso parlare, qualcuno di loro è anche famosissimo!!! Alcuni hanno avuto storie con miei amici... quindi prove vere, non per sentito dire...
Con uno sono andato vicinissimo ad un invito a cena, era il 2000. Tutti e due non ci siamo mai sbilanciati l'uno con l'altro. Certo è che quando ho intuito che lui sospettasse qualcosa di me ho cercato di farglielo capire...sapevo che non si sarebbe mai sbilanciato. Non avessi fatto il giornalista forse ci sarei anche uscito...
Sai, mi sono sempre divertito, durante le interviste, a guardare fisso negli occhi i calciatori "sospetti" per metterli in imbarazzo e ci sono sempre riuscito!!! Ma secondo te si sarebbero confidati con un giornalista??? Magari potrebbero farlo adesso che sanno che io sono gay.
Questo sì, sarebbe un onore per me... Ma ripeto, non confondiamo il lavoro, la professionalità con altro.
Non farei mai la prima mossa. Ripeto io sono lì per lavorare. Se poi qualcuno vuole faccia lui la prima mossa. Dopo sarebbero solo fatti nostri. Pensi che se uscissi con un giocatore andrei a sbandierarlo in giro??? Non ci penserei proprio.

Hai mai avuto storie con sportivi?
Mai avuto storie con sportivi. GIURO!!! Mi piacerebbe da morire però. Oddio... non so quanto si interesserebbero a me visto che adesso ho un fisico da Gatto Silvestro!!!

Come sarà il nuovo Victory?
Ci sarò io in studio, 4/5 servizi e poi le rubriche con il nostro quiz che è diventato un tormentone per gli sportivi. Da oggi sarò a Roma e, dopo aver parlato con gli autori Filippetto e Nigri che ringrazio pubblicamente per aver creduto nella mia conduzione, ne saprò di più.
Ti posso dire che venerdì parleremo del Sassuolo (ricordo che le telecamere sono entrate nello spogliatoio.. ma non finiremo mai nella volgarità o nel nudo integrale) vedremo questa bellissima realtà del calcio genuino di provincia. Poi spazio alla Mourinho story con un collega, Nicolò di Thiene che è andato a realizzare il reportage in Portogallo. Ci sarà anche un servizio sulle terre dei piloti (Valentino Rossi) e la storia di Russo, il pugile che ha vinto la medaglia di bronzo alle olimpiadi di Pechino.
Certo i fighi, mi si conceda questa parola, non mancheranno nella prima puntata.

Dopo la puntata su omosessualità e sport di vui hai parlato prima ci sarà una rubrica settimanale su questo argomento?
La puntata sull'omosessualità nello sport è la più difficile da realizzare: a Barcellona abbiamo registrato 13 ore di materiale. Ci sono poi le interviste fatte agli sportivi professionisti. Montarla sarà un inferno!!! Certo, ci sono tante realtà di sport gay: mi piacerebbe da morire poter ritagliare uno spazio all'interno di Victory, vedremo... Di sicuro proporrò a Piroso ed agli autori una rubrica settimanale su questo argomento.

Credi che qualche sportivo dopo aver visto la trasmissione potrà trovare il coraggio di fare coming out?
Basterebbe che uno solo lo facesse e per me sarebbe come vincere il premio Pulitzer.
Certo è che i ragazzi dei Kingkickers ci hanno messo la faccia, io mi gioco una carriera giornalistica. Spero lo faccia anche uno sportivo, non importa di quale sport, non importa di quale serie o categoria, basta che sia un po' conosciuto.
Se ogni gay avesse le palle per dichiararsi con tranquillità, sono sicuro che alla fine essere omosessuali sarebbe una cosa normalissima.


Ringrazio ancora Paolo Colombo per aver risposto alle mie domande.
Credo proprio che, viste le anticipazioni che Paolo ci ha fatto, Victory sarà una trasmissione da non perdere.

domenica 14 settembre 2008

Imma Battaglia: "Gli omosessuali non subiscono vere discriminazioni. Basta col vittimismo"

imma-battagliaSfogliando Repubblica di oggi, nello spazio delle lettere, trovo un intervento di Imma Battaglia, presidente di Di'GayProject. Frasi che, francamente, mi lasciano un po’ perplesso e mi sembrano sparate là tanto per andare contro l’Arcigay:
“Mi scuso per il ritardo con cui scrivo, ma ho preferito far calmare le acque della presunzione gay. Ho condiviso ogni parola dell’articolo di Francesco Merlo (del 23 agosto us), sul vittimismo gay e sul protagonismo mediatico di Arcigay e di tutti gli autoreferenziali rappresentati gay. Non se ne può più di questo bisogno di urlare una condizione che è normale, non ha nulla di particolare e che, detto seriamente, non subisce alcuna vera discriminazione. Chiedo scusa se sono molto sincera”.


La solita inutile e squallida lite di cortile tra associazioni gay. Quanto al fatto che “non subiamo alcuna vera discriminazione”: dove vive Imma? Dentro al Gayvillage?
Senza contare il fatto che adesso ci dovremmo aspettare che Imma chiuda la sua associazione in quanto ha assolto gli scopi che si prefiggeva come si può leggere sul sito dell'assoziazione: “DGP è una Aps (Associazione di promozione sociale) pacifista, apartitica, non violenta e democratica che si oppone attivamente ad ogni forma di discriminazione nei confronti delle minoranze gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e transgender”.

giovedì 11 settembre 2008

Un giornalista gay presenterà Victory

La notizia sarà resa ufficiale domani.

pic_019Torno sulla notizia di un altro probabile presentatore gay sugli schermi della tv italiana (anticipata alla fine di agosto su questo blog) per annunciare che mi sono preso un’altra piccola “esclusiva” riuscendo ad anticipare di un giorno la notizia ufficiale….


Paolo Colombo, volto storico de La7 sarà il nuovo conduttore di Victory, il settimanale sportivo di approfondimento che inizierà venerdì 19 settembre alle 23.15. ovviamente su La7 in chiaro.
Ma ancor più chiaro è il coming out che ha fatto Paolo, per ora “solo” davanti a qualche migliaio di persone ma chissà che non si ripeta prossimamente anche in tv.
E’ bastata una soffiata per svelare il mistero.

Domenica 7 Settembre, come ogni domenica che si rispetti a Milano, c’è un appuntamento fisso per il popolo gay al Borgo del Tempo Perso, la serata Join the Gap, che da anni fa tendenza e storia nella capitale lombarda. Tra le 3000 e le 5000 persone ogni domenica e tra queste c’è chi festeggia il compleanno.
Era semplice, bastava fare due calcoli. Colombo compiva gli anni il 3 mercoledì, il 7 domenica c’era la sosta di campionato di serie A, quale occasione migliore per festeggiare al Borgo?
Sono andato, ovviamente mescolato alla folla.

Ottimo buffet dalle 20:30 con il giornalista scatenatissimo a mangiare (sarà per questo che è un po’ soprappeso?). Dopo è arrivata anche la “sua” squadra di calcio, i Kingkickers, che come vi avevo detto ha allenato alle ultime edizioni degli Eurogames, molti ragazzi della squadra erano presenti con tanto di striscione, un sacco di amici e un tavolo riservato per festeggiare il loro mister.

Alle 23 lo spettacolo ed il colpo di scena: Amedeo Patrizi, vice presidente del CIG (Centro Iniziativa Gay di Milano), autentico anfitrione della serata , chiama come sempre sul palco chi festeggia il compleanno.
Tra questi c’è anche il giornalista che fa capolino tra gli altri ragazzi festeggiati.
Arriva la domanda provocatoria - o forse era stato tutto preparato ad arte -
“Ci hanno detto che hai allenato una squadra di calcio gay agli Eurogames e che dedicherai una puntata di Victory ai gay nello sport, ma è vero?“ chiede Amedeo a Paolo.

Visibilmente imbarazzato Colombo tentenna un attimo poi parte a razzo: “Beh , in effetti ringrazio moltissimo il mio Direttore Antonello Piroso che mi ha concesso questo privilegio di seguire gli Eurogames, dando visibilità a questi ragazzi, ai gay che fanno sport…rompendo il muro di omertà, tutta l’omofobia che regna nel mondo sportivo. Sono 12 anni che faccio il giornalista a Telemontecarlo , diventata poi La7, è giunto il momento di dirvi la verità….sono gay e non me ne vergogno!”

Applausi a raffica , tant’è che Colombo fatica a riprendere la parola:

“Sono stufo di sentire e leggere tutte queste palle, tipo i gay nel calcio non esistono…è uno sport da maschi… mai sentite frottole come queste…i gay ci sono anche nel calcio eccome!!!”

A questo punto parte un'ovazione….

“Devo dar merito ai giocatori dei kingkickers di averci messo la faccia, ben 5 di loro faranno coming-out nella puntata di Victory dedicata ai gay…loro si che hanno avuto le palle, non come quelli che girano e si fanno fotografare con le veline e poi sono più finocchi di loro… basta con i matrimoni di facciata anche tra gli sportivi…che tristezza…
Per me sarebbe come vincere un oscar se, dopo aver visto la trasmissione, la puntata andrà in onda ad ottobre, anche un solo calciatore, non mi importa in quale serie giochi , serie A o di serie D, avesse il coraggio di dire ”anche io sono gay, che male c’è? “


Il pubblico ormai in delirio non mi permette di capire tutte le parole dette sul palco….
Ma Paolo dice che è vero, sì sarà lui a condurre Victory , almeno le prime 14 puntate, il suo sogno sarebbe quello di poter inserire, dopo la puntata dedicata ai gay, una rubrica gaia all’interno della trasmissione. Poi l’ultima sfida:

”Certo so che fare coming out è una decisione che ti cambia la vita. Non dico di voler cambiare il mondo dello sport, anzi sono certo che negli stadi potrò anche avere dei problemi - ma pensate alla faccia dei giocatori quando si troveranno di fronte un giornalista gay…
Spero di non perdere l’amicizia che ho con alcuni di loro…tranquilli non ho mai avuto storie con calciatori…però mi piacerebbe“
. Viva la sincerità!!!

Amedeo ringrazia pubblicamente Paolo Colombo ed invita addirittura il suo Direttore Antonello Piroso per una serata futura, gli applausi si sprecano e le congratulazioni pure, chiedo di poter scambiare quattro chiacchere con il giornalista ma mi dice che sino alla presentazione del palinsesto (che avverrà domani) preferisce non parlare…peccato lo abbia già fatto sul palco!!!

Nella bolgia del Borgo sono riuscito anche a scattare anche qualche foto…..


DSCF2311
Paolo Colombo sul palco


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Paolo durante la serata



Riesco a parlare con Francesco, il capitano della squadra:

”Abbiamo già festeggiato il nostro mister venerdì sera, con una festa a sorpresa…se lo meritava per quello che ha fatto per noi. Paolo è entrato a far parte del gruppo e guai a chi ce lo tocca. So che anche lui stravede per noi ed ha detto che gli abbiamo rivoluzionato la vita. Mai avrebbe pensato di fare coming out ma dopo le nostre interviste qualcosa in lui si è smosso. Mi fa enormemente piacere. Non pensavo potesse arrivare a tanto - prosegue Francesco - addirittura salire sul palco e dire queste parole davanti a 2-3mila persone. Davvero bravo il nostro mister!!! Adesso aspettiamo con ansia la prima puntata di Victory, poi vediamo…anche perché ad ottobre toccherà a noi… sai che brivido?“

Chiedo infine a Francesco il numero di cellulare di Paolo per un'intervista nei prossimi giorni ma lui preferisce tutelare il suo mister…”ti farò chiamare io” mi dice. Intanto credo proprio che Colombo guarderà internet… su questo sito trova tutti i riferimenti per contattarmi, spero sinceramente lo faccia presto.

Lo scoop è servito, posso tornare a casa soddisfatto. Da stasera abbiamo il primo giornalista sportivo gay dichiarato anche in Italia.

mercoledì 10 settembre 2008

L'Australia dedica un francobollo al suo campione gay

Il governo australiano ha dedicato un francobollo a Matthew Mitcham, il nuotatore medaglia d'oro ai giochi di Pechino che prima di partire per la Cina aveva dichiarato la sua omosessualità.

francobollo_matthew

domenica 31 agosto 2008

Forse avremo un gay, per ora non dichiarato pubblicamente, a condurre , oltre Fabio Canino e Cecchi Paone

Se è vero che la vita comincia a 40 anni, per Paolo Colombo, volto storico de la7, 41 anni il prossimo 3 settembre, starebbe per iniziare una nuova avventura televisiva.
Fin'ora sulla rete nazionale in chiaro non aveva condotto nessuna trasmissione ma il suo momento starebbe per arrivare



Paolo ColomboAvremo forse un gay, sebbene per ora non dichiarato pubblicamente, a condurre , oltre Fabio Canino e Cecchi Paone????

E' stato e questo non lo nasconde neppure lui, agli Eurogames 2008 a Barcellona, i grandi giochi gay che si disputano ogni 4 anni, nello stesso anno delle Olimpiadi.

Era già stato agli Eurogames di Munich 2004, assicurano dei ragazzi che parteciparono a quell'edizione... Allora allenava la squadra di calcio gay, e lo stesso ha fatto quest'anno con i Kingkickers una squadra di calcio gay milanese. "E' nato tutto per gioco", assicura il capitano della squadra Francesco, 37 anni, nessun problema a dichiararsi gay. Un ragazzo molto maschile, che ha iniziato a giocare a calcio all'età di 5 anni. "Tramite un amico in comune gli è stato chiesto se voleva venire ed ha accettato. E' stato preziosissimo per trovarci lo sponsor tecnico e, soprattutto per proporre al suo direttore Antonello Piroso una puntata di Victory dedicata ai gay nello sport. Le telecamere di Victory ci hanno seguito per 4 giorni a Barcellona e ben 5 giocatori della nostra squadra faranno coming out in una puntata del programma sicuramente destinata a creare scalpore. Di più non vi posso dire...Chiedete a Colombo....scatenatissimo a Barcellona tant'è che dopo i giochi si è fermato una settimana in vacanza in Catalogna...."

Cosa ci possiamo aspettare a questo punto? Forse una puntata di Victory dedicata ai gay nel mondo dello sport? O forse, addirittura, una rubrica settimanale su questo argomento?
Sarà giunta, finalmente, l'ora di sdoganare questa mentalità ottusa dello sportivo che non può essere gay? Noi ci aiuguriamo decisamente di sì.
Sarebbe davvero bello se ci fosse anche in Italia qualcuno che si dichiarasse...

Ed in effetti Paolo Colombo in questi anni, pur non facendo coming out, si è sempre fatto vedere in giro con bellissimi ragazzi, qualcuno maligna che abbia avuto una storia con un modello che oggi fa l'attore.
Soprattutto gira sempre nella settimana della moda maschile alle sfilate ed alle feste, chissa perchè?!?!
Non si vede a feste mondane nel corso degli altri mesi, chissà quali giri frequenterà???

Se qualcuno ne sapesse di più può aggiungere commenti....

Noi sappiamo che la sua carriera sulle tv nazionali inizia nel 1996 quando viene assunto nella redazione sportiva di TeleMonteCarlo; ha seguito i Mondiali di Calcio Francia 98 ed è stato inviato al Giro D'italia.
Ha curato un reportage su Pantani. E' stato inviato per le trasmissioni Effetto Reale, Reality, Victory, il Processo Biscardi (2001-2002).
Ha seguito i maggiori avvenimenti in Italia con collegamenti in diretta per il tg.
Nella stagione 2005-2006 sul Digitale Terrestre la7 Sport 2.

Tra i suoi servizi ricordiamo



“una giornata con Sebastian Giovinco” il piccolo-grande giocatore della Juventus che sta diventando ogni giorno di più una icona gay



il servizio sul ritorno di cassano in una squadra italiana (la sampdoria) dopo l'avventura iberica


Marco Pantani: mistero italiano


Vi terremo informati nei prossimi giorni nel caso, speriamo probabile, ci saranno delle novità

venerdì 29 agosto 2008

Matthew Mitcham: NBC si scusa per comportamento omofobo

Articolo tratto dal sito GayWave

matthew5Continua la vicenda dell’oro olimpico Matthew Mitcham; la rete statunitense NBC, dopo avere censurato la sua omosessualità, ha ricevuto parecchie critiche dalla comunità LGBT, tanto da convincere i vertici a scusarsi.

Vergognoso il comportamento omofobo della rete: non solo ha censurato ogni riferimento all’omosessualità ed al compagno di Matthew, ma si è anche rimangiata la parola!
L’evidente omissione nel servizio della rete su Matthew, infatti, non era passata inosservata, e le critiche sono scattate a poche ore di distanza; La NBC, per tutta risposta, aveva negato ad oltranza di aver omesso qualcosa od osservato una politica omofoba e perbenista. Ora invece Gary Zenkel, presidente della rete, ha redatto una dichiarazione ufficiale in cui si scusa per l’accaduto.
Dice la dichiarazione: “Ci pentiamo di non aver raccontato la storia di Mitcham, e mi scuso a nome del network per ogni omissione seppure involontaria”.
Evidentemente le organizzazioni LGBT devono aver sollevato un bel vespaio negli Stati Uniti.
Una mezza soddisfazione per Matthew ed il suo partner, che sano benissimo che l’omissione non è stata affatto involontaria.

martedì 26 agosto 2008

Matthew Mitcham, critiche sulla censura della Nbc

Articolo ripreso da Queer|blog.it


matthewmitchamboyfriendNon solo in Italia la censura televisiva colpisce i personaggi gay belli e vincenti. Pensate a una promessa dei tuffi che prima si ritira dall’attività, poi l’anno prima delle Olimpiadi decide di tornare a gareggiare e si presenta a Pechino 2008 per sfidare i cinesi a casa loro. Nella prima gara - i 3 metri - non arriva neanche in finale, ma nella “sua” gara, la piattaforma 10 metri, vuole dare il meglio: dopo il primo salto è nono, poi recupera e arriva al secondo posto dopo il quinto salto, ma è lontanissimo dal cinese. E i cinesi aspettano solo questo oro per fare en plein: 8 medaglie d’oro su 8 gare.

Tutti gli altri atleti (e allenatori e tifosi e spettatori) non cinesi tifano per lui e all’ultima prova tira fuori il tuffo della vita, 3,8 di coefficiente e un’esecuzione quasi perfetta: quattro 10 e due 9,5, totale 112,10, il punteggio più alto mai raggiunto da un tuffatore alle Olimpiadi. Primo posto, vittoria e medaglia d’oro. Questo stesso ragazzo di 20 anni, Matthew Mitcham, poco prima dei Giochi ha rivelato, con estrema tranquillità di essere gay e di convivere con il fidanzato Lachlan, che è presente a Pechino grazie a uno sponsor, la Johnson&Johnson. E infatti dopo la cerimonia di premiazione Matthew vola sulle tribune, abbraccia e bacia la mamma - che lo ha sempre aiutato e sostenuto - e subito dopo bacia il suo fidanzato.

Una storia meravigliosa, perfetta da raccontare come favola dei Giochi Olimpici e rivincita degli outsider sui predestinati. E infatti i giornali ne parlano diffusamente dall’Australia fino all’Italia, dove Gabriele Romagnoli scrive uno splendido articolo su Repubblica. Negli Stati Uniti, però, scoppia una polemica perché la Nbc - durante tutta la gara e al momento della premiazione - si dimentica di raccontare la storia umana e sportiva di Matthew.

Mi sembra già di sentire le risposte piccate di qualcuno: “ma i giornalisti non devono ficcare il naso sotto le lenzuola”, oppure “l’orientamento sessuale degli atleti non è una notizia”. Invece lo è, probabilmente, se sei l’unico atleta gay “fuori dall’armadio” e prendi l’oro, se batti i cinesi a casa loro e se, dopo la premiazione, corri ad abbracciare e baciare il tuo ragazzo. È qualcosa che si era visto finora? No. E dunque è una notizia, una gran notizia (bella o no, dipende dalle idee del giornalista, ma comunque è una notizia).

Per di più la Nbc si è distinta per raccontare le vicende umane di Michael Phelps sin nei minimi particolari; e qui si obietterà “Certo, quello è americano!”. Ma la Nbc ha dato anche grande spazio al triangolo amoroso fra Laure Manaudou, Luca Marin e Federica Pellegrini: una francese e due italiani. In tutto questo non c’era spazio per accennare alla favola di Matthew Mitcham?

domenica 24 agosto 2008

Matthew Mitcham intervistato festeggia con mamma e fidanzato

Un felicissimo Matthew Mitcham festeggia davanti alle tv la sua medaglia d'oro nei tuffi dalla piattaforma 10 metri alle olimpiadi di Pechino a fianco della mamma con cui è cresciuto e del fidanzato Lachlan Fletcher, che vive con lui.

Matthew, l'unico gay dichiarato prende l'oro a Pechino


Matthew Mitcham Médaille d'or
by GayClic


Grazie Matthew Mitcham per questa straordinaria vittoria e per la tua sincerità nel vivere tranquillamente la tua vita anche prima della medaglia.
Se guardate il video fino alla fine, dopo la premiazione Mitcham si arrampica a baciare prima la mamma e poi il fidanzato. La tv italiana ha censurato anche questa scena...

Morto steward italiano con il compagno e il figlio di tre anni

L'ultima telefonata al padre: vado via per un po'. Ma la famiglia non sapeva dove. Il giallo dell'identificazione



Domenico aveva osato sognare una vita accanto al suo amico più amato, Pierrick. Diceva che «solo chi sa sognare può volare» e chi l'ha conosciuto giura che quelle parole non avevano niente a che fare con la sua professione di steward.

Anni e anni passati in volo, prima per l'Alitalia, poi per l'Air France. Domenico Riso, cresciuto sotto il sole e davanti al mare della Sicilia, prendeva più aerei che autostrade, vedeva più nuvole che palazzi. È l'unico italiano morto fra le lamiere e le fiamme dell'Md-82, sulla pista di Barajas. Aveva 41 anni e la pretesa di chi è felice: vivere cent'anni assieme alle persone più amate. Pierrick e il suo bambino di tre anni, Ethan: erano loro quelle persone. Erano la sua «famiglia», le sue vacanze, i suoi sogni, i suoi coinquilini nella bella casa di Parigi, «una piccola reggia accogliente e calda » conferma il cugino dello steward, suo omonimo. Pierrick Charilas ed Ethan erano accanto a lui sul volo della catastrofe. Sono morti seduti l'uno vicino all'altro perché martedì pomeriggio Domenico era fra i passeggeri: non era salito su quell'aereo per servizio. Stavolta si partiva per le vacanze, tutti e tre assieme, come al solito, per qualche giorno di riposo sulle spiagge delle Canarie. Domenico aveva ottenuto dalla Spanair una tariffa agevolata, quella riservata ai bambini. Per questo accanto al suo nome, nella lista dei passeggeri, c'era scritto «niño», bambino, e per questo è stato difficile identificarlo.

Nessuno fino a ieri mattina aveva chiesto informazioni su quel passeggero dal nome italiano. Non una chiamata di un parente o di un amico allarmato. Sembrava un giallo. All'ambasciata e alla Spanair hanno capito dopo il perché. Domenico era sempre in volo e spesso non chiamava nemmeno casa per dire dove stesse andando. Un volo per lui era come spostarsi in macchina di pochi chilometri. Aveva telefonato al padre Pietro poche ore prima di partire, martedì. Ma erano state soltanto due parole: «Vado in vacanza per un po'», nessun dettaglio sulla destinazione. Così né il vecchio marinaio Pietro né le sorelle di Domenico (Concetta e Marianna) potevano immaginarlo sull'aereo della morte (la madre è scomparsa qualche anno fa). Lo hanno saputo ieri mattina, a casa Riso. E hanno saputo anche di Pierrick ed Ethan, nomi tante volte sentiti dalla voce di lui. Pierrick una volta era campione di aerobica, ha avuto una storia d'amore poco fortunata con la madre di Ethan e poi ha deciso di vivere con il bambino e Domenico nell'appartamento parigino, come fossero una famiglia fra tante, con il bambino da tirare su assieme.

Non che la cosa sia sfuggita alle malelingue di Isola delle Femmine, borgo marinaro alle porte di Palermo che «l'uomo dei cieli» (come lo chiamavano gli amici) aveva lasciato nel 1997 per la capitale francese. Due uomini che vivono assieme, si sa, sono fonte di chiacchiere e in paese non sono certo le chiacchiere che mancano. Se poi c'è di mezzo un bambino piccolo, amatissimo da tutti e due e che per Domenico era come un figlio, si può arrivare fino ai pettegolezzi più velenosi. Ma lui, Domenico, ha sempre tirato dritto per la sua strada. Come fece quella volta che decise di mettersi l'orecchino. Pazienza se qualcuno non gradiva. Se qualche parola di troppo lo irritava respingeva la rabbia cantando, lirica soprattutto, una delle sue tante passioni. Non era tipo che non osasse, Domenico. Lui volava. E «solo chi sa sognare può volare».

http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_22/steward_incidente_aereo_9beaacfa-700f-11dd-9278-00144f02aabc.shtml

Uno straccio di laicità

Sex crimes and the Vatican

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